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A volte ritornano

  • Pubblicato il: 17/03/2014 - 09:40
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Redazione

Prato. Nato a Santa Sofia di Romagna nel 1961. Dopo la laurea in Lettere Moderne, si specializza in Storia dell'Arte Contemporanea all’ Università di Bologna. Dal 1990 al 1997 ha diretto la Galleria Comunale di Arte Contemporanea «Vero Stoppioni» di Santa Sofia, dove ha contribuito alla realizzazione di un Parco di Sculture all'aperto e all'edizione di varie edizioni del Premio Campigna. Dal 1996 al 2000 ha ideato e curato le prime tre edizioni di «Tusciaelecta. ArteContemporanea» nel Chianti, chiamando a realizzare interventi ambientali, nelle pievi, nei castelli e nelle piazze nell'area compresa tra Firenze e Siena, artisti internazionali. Nel 2001 ha curato insieme a Pier Luigi Tazzi il progetto specifico per la Biennale di Venezia «refreshing». Dal 2001 al 2008 ha diretto la Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento. Ha ideato il Premio Internazionale della Performance, che ha visto partecipare nella giuria performer internazionali come Marina Abramovic, Valie Export, Jimmie Duhram. È stato coordinatore di Manifesta 7 in Trentino Alto Adige e, dal 2006 al 2011, è stato membro del board della Fondazione Internazionale di Manifesta. Nel 2009 ha curato l'apertura del museo privato ALT - Arte Contemporanea di Bergamo. Nel 2010 è stato direttore artistico della XIV Biennale Internazionale di Scultura di Carrara e dallo stesso anno è direttore del Centro per l'Arte Contemporanea Zamek Ujazdowski di Varsavia, una delle principali istituzioni artistiche nazionali polacche.

Ecco chi è Fabio Cavallucci, selezionato tra 35 candidature e chiamato a guidare il Centro Pecci di Prato.
Non molto tempo fa aveva dichiarato al nostro Giornale: «Mi trovo nell'unico stato in Europa, la Polonia, che ancora scommette sulla cultura. (…) quando si vede un pubblico interessato e una classe politica impegnata nella cultura, non si può che essere ottimisti».
Siamo felici abbia deciso di affrontare questa ardua scommessa anche in Italia, che nella cultura ha smesso di credere da tempo. La strada è tortuosa e qui l’ottimismo di personalità competenti e capaci è tanto più necessario.
A volte, fortunatamente, ritornano e non ci resta quindi che augurargli buon lavoro.

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