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C’è un grande collezionista di nome Fob

  • Pubblicato il: 14/02/2014 - 14:32
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Rubrica: 
FONDAZIONI D'ORIGINE BANCARIA
Articolo a cura di: 
Redazione
Oldenburg VB

Mostra-rsi con un museo: il Divisionismo gioca in casa per creare un brand di territorio, partendo dalle sue eccellenze
Tortona. A pochi chilometri dalla città, a Volpedo, operava Giuseppe Pelizza in un Atelier ancora visitabile. Da questo valore parte una collezione sul «Divisionismo», creata in pochi anni dalla Fondazione CR Tortona attraverso il mercato o donazioni e comodati da collezionisti privati, e più recentemente dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia «Leonardo da Vinci» di Milano. Venticinque i dipinti di Pellizza e oltre ottanta significative opere di altri celebri artisti italiani che hanno aderito al divisionismo - tra i quali Carlo Fornara, Angelo Morbelli, Gaetano Previati, Giovanni Segantini - approfondiscono la nascita, la formazione e lo sviluppo di un fenomeno italiano partito dal cosiddetto «primo dibattito», svoltosi a Milano tra il 1891 e il 1898. Un unicum nel panorama museale italiano, che passa dalla sperimentazione cromatica della scapigliatura all’applicazione matura della tecnica divisa da parte degli artisti socialmente impegnati, fino a raggiungere gli approcci più empirici nellʼambito simbolista e pre-futurista. Un’analisi di un linguaggio della modernità, tra sodalizi e associazioni, con le contestualizzazioni storiche e sociali. Nel 2012 hanno debuttato gli spazi rinnovati della Pinacoteca della Fondazione, che inglobano le vestigia romane e medioevali dellʼantica Dertona, con l’esposizione permanente della collezione dell’ente. Un patrimonio fulcro di attività educative con la comunità e di ricerca, attraverso borse di studio nazionali. www.fondazionecrtortona.it/index.php/la-pinacoteca  © CSM

Fare collezioni di sistema. Torino sbarca nella Grande Mela
Torino. Con l’ente strumentale Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea, la Fondazione CRT gestisce una collezione nata per evitare la dispersione di un nucleo importante di opere storiche del movimento torinese dell'Arte Povera, di proprietà della grande gallerista Margherita Stein. In oltre un decennio la collezione è cresciuta costantemente con un investimento di circa 35 milioni di euro, superando le 730 opere di oltre 180 artisti, tutte concesse in comodato gratuito a due musei del territorio, la Galleria d’arte moderna e contemporanea di Torino e il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, per completare le loro collezioni e realizzarne una integrata a livello di sistema, in grado di dialogare con le maggiori istituzioni italiane e straniere del settore. L'acquisizione delle opere avviene secondo una rigorosa e trasparente procedura. I direttori dei due musei sottopongono un programma annuale di acquisizioni, con le linee di indirizzo e le richieste motivate sulle singole opere, al parere vincolante di un Comitato scientifico di altissimo valore, che si propone di favorire relazioni, progetti ed iniziative, composto da Manolo Boria Villel- Rejna Sofia, Sir Nicholas Serota-Tate Modern e Rudi Fuchs. Un sistema museale dell’arte contemporanea che identifica il territorio, sostenuto dalla Fondazione supportando inoltre le fiere Artissima - anche con acquisti di opere, 600mila euro per l’edizione 2013 su 11 opere - e Paratissima, favorendo comunicazione attraverso il portale Contemporary e l’avvicinamento dei diversi pubblici, attraverso Zonarte, la piattaforma che riunisce i dipartimenti educazione del Castello di Rivoli, Cittadellarte, GAM, Fondazione Merz, PAV Parco Arte Vivente e la formazione degli artisti attraverso le residenze internazionali di Resò. A fine ottobre, Piero Fassino, Sindaco della Città, è sbarcato a New York per l’anno della cultura italiana negli USA con una delegazione dei massimi esponenti delle istituzioni culturali e delle Fondazioni CRT per l’Arte e De Fornaris, che le sostengono e incrementano le collezioni. Nella tavola rotonda al MOMA PS1 per «Gran Torino», una quattro giorni di conferenze, ha affermato che «ogni anno la città investe nella cultura 25 milioni di euro e altrettanti i privati», una cifra che ha consentito di ridefinirne l’identità attraverso la cultura. Oggi si punta alle cooperazioni internazionali». www.fondazioneartecrt.it © Stefania Crobe

Banche e Fondazioni unite in un museo
Piazza Scala è un ambizioso progetto di restauro per il polo museale «Gallerie d’Italia», promosso da Intesa Sanpaolo e Fondazione Cariplo e curato da Michele De Lucchi, che interessa un unico complesso architettonico per ospitare due musei: uno dedicato all’’800 dove è protagonista la storia dell’arte italiana (dai gessi neoclassici di Canova ai capolavori di Boccioni) nelle collezioni dei due enti e un secondo spazio che rievoca l’estetica del ’900. Si tratta dei quattro palazzi affacciati su via Manzoni e su piazza Scala a Milano: il neoclassico Palazzo Anguissola, progettato da Carlo Felice Soave, l’ottocentesco Palazzo Antona Traversi di Luigi Canonica, Palazzo Brentani, riconoscibile per i medaglioni degli uomini illustri in facciata, e l’ex sede centrale della Banca Commerciale Italiana di Luca Beltrami. La prima tranche di lavori è stata inaugurata nel novembre 2011, con il completo restauro dei primi tre palazzi, allestiti da Fernando Mazzocca, dove sono state collocate le collezioni dell’Ottocento (135 opere della Fondazione Cariplo e 62 di Banca Intesa). A fine 2012 è stata portata a termine la seconda e ultima fase del progetto, denominata Cantiere del Novecento: la sede storica della Banca Commerciale Italiana è diventata uno spazio espositivo e culturale. In mostra 189 opere dalle collezioni del ’900 di Intesa Sanpaolo, in un percorso curato da Francesco Tedeschi. Di grande impatto il caveau della banca trasformato in deposito per le opere della collezione. Il complesso ha una superficie di 8.300 mq di cui 3.500 di superficie espositiva. Il polo museale si radica sulla strategia comune alle due istituzioni di valorizzazione dei propri patrimoni artistici, architettonici e archivistici. Per Intesa Sanpaolo l’operazione si iscrive nel Progetto Cultura, il programma triennale per la cura e la valorizzazione dei beni artistici e dell’archivio storico dell’Istituto. Entrambe le Gallerie hanno un costo d’esercizio di circa 1,5 milioni di euro. Per Giuseppe Guzzetti, presidente Fondazione Cariplo «È un sogno che si realizza. Abbiamo 800 opere e 140 sono esposte. Da anni eravamo alla ricerca delle condizioni per condividere  il nostro patrimonio». © Anna Follo

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Dal XIII Rapporto Annuale Fondazioni, in Il Giornale dell'Arte, 338, gennaio 2014