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Quale idea di patrimonio pubblico e di società civile?

  • Pubblicato il: 15/06/2015 - 16:28
Autore/i: 
Rubrica: 
SPECIALI
Articolo a cura di: 
Luca Gaeta

SPECIALE VALORIZZAZIONE DEGLI IMMOBILI PUBBLICI E SVILUPPO TERRITORIALE. Il Commento di Luca Gaeta, Professore Associato presso il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, al volume Strategie e strumenti per la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico 

Gli immobili pubblici non costituiscono un «patrimonio» finché lo Stato, nelle sue articolazioni, non adotti una strategia gestionale coerente, perseverante e lungimirante. Decidere quale sia la strategia non spetta alla comunità scientifica, benché essa abbia argomenti da avanzare e competenze da impegnare. Un ampio dibattito, che inizi dal Parlamento, dovrebbe impegnare il maggior numero di interlocutori dando voce ai valori che la nazione attribuisce alla res publica,
Quattro cardini su cui imperniare una strategia realistica si possono però elencare: colmare il deficit conoscitivo del patrimonio pubblico come indispensabile premessa della sua valorizzazione; consolidare e rendere organico un quadro normativo non esente da contraddizioni e ridondanze; coniugare l’azione di tutela e valorizzazione dei beni con la promozione dello sviluppo locale; alienare il patrimonio solo dopo aver escluso la sussistenza di un interesse pubblico e la fattibilità di forme concessorie.
Conoscere il patrimonio pubblico significa realizzare un sistema aggiornabile di catalogazione, condiviso e legittimato dai soggetti che ne sono responsabili, anche attraverso la collaborazione delle università locali. Esso favorirebbe forme di valorizzazione più efficaci e diffonderebbe la sensibilità per i beni culturali, architettonici, ambientali e paesistici che oggi anima gruppi ristretti di cittadini.
Consolidare il quadro normativo significa sospendere la ricerca compulsiva di nuove procedure. È urgente invece sedimentare buone e cattive pratiche per disegnare, alla luce di evidenze empiriche, integrazioni e aggiustamenti del quadro normativo. Sono condizioni necessarie (anche se non sufficienti) per rendere più attuale e pertinente l’insieme di regole che governa il trattamento degli immobili pubblici, garantendo un rapporto ben temperato tra ragioni municipali e ministeriali, tra interessi generali e particolari.
Coniugare valorizzazione e sviluppo significa coinvolgere pienamente gli enti locali in progetti che intercettino reali vocazioni territoriali, capaci di mobilitare interessi diffusi. La valorizzazione non è efficace di per sé ma lo diventa nella misura in cui è capace di generare esternalità positive, con forme di regolazione aperte a processi di autorganizzazione sociale. Dalla visione che pone al centro il singolo immobile si passa a una prospettiva in cui emergono interazioni virtuose con altri beni e risorse del territorio.
Non alienare il patrimonio significa che la vendita è sensata in alcune circostanze, ma sarebbe erroneo praticarla in modo indiscriminato come se fosse la pratica gestionale più remunerativa e vicina all’interesse generale. Il patrimonio pubblico è la tangibile testimonianza dell’esistenza di una comunità previdente nei confronti del rischio sociale, economico e ambientale: impoverirlo con alienazioni frettolose è il sintomo di un decadimento civile. Questo esito si scongiura iniziando sul serio a considerare il patrimonio pubblico una risorsa strategica da preservare.
 
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Luca Gaeta è Professore Associato presso il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano