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2016: si riparte dalla cultura?

  • Pubblicato il: 15/01/2016 - 16:08
Rubrica: 
NORMA(T)TIVA
Articolo a cura di: 
Ufficio Legislativo Federculture

Il capitolo dedicato alla cultura nella legge di stabilità quest’anno è corposo e articolato e sembra voler confermare la tendenza del Governo a riportare il settore al centro delle politiche del Paese. 
Vediamo come

 
 
Dalla conferma dell'Art Bonus al concorso per 500 funzionari, dal 2 per mille alle associazioni culturali alla Carta per gli acquisti culturali dei diciottenni fino alle risorse per archivi, biblioteche e istituti museali, senza dimenticare le fondazioni lirico sinfoniche e i festival. Il capitolo dedicato alla cultura nella legge di stabilità quest’anno è corposo e articolato e sembra voler confermare la tendenza del Governo a riportare il settore al centro delle politiche del Paese. 
Il Ministro Franceschini ha definito gli interventi per il settore culturale e turistico il cuore e l'anima della legge di stabilità 2016. Effettivamente, la manovra economica costituisce il corollario di una serie di provvedimenti significativi che, negli ultimi mesi, palesano la volontà di investire finalmente su un settore dalle grandi potenzialità e che rappresenta la nostra risorsa più importante.
La legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato”, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 302 del 30 dicembre 2015 (Suppl. Ordinario n. 70), contiene un consistente pacchetto di norme dedicate alla cultura, allo spettacolo e al turismo.
A livello generale, ciò che emerge è il dato relativo al bilancio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo che, dopo anni in cui si era assestato intorno a 1 miliardo e mezzo, torna a superare i due miliardi. Lo stanziamento di competenza del Ministero è infatti determinato in € 2.128.366.723, con un aumento rispetto al 2015 pari al 27%.
Rimanendo in tema di risorse, sono tanti gli interventi previsti dalla legge di stabilità: dai finanziamenti più consistenti per la realizzazione del Piano strategico “Grandi Progetti Beni culturali” (135 milioni di euro per il 2017 e il 2018); per Matera, Capitale Europea della cultura 2019 (28 milioni in quattro anni); per il funzionamento di archivi e biblioteche (30 milioni di euro annui) e degli istituti afferenti al settore museale (10 milioni di euro annui) fino al milione di euro stanziato per festival, cori e bandi, ritenuto un settore di significativo rilievo culturale e da salvaguardare, in considerazione del loro apporto al patrimonio del Paese.
E’ incrementata di 5 milioni di euro l’autorizzazione di spesa prevista dalla finanziaria 2007 per consentire al MiBACT di far fronte con interventi urgenti al verificarsi di emergenze che possano pregiudicare la salvaguardia dei beni culturali e paesaggistici e a procedere alla realizzazione di progetti di gestione di modelli museali, archivistici e librari.  Dal 2016 è, inoltre, aumentata di 10 milioni di euro annui la quota degli utili derivanti dai giochi del Lotto riservata al MiBACT.
Viene poi individuato un nuovo meccanismo per la destinazione al settore della cultura delle risorse relative a investimenti infrastrutturali. Nello specifico, è stabilita una quota fissa pari a 30 milioni di euro annui dal 2016 al 2019 (al posto del 3% delle risorse aggiuntive annualmente stanziate per le infrastrutture) da destinare a interventi di conservazione, manutenzione, restauro e valorizzazione dei beni culturali.
Ha una dotazione di 500 milioni di euro per il 2016 il “Fondo per l’attuazione del Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza” finalizzato alla realizzazione di interventi urgenti per la rigenerazione delle aree urbane degradate, anche attraverso la promozione di progetti relativi ad attività culturali.
Stanziati 91 milioni di euro per il triennio 2016-2018 per la progettazione e realizzazione di un sistema nazionale di ciclovie turistiche e un milione di euro per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018 per la progettazione e la realizzazione di itinerari turistici a piedi, cosiddetti “cammini”.
Ma la legge di stabilità non prevede solo finanziamenti diretti, ulteriori risorse confluiscono al settore grazie alla possibilità per ciascun contribuente di destinare il due per mille a favore delle associazioni culturali.
Tra le misure fiscali, la più importante è la conferma dell’Art Bonus, il credito d’imposta in favore delle persone fisiche e giuridiche che effettuano erogazioni liberali in denaro per interventi nel settore della cultura e dello spettacolo. Il vantaggio fiscale diventa così strutturale nella misura del 65%. Il Ministero sta puntando molto su questo nuovo strumento e nel primo anno di applicazione sono stati registrati primi risultati positivi che possono senza dubbio migliorare. Tuttavia, l’ambito di applicazione della norma risulta limitato, poiché fa riferimento esclusivamente a beni culturali e istituti e luoghi di cultura pubblici, escludendo quindi quelli appartenenti a privati. Sarebbe necessario, invece, fare un rimando alle definizioni contenute nel Codice dei beni culturali e del paesaggio di “bene culturale” e “istituti e luoghi della cultura”, rispettivamente agli articoli 10 e 101, che contemplano anche i beni appartenenti a persone giuridiche private senza scopo di lucro e gli istituti e luoghi che appartengono a soggetti privati che sono aperti al pubblico ed espletano un servizio privato di utilità sociale. Peraltro, risultano penalizzati i soggetti concessionari o affidatari che possono ricevere erogazioni liberali eleggibili ai fini dell’Art Bonus, solo per la manutenzione, protezione e restauro dei beni culturali pubblici e non anche per il sostegno degli istituti e luoghi della cultura. Sono tante, invece, le realtà italiane (ad esempio i soggetti di diritto privato, quali le fondazioni, costituiti dagli enti locali per la gestione di beni e istituti culturali) che potrebbero trarre benefici dall’Art Bonus e che al momento non possono destinare eventuali erogazioni liberali ricevute al sostegno delle attività svolte o alla valorizzazione dei beni che gestiscono. Avere un patrimonio culturale ben conservato e tutelato è la condizione necessaria, ma non sufficiente per accrescere la partecipazione culturale e avvicinare il pubblico.  
