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Un giardino tra due civiltà: a Gibellina l'Islam «siciliano»

  • Pubblicato il: 13/04/2012 - 13:46
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Giusi Diana
Moataz Nasr

Gibellina (Trapani). «L'Islam in Sicilia, un giardino tra due civiltà», ospitata presso la sede della Fondazione Orestiadi di Gibellina fino al 15 maggio, è una mostra che assomma una pluralità di sguardi, articolandosi intorno al Baglio Di Stefano, attraverso quattro sezioni disciplinari tese a indagare il rapporto, quanto mai attuale, tra mondo arabo e Sicilia.
Si parte dalle origini storiche supportate dalle testimonianze archeologiche, nella sezione chiamata Eredità classica araba, curata da Alessandra Bagnera, per poi proseguire con la continuità dei rapporti artistici e culturali tra Sicilia e mondo arabo-islamico curata da Enzo Fiammetta, mentre la sezione etno-antropologica incentrata sul tema delle migrazioni di uomini, cose e simboli, dal titolo Permanenze antropologiche è curata da Giuseppe Aiello e Antonino Cusumano. Corposa la sezione dedicata all'arte contemporanea, «Intrecci tra Oriente e Occidente», affidata alla cura di Achille Bonito Oliva che ha selezionato artisti provenienti perlopiù dall'area del Mediterraneo, alcuni dei quali già presenti nella collezione del Museo delle Trame Mediterranee: Moataz Nasr (Egitto), Adonis, Ziad Dalloul (Siria), Nja Mahdaoui, Khaled Ben Slimane (Tunisia), Hakim Abbaci, Amar Briki (Algeria), Rita Ernst (Svizzera), Mary Zygouri (Grecia), Shay Frish Peri (Israele), Robert Cahen, Jaqueline Guillermain (Francia), tra gli italiani: Michele Cossyro, Salvo Cuccia, Baldo Diodato, Matteo Fraterno, Francesco Impellizzeri, Innocente, Emilio Isgrò, Rossella Leone, Alfonso Leto, Nunzio, Miriam Pace, Mimmo Paladino, Alfredo Romano, Mario Schifano e Croce Taravella.
In mostra anche i «prisenti», ossia i drappi processionali, ispirati dai doni che i pellegrini islamici portavano in offerta alla Mecca, realizzati per il Comune di Gibellina fin dagli anni '80, in occasione della festa di san Rocco, firmati da artisti tra cui Carla Accardi e Alighiero Boetti.
All'interno della interessante sezione multimediale curata da Lorenzo Romito è esposto, tra gli altri progetti, «Il tappeto volante», una installazione del collettivo Stalker, che ha fatto il giro delle capitali del mondo arabo e che per la prima volta giunge in Sicilia. Il «Tappeto» realizzato dalla comunità curda di Roma, con 44mila corde e pendagli in rame, riproduce in scala reale metà del soffitto ligneo a muqarnas della Cappella Palatina di Palermo. La mostra con il patrocinio della Regione Siciliana (Assessorato regionale Turismo, Sport e Spettacolo) e del Comune di Gibellina è stata realizzata dalla Fondazione Orestiadi in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri.

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da Il Giornale dell'Arte , edizione online, 12 aprile 2012