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Un Archivio d’arte contemporanea per rigenerare il centro storico di Napoli

  • Pubblicato il: 06/01/2012 - 16:19
Rubrica: 
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Articolo a cura di: 
Anna Saba Didonato

Napoli. E’ passato quasi in sordina il progetto «Archivi dell’arte contemporanea e Città Storica», presentato in una mostra allestita nella Gran Sala della Meridiana presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (fino al 16 gennaio). Sessanta i plastici esposti che rappresentano altrettante ipotesi progettuali per la realizzazione di un edificio che accolga l’archivio dell’artista napoletano Mimmo Jodice. La mostra è il risultato della ricerca effettuata dai corsi di progettazione architettonica di sei istituzioni universitarie europee - la Facoltà di Architettura dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, La Technishe Universität di Vienna, la Bauhaus Universität di Weimar, la University of Strathclyde di Glasgow, la Universität der Künst di Berlino, l'University College di Dublino - partecipanti al progetto «Archivi dell’arte contemporanea e Città Storica». L’oggetto della ricerca è il rapporto tra architettura contemporanea e città storica europea, nell’ambito del quale si è discusso sull’opportunità di realizzare archivi di arte contemporanea e sulla loro valenza in rapporto al contesto sociale, economico e culturale cittadino.
Il prof. Ferruccio Izzo - responsabile scientifico del progetto insieme agli altri due docenti Nicola Di Battista e András Pálffy – ha sottolineato come alla base dei singoli progetti vi sia la volontà di «interpretare gli archivi in maniera diversa, non soltanto come luoghi in cui conservare, studiare ed esporre l’opera di un artista contemporaneo, ma anche come centri dove produrre cultura, in costante interrelazione con il contesto economico e sociale. E dove, dal contatto costante con le opere, far nascere programmi e attività che possano stimolare una migliore comprensione del lavoro artistico e approfondire la conoscenza dei luoghi storici che l’hanno ispirato. E, infine, verificare come le stesse opere artistiche si sono strutturate in rapporto a questi luoghi».
La ricerca interuniversitaria è stata condotta sulla base di un caso studio specifico: la progettazione di spazi per l’archivio Jodice, nell’ambito dell’antico tessuto urbano di Napoli. Sei i siti su cui intervenire, tutti caratterizzati dalla presenza di ruderi o di aree di risulta, effetti dei bombardamenti risalenti alla II guerra mondiale o del terremoto del 1980, coerentemente con una modalità di intervento improntata al rispetto delle preesistenze. Né la scelta artistica caduta sul napoletano Mimmo Jodice è casuale, precisa Izzo. «Abbiamo cercato un artista che potesse aprire la strada alla comprensione di quei luoghi e avviare un dialogo con la storia e le diverse identità delle città, per promuovere un linguaggio e un modo di fare architettura che sia contemporaneo ma che riesca a collocarsi quasi in una dimensione al di fuori del tempo, ponendo le proprie basi su valori che diventano delle costanti, arrivano al fondo di una civiltà e ne interpretano i principi fondativi».
Punto di partenza nella progettazione? «Le dimensioni dell’archivio e le necessità connesse - per una superficie di circa cinque mila metri quadrati - su cui è stato strutturato il programma per la progettazione di spazi funzionali alla conservazione, restauro ed esposizione, nella previsione di ospitare anche mostre temporanee di altri artisti al fine di promuovere il confronto culturale e in una logica di massima apertura verso il pubblico».
Una grande opportunità per la città partenopea, che speriamo possa trovare concreta realizzazione, comunque un progetto espositivo che sarà itinerante e soprattutto un efficace modello di ricerca esperienziale che verrà esteso. Finora è emerso l’interesse da parte dell’assessore all’urbanistica di Napoli, arch. Luigi De Falco, che ha chiesto di poter ricevere i progetti per prenderli in considerazione sia come modalità di intervento sui ruderi del centro antico, che nell’ottica della creazione di un archivio dell’opera dell’artista. Si è reso inoltre disponibile a fare un appello al Comune e alla Regione, in modo da promuovere il progetto. E in prospettiva, non si esclude che la presa in carico dell’archivio Jodice da parte della città di Napoli possa portare alla costituzione dell’omonima fondazione.

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