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Piccola e contemporanea

  • Pubblicato il: 21/02/2014 - 17:43
Rubrica: 
STUDI E RICERCHE
Articolo a cura di: 
Cristina Marinelli
Federica Marangoni

20 sono le corporate collection del territorio umbro analizzate da «Arte contemporanea e impresa», una ricerca finanziata dal «POR UMBRIA FSE 2007-2013» presso l’Università degli Studi di Perugia (Facoltà di Lettere e Filosofia, Dipartimento Uomo e Territorio, Sezione di Storia dell’Arte). Il progetto, svolto nel periodo maggio 2011 - aprile 2012, ha studiato una tipologia di collezionismo eterogenea e variegata partendo dallo studio orizzontale e concreto di una realtà provinciale ma significativa come quella dell’Umbria.
Uno spazio geografico circoscritto e con caratteristiche socio-economiche peculiari, certamente ai margini dello scenario artistico nazionale, ma nel quale non mancano le eccellenze.
Il sistema imprenditoriale umbro, nonostante una progressiva «terziarizzazione», ha nel comparto agricolo uno dei principali volani produttivi. Le micro-imprese connotano l’economia regionale rappresentando oltre il 95% del totale delle aziende del territorio (fonte Unioncamere Umbria).
Ad una prima ricognizione sono state identificate oltre 100 imprese umbre attive nella promozione dell’arte contemporanea. Di queste 30 sono risultate proprietarie di una collezione ma soltanto in 20 hanno aderito al progetto. I soggetti partecipanti si sono resi disponibili a un’analisi storico-critica del patrimonio e ad un approfondimento sulle dinamiche di costituzione e sviluppo delle raccolte.
Le imprese selezionate differiscono tra loro sia per il settore d’intervento (spesso diversificato all’interno di uno stesso gruppo imprenditoriale) che per le tipologie di investimento in ambito culturale: il 65% delle aziende appartiene al comparto dei servizi, il 20% a quello industriale e il 15% a quello agricolo. Il settore dei servizi a sua volta si suddivide in un 46% di attività ricettive, un 23% di banche, un 23% di attività commerciali e un 8% di altre tipologie di servizi. Il settore industriale presenta un 25% di imprese di costruzione e un 75% di manifatture ceramiche. Il settore agricolo è dominato da aziende vitivinicole, che si attestano al 67%, mentre il 33% è rappresentato da attività zootecniche.
Le collezioni d’impresa sono distribuite in tutta la regione, toccando sia le principali città che i centri minori: la  provincia di Perugia, che si estende su tre quarti della superficie umbra, conta  17 soggetti, mentre 3 sono quelli presenti in provincia di Terni.
Gran parte delle collezioni analizzate è nata dalla passione personale dell’imprenditore ed è andata plasmandosi in base agli sviluppi del gusto e delle esigenze di quest’ultimo.
Le raccolte d’arte comprendono prevalentemente opere di artisti italiani, sia pittoriche che scultoree, mentre negli ultimi anni si è registrata un’apertura alla fotografia in alcune delle collezioni esaminate. Un dato di grande interesse è che il 15% delle collezioni si caratterizza con opere site-specific e inamovibili. La commissione di un’opera fa dell’imprenditore una sorta di mecenate, definizione con la quale spesso questi si identifica. Il valore aggiunto di tale operazione, oltre a sostenere e promuovere l’arte, sta nel mettere l’artista in condizione di veicolare il messaggio estetico e culturale del proprio lavoro attraverso i luoghi del quotidiano.
Infatti, la modalità preponderante di acquisizione delle opere è l’acquisto o la commissione diretta all’artista (65%), soprattutto per quanto riguarda quelli operanti nel territorio regionale, mentre il 20% si affida alle gallerie. Solo in una minima parte delle collezioni alcuni acquisti vengono effettuati attraverso le aste. Per quanto riguarda le banche, invece, è da sottolineare come l’acquisizione di opere d’arte segua dinamiche disparate (dalla contropartita di crediti inesigibili, all’acquisizione di opere attraverso intermediari, dall’acquisto nelle gallerie a quello diretto presso l’artista o i suoi eredi).
Un fattore di primaria importanza che affiora dalla ricerca riguarda l’accessibilità alle collezioni. Va specificato che si deve distinguere tra due categorie di pubblico: uno generico, fatto di cittadini, e uno interno all’impresa, fatto di dipendenti e clienti. Nei soggetti analizzati solo il 15% delle collezioni ha delle location dedicate e accessibili a un pubblico esterno. Il 75% delle corporate collection è fruibile da un pubblico interno in quanto dislocate negli spazi aziendali e di rappresentanza. Il 10% delle collezioni non è accessibile poiché conservate in spazi privati.
L’arte contemporanea si configura come una risorsa strategica capace di comunicare efficacemente l’identità d’impresa, rispondendo a criteri di Social Responsability. L’arte e la cultura,arricchendo gli asset immateriali delle aziende, rafforzano il legame con il territorio di riferimento.
Il progetto «Arte contemporanea e impresa» guarda alla creazione di un catalogo regionale delle collezioni d’arte contemporanea d’impresa, attraverso un’analisi storico-critica delle singole raccolte, inserendole in un'indagine di settore nel contesto umbro.

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