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Progetto XXI

  • Pubblicato il: 15/11/2013 - 15:35
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notizie
Articolo a cura di: 
Micole Imperiali

Napoli. Prosegue il cammino iniziato quasi un anno fa e promosso da Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee, in collaborazione con Fondazione Morra Greco per l’Arte Contemporanea di Napoli per il ciclo di mostre facenti capo a «Progetto XXI». Si tratta di un’iniziativa che nasce con l’intento di ricercare, analizzare e promuovere le nuove tendenze artistiche e che vede il sovrapporsi di due realtà - una più giovane ed emergente, l’altra più consolidata - all’interno di un più vasto iter in stretto dialogo con la città, ospitato tra 2013 e 2014 da istituzioni napoletane come Fondazione Morra Greco, Villa Pignatelli e Palazzo Reale. Alla prima realtàappartiene un ciclo di quattro mostre dal titolo «Hybrid Naples. L’ordine delle idee deve procedere secondo l’ordine delle cose» che presenta otto progetti espositivi a cura di Jörg Heiser secondo le scelte artistiche di artisti quali Max Frisinger e Shana Moulton; Christian Waldvogel e Eric Wesley; Klaus Weber e Matheus Rocha Pitta; Bettina Allamoda e Geoffrey Farmer. Alla seconda fanno capo inveceJimmie Durham, Judith Hopf, Stano Filko e Mark Dion, artisti presenti da diversi anni nel mondo dell’arte. A questo ciclo di eventi - e quasi seguendo una terza linea di svolgimento del programma - si affiancheranno infine le residenze di quattro artisti di fama internazionale, che termineranno con la realizzazione di mostre anch’esse in dialogo con il contesto cittadino.
Napoli, e la sua essenza, sono il punto focale di questo progetto, così come si evince dal titolo «Hybrid Naples» scelto per le mostre di artisti emergenti. L’arte qui viene mostrata secondo un diverso modello percettivo, in quanto capace di produrre significati anche se non puramente illustrativa. Le singole mostre che gli danno forma si presentano come elementi a sè, ma che allo stesso tempo innescano connessioni strette e profonde con la città. Non si possono quindi definire nè individuali, nè collettive, nè legate ad un tema curatoriale preciso, nè come successione casuale di singoli progetti. Non a caso, quindi, la parola hybrid. Ma i brida è anche la stessa Napoli, una città in continuo divenire, frutto di una trasformazione costante che porta a quella commistione dove convivenza e adattamento con la dissonanza tipica di questa terra sono il frutto dello spirito di improvvisazione dei suoi abitanti. Una tendenza d’altronde che ha sempre caratterizzato la storia millenaria della città, dove la compresenza di elementi e influenze culturali diversi ha dato vita ad una stratificazione ancor oggi percepibili. In più, la parola «ibrido» vuole proporre anche un altro tipo di aggancio, quello cioè al modo di concepire l’arte contemporanea, certamente ibrida per molteplicità di mezzi utilizzati e messaggi prodotti, ma che non trova in questa definizione l’unico senso della sua associazione al termine. Scelto per spiegare più dettagliatamente la concezione di «Hybrid Naples» è il sottotitolo dato al progetto - «L’ordine delle idee deve procedere secondo l’ordine delle cose», citazione del filosofo napoletano Giambattista Vico tratta dalla sua opera principale «Scienza Nuova» del 1725, in cui sostiene che la società si sviluppi secondo cicli ricorrenti.
Come si collega il concetto vichiano alle proposte artistiche di «Progetto XXI»? Riflettendo sul fatto che l’arte, come in questo caso, non è frutto di ripetizione di concetti precedentemente espressi o rispondenti ad istruzioni impartite da tecnici del settore, ma nient’altro che condivisione di esperienze e tempi comuni, così come dell’influsso di questi sui processi cognitivi degli artisti.

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