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I partenariati creativi, un valore per l’Europa

  • Pubblicato il: 30/06/2014 - 10:08
Rubrica: 
VOCI DALL'EUROPA
Articolo a cura di: 
Erminia Sciacchitano
Erminia Sciacchitano

Il dibattito sulla terza edizione del Piano di lavoro per l’attuazione dell’Agenda europea per la cultura entrerà nel vivo nel corso del semestre di Presidenza italiana del Consiglio UE che sta per aprirsi. Dedicheremo quindi alcuni appuntamenti di Voci dall’Europa a ciò che è stato prodotto da questa piattaforma di cooperazione «soft» fra gli Stati Membri UE sulle politiche culturali, partendo da un tema caro a questa testata: cultura e innovazione sociale.
Rispondendo al mandato del Piano di Lavoro per la cultura 2011-2014, in due anni di intensa ricerca e condivisione di informazioni, idee e buoni esempi, il gruppo di lavoro di funzionari e esperti designato da 23 Stati Membri che hanno voluto partecipare all'esercizio, ha infatti recentemente pubblicato un Manuale sulla promozione dei Partenariati creativi, ovvero di quelle forme strutturate di collaborazione tra le istituzioni e organizzazioni culturali e soggetti che operano in altri settori, dall'istruzione, alla formazione, alle imprese, alla ricerca, agricoltura, sanità, che sta recentemente fiorendo in Europa.
Il testo si propone di ispirare e guidare coloro che vogliano intraprendere questo genere di esperienze. Passo dopo passo, indica come avviare un Partenariato creativo, dal lancio della cooperazione allo sviluppo del progetto, come garantirne la sostenibilità, come valutarne gli effetti, e si conclude con raccomandazioni ai policymakers e alle autorità nazionali e regionali che vogliano a sostenere dei programmi dedicati per affrontare temi di particolare rilevanza, ad esempio nel settore dell’istruzione o nell’innovazione aziendale.
Lo sguardo incrociato sul campione di esperienze esaminate nel manuale, ha rivelato, ad esempio, che la capacità degli artisti di creare un ambiente favorevole alla soluzione di problemi e di promuovere il cambiamento positivo è un valore per le aziende, e può essere più efficace rispetto alle tecniche tradizionali di formazione e counseling per migliorare il lavoro di gruppo e il benessere aziendale, innovare processi e i modelli di affari, con risultati positivi sulla qualità dei prodotti e sulla capacità di innovazione. Nella scuole cala il tasso di assenza, aumenta la motivazione e i risultati didattici, migliorando le opportunità occupazionali.
Il trasferimento di competenze creative da un settore all’altro, produce, infatti, in entrambi i soggetti cambiamenti radicali nelle modalità e negli approcci di lavoro grazie alla fruttuosa «contaminazione» fra punti di vista e risorse diverse. Posti di fronte a nuove domande e sfide i partecipanti migliorano le loro abilita sociali e collaborative, cognitive, emozionali, e creative. Crescono autostima e motivazione, immaginazione e curiosità, coraggio nell'intraprendere nuove strade, e si è più attrezzati ad affrontare la propria differenza, a gestire il rischio, ad essere resilienti.
I partenariati creativi sono quindi strumenti strategici per l’innovazione sociale e imprenditoriale, per un Europa che, nel ripensare al suo ruolo globale, deve puntare innanzitutto a valorizzare e fare crescere il suo immenso capitale sociale.

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