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Direttori regionali da 10 anni. Credevamo che...

  • Pubblicato il: 05/04/2013 - 21:41
Rubrica: 
OPINIONI E CONVERSAZIONI
Articolo a cura di: 
Caterina Bon Valsassina

La creazione delle Direzioni generali regionali data al 2004, sotto il ministro Giuliano Urbani, a pochi mesi di distanza dalla pubblicazione del Codice dei Beni culturali e del paesaggio (D.Lgs. n. 42 del 22 gennaio 2004). Fu la seconda riforma del Ministero per i Beni e le Attività culturali (non sapevamo, allora, che eravamo appena all’inizio di una «serie»), con la quale venivano trasformate le Soprintendenze regionali, istituite dal ministro Giovanna Melandri nel 2001, ampliandone le originarie competenze di coordinamento tecnico inter-soprintendenze con l’attribuzione di nuovi compiti amministrativi «trasversali», dalla gestione del personale alle funzioni di stazione appaltante, oltre ai precedenti compiti di coordinamento nei rapporti con le Regioni. Per questa ragione, con la riforma del 2004, la funzione di direttore regionale venne estesa non solo al personale dirigenziale tecnico del Mibac (archeologi, architetti, archivisti, bibliotecari, storici dell’arte) ma anche a quello amministrativo.Da subito si creò il partito dei «favorevoli» e quello dei «contrari».
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(il testo integrale è disponibile nella versione cartacea)


da Il Giornale dell'Arte numero 330, aprile 2013