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Zurbaràn, un trasparente successo

  • Pubblicato il: 17/01/2014 - 00:06
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Stefano Luppi

Ferrara. La Fondazione «Ferrara Arte», l’unica in Italia che al termine delle mostre di Palazzo dei Diamanti fornisce un report completo di entrate, uscite e contenuti dell’esposizione, interviene alla chiusura della rassegna «Zurbaràn (1598-1664)», la prima dedicata in Italia a uno dei principali protagonisti della pittura del «Siglo de oro» (l’appuntamento si sposta ora al Centre for Fine Arts di Bruxelles dal 29 gennaio). In totale i visitatori sono stati 65.274 in 115 giorni di apertura con una media giornaliera di 568 biglietti staccati. Questo l’andamento economico del bilancio provvisorio. Costo della mostra: € 1.154.831,26, entrate nette di mostra:  € 855.444, contributo del Comune di Ferrara € 299.387,26. La settimana in cui la mostra è stata maggiormente visitata è stata quella compresa tra il 29 dicembre e il 4 gennaio, con 9.823 visitatori. Il giorno peggiore è stato lunedì 23 settembre, con 118 visitatori, mentre il migliore è stato il 4 gennaio quando i biglietti staccati sono stati 1.969. Un altro numero significativo è quello dei clienti degli hotel, degli alberghi e dei bed and breakfast di Ferrara e provincia che hanno visitato la mostra con un biglietto a prezzo scontato e sono stati 1.042, pari al 1,60% del totale del pubblico. Provenienza del pubblico: il 52,99 % è venuto dall’Emilia-Romagna, seguito dal Veneto con il 16,51%, Lombardia 9,65%, Toscana 5,62%, Friuli Venezia-Giulia Trentino 3,48%; 11,70% dalle restanti regioni. Bologna è la città che ha dato più visitatori alla mostra con il 23,83%, seguita subito da Ferrara e la sua provincia con il 11,45% (rispettivamente 7,76% e 3,69%), a distanza Ravenna 4,96%, Modena 4,47%, Padova 4,28%, Milano 3,60%,Venezia 3,35%, Forlì Cesena 3,13% e Firenze 2,85%. Modesta proposta in tempi di spending review: e se in occasione di tutte le mostre di rilievo si fornissero queste informazioni? Ne guadagnerebbe la trasparenza che nel settore artistico ancora non è sempre presente.

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