Una misura come l’Art Bonus è un buon punto di partenza per far confluire risorse private nel settore culturale, ma perché non utilizzare la leva fiscale anche per agevolare il cittadino rispetto alla scelta di spesa in beni e servizi culturali? Una via percorribile per stimolare la domanda potrebbe essere quella, sollecitata da tempo da Federculture, di introdurre la detraibilità delle spese per la frequentazione di musei, teatri, concerti e per l’acquisto di libri. La legge di stabilità prevede una misura in favore dei nuclei familiari con almeno tre figli minori che possono essere destinatari della “Carta della famiglia” da utilizzare anche per la fruizione di biglietti e abbonamenti per servizi di trasporto, culturali, sportivi, ludici e turistici. Un primo passo in avanti, dunque, ma la possibilità di detrarre le spese culturali potrebbe costituire un vero incentivo e supporto per il cittadino che sceglie di effettuare consumi culturali.
Interessanti anche le misure a favore dei giovani. A coloro che compiono 18 anni nel 2016 è assegnata una Carta elettronica dell’importo di 500 euro che può essere utilizzata per assistere a rappresentazioni teatrali e cinematografiche, per l’acquisto di libri e l’ingresso a musei, mostre, eventi culturali, monumenti, gallerie, aree archeologiche, parchi naturali e spettacoli dal vivo. Mentre, agli studenti dei conservatori di musica e degli istituti musicali pareggiati è concesso un contributo di mille euro per l’acquisto di uno strumento musicale nuovo.
Per favorire la creatività dei giovani autori, il 10% dei compensi percepiti dalla riproduzione privata di fonogrammi e videogrammi è destinato ad attività di produzione culturale nazionale e internazionale.
Varie disposizioni anche per il settore dello spettacolo. Oltre ad una serie di modifiche all’istituto del tax credit cinema e l’audiovisivo, per il quale sono stati stanziati ulteriori fondi (si passa da 115 ai 140 milioni di euro), è stato prorogato il termine per il raggiungimento dell’equilibrio strutturale di bilancio per le fondazioni lirico-sinfoniche che, versando in situazioni di difficoltà economico-patrimoniale, abbiano già presentato il piano di risanamento previsto dal decreto “Valore Cultura”. Le fondazioni dovranno predisporre un’integrazione del piano per il periodo 2016-2018, pena la sospensione dei contributi FUS. E’, inoltre, estesa a tutte le fondazioni la possibilità di accedere al Fondo di rotazione (incrementata di 10 milioni di euro) per la concessione di finanziamenti, prima previsto solo per alcune fondazioni con determinati requisiti.
Una serie di novità anche a livello ministeriale. Prosegue la riforma della macchina amministrativa statale, dopo la recente riforma che ha riguardato il Ministero e i musei statali, la legge di stabilità prevede una nuova riorganizzazione degli uffici dirigenziali del MiBACT, per dare più efficace attuazione alle disposizioni sul silenzio assenso tra pubbliche amministrazioni. E’, inoltre, autorizzata l’assunzione a tempo indeterminato al Ministero di 500 funzionari nei profili di antropologo, archeologo, architetto, archivista, promozione e comunicazione, restauratore e storico dell’arte. La fusione di ARCUS e ALES, le due società partecipate dal Ministero, ha invece l’obiettivo di assicurare risparmi di spesa e di razionalizzazione. La struttura organizzativa di ALES, nella quale verrà incorporata ARCUS, sarà articolata in due e o più divisioni, una delle quali proseguirà le funzioni di ARCUS.
Infine, si evidenziano le disposizioni che prevedono per le federazioni sportive nazionali, l’ENIT e la Fondazione MAXXI la non applicazione delle norme di contenimento di spese previste a carico dei soggetti inclusi nell’elenco ISTAT delle amministrazioni pubbliche. La ratio della norma sta nell’assicurare la piena ed efficace realizzazione degli obiettivi istituzionali perseguiti. Da anni ormai Federculture propone l’esclusione degli enti che operano nel settore dei beni culturali e dello spettacolo dall’ambito di applicazione delle disposizioni che pongono vincoli di spesa a carico delle amministrazioni pubbliche. Questi vincoli di spesa si sono tramutati in veri e propri limiti all’autonomia gestionale delle aziende che operano nel settore e che con grande difficoltà continuano a perseguire gli obiettivi istituzionali. L’equiparazione delle aziende culturali alle amministrazioni pubbliche ha dunque conseguenze negative sulla programmazione e sui risultati di gestione. La presa di coscienza che le federazioni sportive, la Fondazione Maxxi e l’Enit non riescano ad assicurare la piena ed efficace realizzazione degli obiettivi istituzionali perseguiti, se sottoposte alle norme di contenimento di spese, conferma che è assolutamente indispensabile un intervento più ampio che risolva una volta per tutte il tema degli strumenti e delle condizioni per organizzare e produrre le attività del settore culturale e dello spettacolo. Far finalmente valere il principio di “eccezione culturale” significherà riconsegnare autonomia ai soggetti gestori, quell’autonomia indispensabile per il perseguimento della missione istituzionale e per le peculiari esigenze del settore. 
 
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