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Trasparenza, garanzia di sostenibilità

  • Pubblicato il: 18/01/2013 - 12:03
Autore/i: 
Rubrica: 
OPINIONI E CONVERSAZIONI
Articolo a cura di: 
Cecilia Conti
Luigi Di Corato

Il bilancio di missione non rappresenta per le organizzazioni non profit un completamento del bilancio d’esercizio, bensì la fondamentale forma di rendicontazione - sociale, culturale ed economica - capace di descrivere cifre, fatti e valori, riunendo al suo interno aspetti istituzionali, economico-finanziari, organizzativo-gestionali e strategici. Tale rendicontazione garantisce trasparenza amministrativa e gestionale, e parte dalla mission dell’organizzazione stessa per monitorare e valutare, attraverso indicatori quantitativi e qualitativi, se e come essa è stata raggiunta e soddisfatta.
Alla funzione di rendicontazione e valutazione si unisce quindi quella di comunicazione agli stakeholder, interni ed esterni, per trasmettere informazioni relativamente all’identità, alla gestione, ai risultati e alle strategie future.
Questo è il «Bilancio di Missione e Rapporto delle Attività 2009-2011» della Fondazione Musei Senesi (FMS). Il documento descrive ogni azione intrapresa nel triennio per il raggiungimento della propria mission, che viene così sintetizzata: «Fondazione Musei Senesi è un’istituzione partecipativa volta allo sviluppo culturale, sociale ed economico delle terre di Siena tramite la valorizzazione del patrimonio culturale collettivo. È orientata all’innovazione e al cambiamento ed aperta a tutti coloro che ne condividono gli scopi istituzionali e gli obiettivi strategici». Questa, per coerenza alle caratteristiche formali e sostanziali dello strumento di rendicontazione adottato, diviene protagonista del bilancio della FMS e linea guida per l’identificazione di quattro obiettivi strategici (partecipazione, sviluppo tramite la valorizzazione del patrimonio culturale, innovazione e cambiamento, accessibilità) e degli indicatori quantitativi e qualitativi, settantacinque in totale, per leggere oggi e negli anni a venire i risultati, le potenzialità e gli eventuali aggiustamenti al percorso strategico definito.
Il Bilancio di Missione fa parte di un percorso di rinnovamento o, come definito dal Direttore Generale Luigi Di Corato, di reingegnerizzazione, che coinvolge inevitabilmente anche lo strumento di accountability adottato. Tale processo ha inizio nel 2009, quando la FMS istituisce e rende pienamente operativa la direzione generale. A questo segue un periodo di analisi e l’elaborazione di un piano di riorganizzazione strategica, profondamente segnato dalla congiuntura economica generale e locale, con la crisi della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, principale finanziatore delle attività di FMS. Ha così inizio «un’azione di ristrutturazione organizzativa interna e una reingegnerizzazione dei processi e dei servizi a vantaggio dei musei e degli enti partecipanti».
Dall’introduzione di nuovi sistemi di programmazione annuale all’efficientamento della capacità di spesa e alla riduzione dei costi operativi, dal coinvolgimento fattivo degli organi di governo, di indirizzo e di controllo, alla revisione complessiva degli strumenti di comunicazione e all’attivazione di percorsi di volontariato, dall’introduzione di strumenti condivisi per l’accesso ai finanziamenti, nel tentativo di differenziare al massimo le fonti, alla promozione di pratiche collaborative, in particolare tra i musei di una medesima area, favorendo così il rafforzamento del senso di appartenenza, la coerenza con le caratteristiche dei territori che compongono la Provincia di Siena e lo sviluppo di percorsi interdisciplinari. Questi sono in sintesi alcuni dei provvedimenti contenuti nel piano di riorganizzazione e realizzati dalla FMS, che si propone come ente non direttamente operativo, ma di coordinamento effettivo e di supporto ai Musei, capace di garantire loro competenze tecniche e scientifiche.
In linea con gli obiettivi strategici che la FMS si prefigge, il formato editoriale del Bilancio di Missione è scelto per offrire massima accessibilità ai contenuti e permetterne la più ampia diffusione possibile, prima di tutto tra shareholders e stakeholders della Fondazione. Esso è stato realizzato come ibook interattivo, con contenuti di approfondimento multimediali, e in versione pdf, per la consultazione su altre piattaforme.
Nella forma e nei contenuti, quanto fatto dalla FMS può dare un contributo alla ricerca in materia, dimostrando l’importanza di tale strumento per la trasparenza e la sostenibilità delle organizzazioni culturali e, in generale, di tutti i soggetti operanti nel non profit.
E prima ancora che per la misurazione delle performance, la Fondazione può contribuire a sensibilizzare sulla necessaria e quanto mai urgente aziendalizzazione delle organizzazioni culturali e sull’adozione di una gestione autenticamente partecipata, aperta alle economie di scopo, che nascono dalla collaborazione con il territorio.
«Siamo convinti che solo dall’applicazione concreta degli strumenti descritti sia possibile una trasformazione che può determinare una sostenibilità nuova, basata sulla partecipazione attiva delle comunità locali (composte in primo luogo dai cittadini, ma anche da istituzioni pubbliche e private, soggetti del terzo settore, imprese, ecc.) al patrimonio culturale e museale inteso sempre più come bene comune»sostiene Luigi Di Corato«Una ritrovata centralità, che possa creare nuovi presupposti per una più matura presa di responsabilità nei confronti di ciò che conserva una parte consistente della nostra identità, anche nell’ottica della generazione di nuove industrie creative a base culturale per una diversa competitività del sistema Italia»
In tal senso, la trasparenza rappresenta il mezzo per garantire nel lungo periodo la sostenibilità delle iniziative intraprese, degli obiettivi perseguiti e del valore prodotto e, quindi, una maggiore responsabilità nei confronti della comunità. Porre l’accento sullo sviluppo sostenibile comporta non solo un cambiamento nel processo di rendicontazione e comunicazione, ma implicazioni più profonde, portando al centro della pianificazione strategica e del sistema di governance il concetto di cultura come bene comune e la tensione a generare un cambiamento positivo, a massimizzare l’utilità sociale delle attività e ad assicurare il prolungarsi degli effetti positivi.

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