Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?
Genova. Continua con «Van Gogh e il viaggio di Gauguin», rassegna che inaugura domani sabato 12 novembre per durare sino al 15 aprile del prossimo anno, l’attività espositiva della Fondazione Palazzo Ducale. Da domani tutte le attenzioni saranno puntate sulla mostra «Van Gogh e il viaggio di Gauguin», organizzata da Marco Goldin con la sua Linea d’Ombra, sostenuto dal Gruppo Euromobil dei fratelli Lucchetta e UniCredit.
Il tema è il viaggio: viaggio come esplorazione geografica, viaggio negli spazi e nelle culture ma anche viaggio come percorso dentro di sé. Il viaggio che Goldin propone a Palazzo Ducale trova il centro ideale, così come effettivamente starà al centro del percorso espositivo, nell'opera simbolo degli interrogativi di una vita d'artista: il dipinto «Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?» che Gauguin volle come suo testamento nel 1897, avendo deciso di fuggire da ciò che ormai gli pareva insopportabile, ricorrendo all'arsenico, secondo un tentativo di suicidio che poi fallì. Quest'opera di ampie dimensioni, quattro metri di lunghezza per uno e mezzo di altezza, in Italia non si è mai vista e in Europa una sola volta, a Parigi una decina di anni fa. Il Museum of Fine Arts di Boston, che la conserva, l'ha infatti eletta a suo simbolo e la concede solo per la quarta volta nell’ultimo secolo. Il curatore Goldin ricorda «La suggestione del tema del viaggio me la porto avanti ormai da trent'anni, da una delle letture "obbligate" per un ventenne, “On the road” di Jack Kerouac». E infatti tutto il primo capitolo del volume-catalogo che Goldin ha scritto è dedicato alla rifessione sul tema partendo dal libro celeberrimo del narratore americano. Ma c’è anche Vincent Van Gogh, del quale a Genova giungono i prestiti del Van Gogh Museum di Amsterdam e del Kröller-Müller Museum di Otterlo, partner storici di Goldin: ben 40 opere, di cui 10 disegni, le opere del maestro presenti. Sono tutte tese a raccontare di una vita che è un viaggio nel colore e nell'abisso, verso la luce del Sud e nel buio del proprio male di vivere, testimoniati dal celeberrimo «Autoritratto al cavalletto» dipinto nel 1888 o dai voli neri sopra le messi gialle del «Campo di grano sotto un cielo nuvoloso» dipinto ad Auvers appena tre settimane prima della morte. In mostra anche il «Seminatore», simbolo di una speranza in future migliori germinazioni, insieme a due paesaggi di Morandi a Grizzana del 1943. Tutti i 10 disegni in esposizione, mai visti in Italia così come la quasi totalità dei dipinti, sono stati scelti da Goldin con la collaborazione di Chris Stolwijk, capo delle collezioni del grande museo olandese, per la precisa relazione con i dipinti ordinati nelle sale. E tutto intorno altri viaggi, tra America ed Europa. Quella americana è pittura che esprime l'esplorazione di territori sconosciuti, enunciazione di uno spazio che si identifica con una nazione nuova: presenti dipinti di Edwin Church, il pittore dell'Est, della valle dell' Hudson, della costa del Maine, e di Albert Bierstadt, il pittore dell'Ovest, della scoperta di Yellowstone e di Yosemite. Anche se non mancano due degli americani più noti, Winslow Homer presente insieme a Edward Hopper. E poi Mark Rothko, Richard Diebenkorn, il tedesco Caspar David Friedrich e William Turner. Il viaggio di Paul Gauguin si sposta poi agli antipodi e ad affiancarlo ci sono lavori di Claude Monet, Wassily Kandinsky, Nicolas de Staël.
Info. Orari: lunedì-venerdì: 9-19, sabato e domenica: 9-20. www.lineadombra.it.
Fondazione Palazzo Ducale
L’ente, fondato dal Comune con la partecipazione di Compagnia di San Paolo, Fondazione Carige e Costa Edutainment S.p.A, è presieduto da Luca Borzani e diretto da Pietro da Passano affiancati da Graziella De Nitto e Raffaele Gazzari (comitato fondatori) e Luca Borzani, Lorenzo Caselli, Alessandro Cavalli, Beppe Costa, Silvio Ferrari, Carlo Freccero e Nicla Vassallo (comitato direttivo). Il «Comitato tecnico-scientifico» è composto dal direttore della Fondazione, dal dirigente cultura del Comune e da quello del settore musei comunali. Gli sponsor sono decine e per ogni grande mostra, com’è il caso di quella odierna, se ne aggiungono altri.