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Quando l’arte nasce ad alta quota

  • Pubblicato il: 29/07/2011 - 09:57
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Stefania Crobe
Una veduta della cava

Sass Muss – Sospirolo (Belluno) La montagna appartiene al nostro immaginario, come luogo impervio da scalare. Un luogo la cui comprensione è spesso difficile, non immediata ma stratificata. Tra le rocce si sedimenta la storia di un tempo non percepibile, che a un certo punto incontra e si fonde con la natura e gli uomini, creando relazioni e processi trasversali.
Relazioni difficili che l’arte può aiutare a comprendere, mostrando sfaccettature diverse in cui il limite che la montagna costituisce diviene una «siepe», al di là della quale scorgere infinite possibilità.
La montagna, intesa come risorsa capace di stimolare nuove suggestioni e orizzonti creativi, diventa il presupposto su cui si fonda «DC- dolomiti contemporanee. Laboratorio d'arti visive in ambiente», un progetto che nasce nel cuore delle Dolomiti, proclamate patrimonio dell’UNESCO.
Un bene come l’arte, produttrice di senso e moltiplicatrice di visioni, che ad alta quota esplora le possibili interazioni tra uomo e natura, materialità e trascendenza, all’interno di uno scenario la cui potenza ci rende istante. Nell’incontro, nella condivisione creativa, nella crescita reciproca l’arte ci rende però anche consapevoli e potenzialmente infiniti.

Nello spazio fisico, tematico e ideale delle Dolomiti che diventano paesaggio della mente, artisti, curatori e soggetti differenti, interessati a indagare lo spazio, si incontrano in un incontro dialettico, in cui il paesaggio si carica di significato e si svela.

Il progetto, ideato e sviluppato da Gianluca D’Incà Levis, ha il suo epicentro a Sass Muss, un complesso di archeologia industriale a 7 km. dal centro storico di Belluno (Comune di Sospirolo). Qui natura e stratificazione antropologica danno vita a un laboratorio di arti visive, a una fucina di creatività che vede artisti e curatori lavorare insieme per esplorare nuovi confini, con la possibilità di risiedere per un periodo breve, a rotazione, in loco.
Un campus laboratorio che produrrà due blocchi di mostre di cui le prime tre, curate da Andrea Bruciati, Gianluca D’Incà Levis, Alberto Zanchetta, inaugurano sabato 30 luglio; le quattro successive invece, curate da Daniele Capra, Gianluca D’Incà Levis, Alice Ginaldi, Francesco Ragazzi e Francesco Urbano, inaugureranno sabato17 settembre.

Un’esposizione di opere, dunque, che in quel contesto si sono generate.Un progetto complesso, nato grazie alla cooperazione di più attori sociali, pubblici e privati: Regione del Veneto, Provincia di Belluno, Comune di Belluno, Comune di Sospirolo, Fondazione Bevilacqua La Masa, Palazzo Riso, Fondazione Dolomiti Unesco, Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, Confindustria, Consorzio Bim Piave, Enel. Un iniziativa, che fa della montagna non un limite, ma bensì, una risorsa e una complessità da valorizzare e interpretare.

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