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PARLANO LE CARTE D’ARCHIVIO

  • Pubblicato il: 16/12/2018 - 09:55
Rubrica: 
FONDAZIONI PER LA CULTURA
Articolo a cura di: 
Elisabetta Ballaira
A Torino, nell'ambito di un ampio programma cittadino di eventi per l'80° anniversario delle leggi razziali, la Fondazione 1563, ente strumentale della Compagnia di San Paolo presieduto da Piero Gastaldo, ha aperto al pubblico la propria sede nell’antico Educatorio Duchessa Isabella di piazza Bernini con la mostra "Le case e le cose. Le leggi razziali del 1938 e la proprietà privata" , ideata dallo stesso ente con la curatela di Fabio Levi, Anna Cantaluppi e Erika Salassa.

 
Torino. Nell'ambito di un ampio programma cittadino di eventi per l'80° anniversario delle leggi razziali, la Fondazione 1563  ha aperto al pubblico la propria sede nell’antico Educatorio Duchessa Isabella di piazza Bernini con la mostra "Le case e le cose. Le leggi razziali del 1938 e la proprietà privata" , ideata dallo stesso ente con la curatela di Fabio Levi, Anna Cantaluppi e Erika Salassa.
 
L’Archivio storico della Compagnia di San Paolo, che la Fondazione 1563 gestisce e valorizza,  conserva non solo le carte della sua storia antica, ma anche quelle del Novecento derivanti dall’attività della banca, l’Istituto di San Paolo di Torino, tra cui il Fondo Gestioni EGELI - Ente Gestione e Liquidazione Immobiliare, con cui il governo fascista gestiva i sequestri delle proprietà dei “cittadini di razza ebraica”.
Si tratta di 115 metri lineari di documenti con oltre 6300 fascicoli nominali, registri, rubriche dal 1940 al 1950 che raccontano la storia del destino amaro che costrinse le famiglie ebree italiane (e successivamente anche straniere) a lasciare le loro case con gran parte dei beni in esse contenuti.
 
Tra i più toccanti temi risultano i destini incrociati delle persone: proprietari di case e cose che perdono le proprietà e i beni personali, periti e funzionari della banca che svolgono le pratiche con puntigliosa capacità, e cittadini colpiti dalla guerra diventati utilizzatori più o meno consapevoli dei beni sottratti. Tante sono le storie delle proprietà di famiglie ebree note e meno note, torinesi ma anche piemontesi e liguri, tra cui quelle degli scrittori Primo Levi e Natalia Ginzburg, quella del compositore Leone Sinigaglia, dei Momigliano, dei Segre, degli Ovazza, dei Disegni, dei Lattes, del saponificio genovese Valobra, tanto per citarne alcuni. Gli immobili - ville, cascine, appartamenti ma anche negozi e fabbriche – erano descritti e inventariati con puntigliosità amministrativa su fogli di carta velina che il tempo della storia rende al tempo stesso lividi di presagi nel vuoto lasciato da chi non è più tornato e di commovente tenerezza per la banale normalità degli oggetti quotidiani, lasciati in fretta nella fuga. In mostra lettere, pratiche e registri per nomi e per vie che, dal 1940 al 1950, raccontano un tragico momento della storia italiana attraverso minuziosi e toccanti descrizioni di edifici, stanze, oggetti e perfino degli alberi che popolano i giardini delle ville sequestrate, legname diventato prezioso in tempo di guerra.
L’EGELI con sede in Roma fu costituito il 9 febbraio 1939 con provvedimento applicativo della tristemente nota legge 17 novembre 1938 n. 1728 "Provvedimenti per la difesa della razza italiana".
L’ente aveva infatti il compito di acquisire, gestire e rivendere i beni sottratti agli ebrei. Stabiliti «i limiti di proprietà immobiliare e di attività industriale e commerciale» consentiti ai «cittadini italiani di razza ebraica», la normativa prevedeva l’incameramento da parte dello Stato della cosiddetta «quota eccedente», affidando all'Intendenza di finanza il compito di decretare il trasferimento dei beni all’EGELI. Dopo l’8 settembre 1943 l’ente fu trasferito a San Pellegrino Terme, dove assunse anche la gestione delle aziende industriali e commerciali dichiarate nemiche, mentre la Repubblica di Salò, presente l’esercito di occupazione tedesco, inaspriva le misure contro gli ebrei, stabilendo la confisca totale delle loro proprietà.
 
Con la liberazione iniziarono le laboriose pratiche delle restituzioni che andarono a buon fine in alta percentuale e che proseguirono a lungo. L’EGELI fu sciolto nel 1957 ma la liquidazione dei beni, affidata al Ministero del Tesoro - Ufficio Liquidazioni della Ragioneria Generale dello Stato si protrasse fino al 1997. La documentazione EGELI in origine era conservata nei sotterranei della sede dell’Istituto di San Paolo in via Monte di Pietà. A differenza di altri fondi archivistici questo non fu mai spostato o selezionato proprio per la delicatezza dell’argomento. Ad inizio degli anni Novanta le carte furono affidate all’Archivio storico della Compagnia di San Paolo e nel 1998 una prima indagine storica sistematica venne condotta da Fabio Levi, pubblicata nei Quaderni dell’Archivio Storico con il titolo Le case e le cose. La persecuzione degli ebrei torinesi nelle carte dell’EGELI 1938-1945 con saggi di F. Levi , D. Adorni, G. Genovese.
 
Nel corso degli anni successivi un gruppo di archivisti con il coordinamento di Anna Cantaluppi ha riordinato e inventariato il fondo con la creazione di strumenti per la ricerca innovativi, disponibili on line. I repertori digitalizzati hanno anche permesso di realizzare una interessante mappa interattiva (presente nella mostra) che georeferenzia tutti gli indirizzi e che consente di effettuare immediate ricerche per nome e per indirizzo dei beni sequestrati. Nel 2014 il fondo è stato trasferito nel nuovo e modernissimo deposito dell’Archivio Storico in piazza Bernini 5, insieme a tutte le carte (2 Km lineari in scaffali) relative alle attività dal 1563 della Compagnia di San Paolo. La sede è quella dell’ex Educatorio Duchessa Isabella, educandato femminile di proprietà della banca dove, per i casi della storia, furono accatastati in deposito i beni mobili portati via dalle case sequestrate agli ebrei.
La mostra è anche on line visibile sul sito dedicato Le case e le cose dove si può anche scaricare il catalogo e trovare bibliografia e riferimenti documentari.

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Informazioni
LE CASE E LE COSE
Le Leggi razziali del 1938 e la proprietà privata
Mostra a cura della Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura della Compagnia di San Paolo
Torino, piazza Bernini 5
22 Novembre 2018 - 31 Gennaio 2019
Lunedì – Venerdì 16-19
24/25 Novembre 2018, 10-13; 26/27 Gennaio 2019, 10-13