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Peggy Guggenheim e Joseph Ratzinger adorano William Congdon

  • Pubblicato il: 30/03/2012 - 09:33
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Stefano Luppi

New Haven (Usa) e Venezia. L’Università Cà Foscari e il museo dei Knights of Columbus di New Haven, nell’americano Connecticut, rendono omaggio al pittore William Grosvenor Congdon nei cent’anni dalla sua nascita. L’artista nasce il 15 aprile 1912 a Providence Rhod Island da una facoltosa famiglia di industriali e nel 1930 si iscrive alla Yale University che frequenta fino al 1934, anno in cui si cimenta nelle prime prove di pittura sotto le indicazioni di Henry Hensche. Dieci anni dopo apre uno studio come scultore a Berkshire Hills sotto la guida del maestro George Demetrios, ma tutto si interrompe causa la sua partenza per la seconda guerra mondiale con la divisa dell'American Field Service che al seguito dell'esercito presto soccorso nel campo di concentramento di Bergen Belsen. Nel 1947 Congdon torna a New York dove inizia a esporre nelle gallerie, in particolare alla Betty Parsons Gallery, assieme ai giovani autori  dell’Action Painting Jackson Pollock, Willem De Kooning, Franz Kline e Mark Rothko. Come questi anche Congdon ha successo e si trasferisce a Venezia dove rimane per circa un decennio prima di intraprendere lunghi viaggi in Europa e Africa. Le sue opere iniziano ad essere paragonate a quelle di Turner e l’artista ha occasioni di incontro importanti, come quella con il musicista Igor Stravinsky che diverrà suo amico. Dal 1960 al 1970 l’americano si stabilisce ad Assisi dove realizza dipinti di soggetto religioso e numerosi paesaggi, dopodiché ripartono i viaggi in India, America Latina Oriente fino al trasferimento nel 1979 alla Cascinazza, in un monastero benedettino situato nella bassa Lombarda, dove trascorre i suoi ultimi anni e dove muore il 15 aprile del 1998. Sono passati 100 anni dalla nascita e Cà Foscari lo ricorda con la rassegna «William Congdon a Venezia (1948-1960), uno sguardo americano» dal 5 maggio al 8 luglio a Palazzo Ca' Giustinian dei Vescovi (curatori Giuseppe Barbieri e Silvia Burini, mentre l’organizzazione è dell’Università insieme alla William G. Congdon Foundation di Milano-Washington). L’artista era molto amato da Peggy Guggenheim che nel 1953 scrive: «William Congdon è l'unico pittore, dopo Turner, che ha capito Venezia, il suo mistero, la sua poesia, la sua passione. Il suo modo d'esprimersi è moderno, la sua comprensione vecchia quanto la città stessa. Egli ha saputo cogliere l'effettiva essenza di molti secoli e fonde questa visione in un sogno così fantastico e bello che i suoi dipinti lasciano senza respiro». La mostra propone oltre 40 opere realizzate nel lungo soggiorno veneziano (1948-1960), un luogo fondamentale per la sua ricerca espressiva anche perché, come ricorda ancora Peggy Guggenheim, l’artista «Non appartiene a nessun gruppo di pittori. Sta a parte. Non appartiene a nessuna scuola. Nessuno ha cercato di dipingere alla sua maniera prima di lui». L’appuntamento, il primo mai realizzato a Venezia, riunisce molti degli esiti più significativi della produzione di Congdon sul soggetto veneziano, tra le prime Piazze del 1948 e il Crocefisso 1b (1960), realizzato dall'artista dopo la clamorosa conversione alla chiesa cattolica che finì per escluderlo dal sistema e dal mercato dell'arte statunitense. Oltre che dalla Fondazione Congdon le opere provengono da collezioni private italiane e americane, nonché da numerosi musei americani e da quello inglese dell'Università di Cambridge. Le tele di Congdon saranno esposte nelle sale del piano nobile, affiancate da gigantografie del suo soggiorno veneziano, da bacheche con lettere e schizzi, dalla proiezione di disegni, appunti grafici e opere di soggetto veneziano o coeve non convocabili nel percorso della mostra. Al pianterreno dello spazio espositivo, nell'ambito del progetto di ricerca «Venice Imago», saranno inoltre collocate alcune piante topografiche della città di Venezia, rese interattive grazie a uno specifico software predisposto dall'équipe del Computer Vision Laboratory di Ca' Foscari, con proiezioni sulle pareti delle sale di scorci e vedute della città di Venezia da Turner a Congdon (riproduzione di opere di Turner, Caffi, Renoir, Monet, Singer Sargent, De Pisis, Klee, Music, Vedova, Tancredi, Guidi) in modo da far percepire la novità d'impianto degli esiti del pittore americano e la risonanza nelle sue opere di quelli di Turner. In attesa della mostra veneziana l’artista è esposto nel Connecticut al Museo dei Knights of Columbus di New Haven con la mostra «The Sabbath of History: William Congdon» visibile sino al 16 settembre prossimo. Esposte sessantacinque opere,  quasi tutti dipinti a olio, provenienti dai più importanti musei americani e da collezioni pubbliche e private in America e in Europa, che illustrano l’intero percorso artistico, lungo quasi cinque decadi, dell’americano. L’arte di Congdon, pur essendo solo in piccola parte dedicata a soggetti apertamente religiosi, nasce tuttavia da una profonda meditazione spirituale, al punto che, a un certo punto ha potuto trovare una inattesa consonanza con le riflessioni di uno dei maggiori teologi del secondo novecento, Joseph Ratzinger oggi papa Benedetto XVI. La rassegna è divisa in due parti: nella prima sono presentate anche le meditazioni sul Venerdì e Sabato Santo scritte da Joseph Ratzinger nel 1967 e la seconda vede allestiti in cinque sezioni i dipinti di Congdon.

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