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Quegli artisti Borderline in mostra al Mar, Bosch, Dalì, Basquiat

  • Pubblicato il: 08/02/2013 - 20:46
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Stefano Luppi
Antonio Ligabue

Ravenna. Non c’è tregua per Claudio Spadoni, direttore del Mar – Museo d’arte di Ravenna che dopo avere gestito con buon successo di pubblico, critica e affari la curatela di Arte Fiera a Bologna si presenta quindici giorni dopo con una ampia rassegna al «suo» museo. «Borderline. Artisti tra normalità e follia. Da Bosch a Dalì, dall’Art Brut a Basquiat», dal 17 febbraio al 16 giugno si inserisce in un filone, quello del rapporto tra la psiche e la creatività, di grande interesse se pensiamo a tante produzioni artistiche di fine Otto e Novecento, ma soprattutto se pensiamo agli studi francesi degli anni Cinquanta e Sessanta del XX secolo dedicati «all’art psychopathologique» in chiave antropologica legata alla psichiatria fenomenologica. Spadoni è appunto il curatore dell’appuntamento, insieme a Giorgio Bedoni, psichiatra, psicoterapeuta, docente presso l’Accademia di Brera, e Gabriele Mazzotta (la Fondazione Mazzotta di Milano e la Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna sostengono l’iniziativa con catalogo G. Mazzotta). L’obiettivo dichiarato della mostra è di superare i confini che fino ad oggi hanno racchiuso l’Art Brut, quella che maggiormente viene in mente pensando al tema scelto, e più in generale «l’arte dei folli» in una sorta di recinto che isola gli esponenti rispetto agli artisti percepiti come «normali». Aspetto da non trascurare se si pensa alla produzione critica e al mercato legati a queste riflessioni. «Già agli inizi del XX secolo, spiegano i curatori di Borderline, diversi protagonisti delle avanguardie artistiche e alcuni psichiatri innovatori guardarono in luce nuova le esperienze nate nei luoghi di cura per malati mentali: le ricerche di quegli anni avevano avviato una revisione radicale di termini quali “arte dei folli” e “arte psicopatologica” prendendo in esame queste produzioni sia come sorgenti stesse della creatività quanto come una modalità propria di essere nel mondo, da comprendere al di là del linguaggio formale». Ricordiamo in sintesi alcune significative tappe storiche del secolo che abbiamo alle spalle. Nel 1912 Paul Klee, in occasione della prima mostra del movimento artistico del «Blaue Reiter» alla galleria Thannhauser di Monaco aveva individuato nelle culture primitive, nei disegni infantili e in quelli dei malati mentali le fonti dell’attività creativa. Nel 1922 lo psichiatra tedesco Hans Prinzhorn pubblicò un testo dal titolo «Bildnerei der Geisteskranken (“L’attività plastica dei malati di mente)» che segnerà la fine dello sguardo positivista sulle produzioni artistiche nate negli ospedali psichiatrici. Infine, nel 1945 Jean Dubuffet coniò la nozione di Art Brut avviando così una nuova epoca di ricerche in questo campo. Oggi il termine Borderline individua una condizione critica della modernità, antropologica prima ancora che clinica e culturale e su questi aspetti si sofferma la mostra che individua la creatività anche in autori ritenuti malati, «alienati» o, detto in un linguaggio nato negli anni ’70, negli «outsiders». Il percorso scelto si sviluppo in una sezione introduttiva dedicata alla introspezione con opere di Hieronymus Bosch, Pieter Bruegel, Francisco Goya, Max Klinger e Théodore Géricault. Seguono aree tematiche. «Disagio della realtà» con opere di Pierre Alechinsky, Karel Appel, Jean Dubuffet, Gaston Chaissac, Madge Gill, Vojislav Jakic, Asger Jorn, Tancredi Parmeggiani, Federico Saracini, Gaston Teuscher, Willy Varlin, August Walla, Wols, Adolf Wölfli, Carlo Zinelli. «Il disagio del corpo» con opere di Victor Brauner, Corneille, Jean Dubuffet, Pietro Ghizzardi, Cesare Inzerillo, André Masson, Arnulf Rainer, Eugenio Santoro, Carlo Zinelli, Hermann Nitsch, Günter Brus, Joaquim Vicens Gironella, Josef Hofer, Dwight Mackintosh, Oswald Tschirtner. «Ritratti dell’anima» con molti autoritratti di Francis Bacon, Enrico Baj, Jean Michel Basquiat, Pablo Echaurren, Sylvain Fusco, Pietro Ghizzardi, Theodor Gordon, Antonio Ligabue, Bengt Lindstrom, Mattia Moreni, Arnulf Rainer, Gino Sandri, Lorenzo Viani, Aloïse Corbaz. «Terza dimensione del mondo» con inediti di Umberto Gervasi, Giuseppe Righi e alcune opere di arte primitiva del Sepik. «Sogno rivela la natura delle cose» con Salvador Dalì, Max Ernst, André Masson, Victor Brauner, Paul Klee, Scottie Wilson

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«Borderline. Artisti tra normalità e follia. Da Bosch all’Art brut, da Ligabue a Basquiat»
Museo d’Arte della città di Ravenna, 17 febbraio – 16 giugno 2013