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Collezioni al lavoro

  • Pubblicato il: 07/02/2014 - 17:24
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI D'ORIGINE BANCARIA
Articolo a cura di: 
Redazione
Mimmo Jodice

R’accolte
Con R’Accolte è stata realizzata una complessa operazione di rigore scientifico nell’inventario e nella catalogazione delle opere per renderle accessibili in una banca dati in rete. Un investimento di complessivi 110mila euro per l’impianto informatico e altri 20mila annui per la gestione, ripartiti tra gli aderenti: un importo che sarebbe stato necessario ad ogni singolo ente per la propria collezione. Il progetto, con capofila le Fob dell’Emilia Romagna e Bologna, coinvolge oggi 55 realtà, con 63 collezioni per oltre 9.700 opere e si candida a divenire un «laboratorio di ricerca» storico-artistico, per sviluppare una maggiore cooperazione tra le associate per iniziative comuni e valorizzarne i beni culturali. Proprio a Bologna, R’Accolte si è tradotto un’esposizione «Il Barocco emiliano», con opere provenienti da 11 Fondazioni, che evidenziano il prestigio conquistato dalla locale scuola artistica tra Sei e Settecento in Europa da un lato, dall’altro il rilancio internazionale dato dagli studi moderni ai suoi protagonisti, dai Carracci a Guido Reni a Giovanni Lanfranco al Guercino a Guido Cagnacci, per continuare, nel Settecento, con Giuseppe Maria Crespi, Donato Creti e i Gandolfi. Un progetto pilota di valorizzazione. www.raccolte.acri.it


Lo scatto delle fondazioni. Per colmare un vuoto istituzionale
C'è un primato poco noto nella storia della fotografia italiana, e riguarda la gloriosa Galleria Il Diaframma, aperta a Milano nel 1967 da Lanfranco Colombo: la prima galleria privata europea (e una delle prime al mondo) esclusivamente dedicata alla fotografia, arrivata prima degli spazi leggendari come la Light Gallery a New York, «Die Brücke» diretta da Anna Auer a Vienna, la Galerie Wilde a Colonia, la Galerie Lichttropfen ad Aachen diretta da Wilhelm Schürmann e Rudolf Kicken, o la galleria di Agathe Gaillard a Parigi, tutte inaugurate nella prima metà degli anni Settanta.
Lo spirito d'iniziativa italiano aveva ancora una volta anticipato i tempi, ma, come spesso accade nel Belpaese, lo slancio si era manifestato in assenza di contesto. L'attuale situazione nazionale della fotografia, della sua divulgazione, conservazione, valorizzazione e insegnamento, va considerata in questo panorama, con il gap che si è manifestato nella prolungata assenza dei soggetti pubblici e privati nel sostenerne i percorsi. Per queste ragioni, l’attuale ricchezza di iniziative che ruotano attorno alla fotografia nell'attività di numerose Fondazioni italiane suscita grandi attese. La Fondazione Fotografia Modena, voluta e sostenuta dalla locale Fondazione CR Modena, il progetto della Casa Tre Oci di Fondazione Venezia, la Fondazione Forma di Milano, l'attività delle Fondazioni Banca del Monte e CR Lucca, la Fondazione Francesco Fabbri fra Pieve di Soligo e Treviso, la Fondazione CR Biella, incarnano modelli diversi di intervento ed evidenziano come la fotografia sia entrata anche in Italia a far parte del circuito espositivo e collezionistico maggiore. Gli esempi più organici di Forma, Modena e Venezia lo dimostrano, sviluppando le attività su tre piani: espositivo, didattico-educativo-divulgativo (sul quale si giocherà il futuro di queste istituzioni) e conservativo-museale-archivistico, particolarmente importante nel nostro paese, stante la carenza di raccolte pubbliche fruibili con regolarità (il caso del Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo è emblematico, con le sue difficoltà logistiche prima e finanziarie poi). È interessante notare come i programmi delle due Fob siano complementari alle attività delle locali amministrazioni pubbliche (a Modena la Galleria Civica possiede una collezione fotografica e una prestigiosa storia espositiva, a Venezia le raccolte civiche presentano punte di eccellenza ancora non sufficientemente valorizzate, mentre spazi espositivi come Palazzo Fortuny hanno dedicato ampio spazio alla fotografia), forse con l'intenzione di rafforzare una vocazione locale che, nel caso modenese, può essere considerata identitaria. Entrambe le Fob, infine, operano oltre il territorio, stringendo rapporti di collaborazione con altre realtà nazionali, dal CIAC della Fondazione CR Foligno alla Fondazione Capri. Diverso è il caso di Lucca, dove le Fob sono divenute fondamentale sostegno del Festival Photolux, nome nuovo di una manifestazione, il «LuccaDigitalPhotoFest», destinata altrimenti a chiudere la sua ormai pluriennale storia. Il caso della Fondazione Forma, nata da un'iniziativa dell'Agenzia Contrasto con Fondazione Corriere della Sera e ATM, risponde invece più a uno specifico modello internazionale, quello incarnato dall'ICP newyorchese, storico luogo di elaborazione e presentazione del pensiero fotografico. Anche attraverso la partnership con NABA, «Forma» non solo ha proposto mostre di rilievo internazionale, sostituendosi alla cronica mancanza di programmazione del Comune di Milano in questo ambito (Comune che è socio di Forma), ma si è caratterizzato come volano di una cultura fotografica intesa in senso ampio. Tutto ciò non è bastato per sostenere le grandi spese che un'operazione di questo genere prevede, e Forma deve traslocare dalla palazzina ATM in cui ha sede, mutando così anche la sua natura originaria : la vedremo ai Frigoriferi milanesi, attenta più alla gestione degli Archivi che non all'attività espositiva.
Tra le fondazioni private, è da segnalare l'attività della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, che da sempre ha dedicato una parte importante della sua collezione alla fotografia. Se questi sono i casi più riconoscibili, tanti altri, minori per capacità di spesa, ma non per volontà di azione, agiscono oggi in Italia, come ad esempio la Fondazione Bottari Lattes di Monforte d'Alba vicino a Cuneo. Grande attenzione ha suscitato l'apparizione di un nuovo soggetto, la Fondazione d’impresa Mast, nato a Bologna ad ottobre dal gruppo Coesia dell’imprenditrice Isabella Seràgnoli, che promuove la cultura d’impresa di stampo olivettiano, con un grande spazio condiviso con la comunità dedicato alla fotografia industriale, a partire dalla formazione di una raccolta curata da Urs Stahel. Per tutti, in ogni caso, il punto di arrivo è quello del consolidamento e della diffusione di una cultura fotografica matura in Italia. © Walter Guadagnini

Dal XIII Rapporto Annuale Fondazioni, in Il Giornale dell'Arte, 338, gennaio 2014