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Un italiano al New York Times

  • Pubblicato il: 13/04/2012 - 10:49
Rubrica: 
DAL MONDO
Articolo a cura di: 
Anna Saba Didonato
10 x 10

New York. Poco più che trentenne, una collaborazione col «New York Times» che dura da più di sei anni, numerose altre collaborazioni con la stampa internazionale più prestigiosa, da «Le Monde» al «New Yorker», dal «Boston Globe» all’«Economist». Fra le testate italiane, figurano «la Repubblica» e «Il Sole 24 Ore», ma ha lavorato anche per le case editrici Feltrinelli e Mondadori oltre che per il Triennale Design Museum. Un grande talento quello dell’illustratore Emiliano Ponzi, internazionalmente riconosciuto e pluripremiato. Gli ultimi riconoscimenti risalgono a qualche settimana fa, quando ha ricevuto due medaglie d’oro dalla Society of Illustrator di New York, una per le immagini di «Voices for freedom», video animato realizzato per Amnesty International, l’altra per le illustrazioni dell’album I miei migliori amici immaginari di Valerio Millefoglie. Adesso il «New York Times» lo omaggia con una mostra che si inaugura giovedì 12, in una location quanto mai adatta al tipo di opere in questione. Sarà infatti la Gallery 7 della sua sede di Manhattan, ossia il settimo piano della redazione, ad ospitare i 40 lavori di Emiliano Ponzi, per un periodo di circa tre mesi. La cura è affidata a Nicholas Blechmann, art director della «Book Review» del NY Times, che nell’introduzione di 10x10 (picturebook monografico di Emiliano Ponzi edito da Corraini) riconosce in lui quelle qualità cui fa riferimento Bruno Munari quando afferma che «il designer è l’artista della nostra epoca. Non perché sia un genio ma perché con il suo metodo di lavoro riallaccia i contatti tra arte e pubblico: perché affronta con umiltà e competenza qualunque domanda gli venga rivolta dalla società in cui vive...». Questo è particolarmente calzante per il genere dell’illustrazione che, come nota Blechmann, «esiste al confine tra arte e mercato. Viene commissionata per essere pubblicata ma, quando è riuscita, va oltre i confini del singolo numero di giornale e riesce a toccare il lettore».

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da Il Giornale dell'Arte, edizione online, 11 aprile 2012