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WECARE.  Regione e Associazione delle Fondazioni di origine bancaria piemontesi siglano il patto per l’innovazione sociale

  • Pubblicato il: 15/02/2018 - 08:05
Autore/i: 
Rubrica: 
CULTURA E WELFARE
Articolo a cura di: 
Cristina Casoli

Il Piemonte conferma la volontà di diventare laboratorio di innovazione sociale. Siglato dall’Associazione delle 12 fondazioni di origine bancaria del territorio-che investono ogni anno 100 milioni di euro nel welfare - un patto di collaborazione  con la Regione Piemonte sulla strategia di innovazione sociale, dal  titolo obamiano, “Wecare – Welfare Cantiere Regionale”. Un progetto nato da un tavolo inter-assessoriale, dal quale la Cultura è assente.
Rubrica di ricerca in collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo


Torino. Ammontano a oltre 100 milioni di euro  le erogazioni nel welfare nel 2017 da parte  delle 12 Fondazioni di origine bancaria del Piemonte (Fob),  che innervano capillarmente il territorio.
Ma oltre al quanto è rilevante il come.
 
Il Piemonte sta rispondendo alla sostanziale rivoluzione del welfare, cambiando i processi, il modo di lavorare, dalla pubblica amministrazione alla Fob  che si evolvono in “incubatori di idee” moltiplicando le erogazioni con “competenze e progettazione congiunta”, come afferma Giovanni Quaglia, intervenuto come Presidente dell’Associazione delle Fob piemontesi,,alla sottoscrizione del protocollo  d’intesa con la Regione Piemonte, che porta un titolo obamiano, “Wecare – Welfare Cantiere Regionale”, per collaborare sulla strategia di innovazione sociale. Un “lavorare insieme per il Piemonte, che valorizza le prerogative e le specificità di ciascun soggetto, è un modello che può fare scuola nel resto del Paese. E il Piemonte ha già molti esempi “plastici” di collaborazione.
 
La strategia regionale "WECARE” – che coniuga misure diverse attraverso il Fondo Sociale Europeo e il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, per un investimento di risorse complessive pari a 20 milioni di euro (15 FSE e 5 FESR) – è il primo e unico caso a livello nazionale in questo settore. Nasce dal lavoro di un tavolo inter-assessorile composto da 4 assessorati della Regione Piemonte: Politiche Sociali, della Famiglia e della Casa; Diritti Civili e Pari Opportunità; Attività produttive; Istruzione, Lavoro e Formazione Professionale.
 
Nell’ambito del programma WECARE verranno sviluppate attività condivise: in particolare, le Fondazioni piemontesi sosterranno progetti che, in linea con i principi della strategia regionale, siano capaci di costruire reti pubblico-private di welfare comunitario e di rispondere in modo innovativo alle problematiche sociali.
 
L’Assessore alle Politiche Sociali, della Famiglia e della Casa Augusto Ferrari afferma: “Innovare il modo di concepire e praticare le politiche sociali è una necessità fondamentale, per poter ridare sostanza alla missione su cui i nostri sistemi di welfare sono nati e a cui oggi non riescono più a dare una risposta soddisfacente: ridurre le disuguaglianze sociali. Il percorso di WECARE è nato su queste premesse, coinvolgendo gli attori pubblici e privati nella sfida di coniugare politiche sociali, politiche del lavoro e sviluppo economico, pensando alla coesione sociale come grande occasione di sviluppo territoriale. La collaborazione con le Fondazioni bancarie piemontesi, attore fondamentale di sviluppo dei territori, è un grande passo in avanti per attuare questa strategia”. Una nuova modalità di lavoro per la pubblica amministrazione che supera la logica dei settori, costruendo obiettivi condivisi, intercettando i nuovi rischi sociali, che richiedono una adeguata programmazione integrata.  Un coinvolgimento di attori diversi dai tradizionali del mondo sociale, come il sistema delle imprese, con  nuovi strumenti finanziari e non soltanto con l’incremento della spesa pubblica.
In questa direzione le Fob, in particolare Fondazione CRT, non solo investono capitali pazienti –a lungo termine e anche privi di remunerazione- ma stanno attivando finanza innovativa, come il social bond per le carceri, in collaborazione con il Ministero della Giustizia. 
 
“L'economia sociale è un elemento importante del nostro sistema produttivo e rappresenta un fattore di sviluppo e crescita del territorio– spiega l’Assessora alle Attività Produttive Giuseppina De Santis . Nell'ambito della strategia comune regionale, riteniamo che un tema su cui lavorare sia quello del rafforzamento delle imprese che operano cercando strade innovative per dare risposte a bisogni sociali, soprattutto nel comparto sanitario e socio-assistenziale e sostenere investimenti a impatto sociale”.
 
Investire e misurare l’impatto sociale, che si può tradurre anche in minore spesa pubblica, in un quadro di profonde trasformazioni.
 
L'assessora alle Pari Opportunità della Regione Piemonte Monica Cerutti sottolinea l'importanza delle misure dedicate alle tematiche di genere, affrontate in maniera trasversale, presenti in questo atto dedicato all’innovazione sociale: “L'atto prevede una misura specifica di ben 4 milioni di euro investiti per la promozione del welfare aziendale-soprattutto sul fronte PMI-, alcune azioni che potranno essere avviate, per esempio, riguarderanno le politiche di condivisione dei tempi di vita e lavoro, quelle per le pari opportunità, ma anche il sostegno al diritto allo studio. È fondamentale e importante che le istituzioni su temi così rilevanti facciano sistema e non soltanto nella condivisione delle risorse, ma anche nella progettazione”.
 
Nel mese di dicembre 2017 è stato lanciato il primo bando per la creazione dei cosiddetti distretti di coesione sociale. Obiettivo: stimolare processi collaborativi sui territori, sperimentando azioni innovative di welfare territoriale e promuovendo una migliore governance locale. In primavera è prevista l’uscita di un secondo bando dedicato ai progetti di innovazione sociale per il terzo settore. Successivamente, saranno varate le linee per la promozione del welfare aziendale e il rafforzamento di attività imprenditoriali che producono effetti socialmente auspicabili.
Investimenti che portano a far crescere patti di comunità,  per stabilizzare modelli di cooperazione, affinchè grandi sfide sociali possano cambiare segno e smuovere un welafre ossificato, con progetti scalabili che divengano politiche.

Un profondo cambiamento culturale per affrontare i societal challenge, ma la Cultura è l’assente, a questo tavolo come in Torino social Innovation. Ci chiediamo perché.
 

 
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(Foto. Da sinistra: Anna Chiara Invernizzi, Augusto Ferrari, Anna Ferrino, Sergio Chiamparino, Giovanni Quaglia, Giuseppina De Santis, Mario Sacco, Gianfranco Mondino, Mario Ciabattini)