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Notizie in breve dal mondo delle Fondazioni

  • Pubblicato il: 05/01/2017 - 21:00
Autore/i: 
Rubrica: 
POST-IT
Articolo a cura di: 
Francesca Sereno

>>> Apriamo il 2017 con il programma di Pistoia, Capitale italiana della cultura. >>> Nell’anno della Capitalia Italiana della Cultura, Fondazione Caript aumenta la comunicazione sui social aprendo un canale Telegram. >>> Trasformazione urbana e ambiente e territorio sono i temi sostenuti da Fondazione Venezia in due mostre: «Una città che cambia» a Mestre e «Artico. Ultima frontiera» alla Casa dei Tre Oci di Venezia. >>> Infine Fondazione CRC studia il territorio per orientare le scelte strategiche

Pistoia, Capitale italiana della cultura 2017.
Il 2017 comincia con una nuova Capitale italiana della Cultura: Pistoia, che celebra il nuovo anno con l'accensione di un raggio laser che illumina la città e che fino all8 gennaio collegherà Palazzo Fabroni, sede del Centro di arti visive contemporanee, e la Fattoria di Celle, sede della collezione di arte ambientale di Giuliano Gori. Il fascio luminoso, realizzato dal Comune di Pistoia e dall'Associazione teatrale pistoiese, tornerà ad accendersi più volte durante tutto l'arco dell'anno, per scandire i principali appuntamenti legati all'arte contemporanea del programma della Capitale Italiana della Cultura.
Il filo conduttore del ricco calendario di eventi di Pistoia Capitale italiana della Cultura 2017 è il tema della rigenerazione urbana, su cui l’Amministrazione comunale è fortemente impegnata. Numerose le iniziative in programma, ideate in sinergia con il comitato scientifico, composto da Giulia Cogoli, Virgilio Sieni e Carlo Sisi: dall’arte alla musica, dall’antropologia al teatro, dall’animazione degli spazi urbani alle iniziative per i più piccoli e per la riscoperta del verde e del paesaggio, tutte le attività sono state pensate appositamente per condividere percorsi di riflessione con i cittadini e i visitatori e per dare vita a nuovi modelli di produzione culturale.
Particolare attenzione è riservata naturalmente alla valorizzazione del patrimonio storico-architettonico: dopo il restauro di edifici e monumenti, sono in cantiere lavori per restituire all’uso pubblico le chiese di San Pier Maggiore, San Salvatore, San Jacopo in Castellare, quest’ultima destinata alla funzione di nuovo spazio culturale cittadino. Progetto cardine della riqualificazione cittadina è il recupero dell’area dell’antico ospedale del Ceppo, in pieno centro storico, che sarà trasformato in un quartiere di elevata qualità ambientale, urbanistica e architettonica, completamente pedonale e immerso nel verde. È già visitabile il padiglione di emodialisi, progettato dall’architetto Giannantonio Vannetti, che ha lavorato con artisti di levatura internazionale: Daniel Buren, Dani Karavan, Sol Lewitt, Hidetoshi Nagasawa, Claudio Parmiggiani, Gianni Ruffi.
L’arte è una delle direttrici principali del programma di Pistoia Capitale italiana della Cultura. Palazzo Fabroni ospiterà diverse mostre, tra cui «Prêt-à-porter» del pittore Giovanni Frangi, a cura di Giovanni Agosti (5 febbraio-2 aprile) e «Marino Marini. Passioni visive», curata da Flavio Fergonzi e Barbara Cinelli (16 settembre 2017-7 gennaio 2018). «Le città di Michelucci», allestita dal 25 marzo al 21 maggio nelle Sale Affrescate del Palazzo Comunale, sarà articolata in quattro sezioni e permetterà di conoscere disegni, progetti, modelli, bozzetti e plastici del poliedrico architetto.
Tra le oltre mille iniziative proposte per il 2017: il Festival del giallo (febbraio), il convegno sulle Human Libraries (ottobre),e il Forum del Libro (novembre) e numerose altre iniziative alla Biblioteca Forteguerriana, una delle più antiche e prestigiose biblioteche del nostro Paese con 220.000 libri, Anche i festival - «Leggere la città», evento annuale dedicato alla città e alle città in cui si manifestano i processi più significativi della contemporaneità, il Festival di antropologia del contemporaneo «Pistoia – Dialoghi sull’uomo» e «Pistoia Blues» - legheranno la loro programmazione al tema della Capitale della Cultura.
La musica sarà protagonista di quest’anno speciale in più occasioni. Un appuntamento eccezionale sarà quello del 23 febbraio al Teatro Manzoni con il concerto in anteprima nazionale del padre del blues John Mayall. La Fondazione Promusica – Ente strumentale della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia – ha in calendario dieci concerti della Stagione di musica da camera, i Concerti Brandeburghesi di Bach e la XIII Stagione Sinfonica Promusica. Il Festival del Maggio Musicale Fiorentino uscirà per la prima volta dai confini fiorentini, con la messa in scena dell’Idomeneo di Mozart al Teatro Manzoni (26 e 30 aprile, 3 e 6 maggio). Il 5 luglio in Piazza del Duomo l’Orchestra e il Coro del Maggio si esibiranno nella Sinfonia n.2 in Do minore «Resurrezione» di Gustav Mahler.
L’Associazione Teatrale Pistoiese proporrà oltre al Pistoia Teatro Festival (19-25 giugno) con ospiti di fama internazionale, come il coreografo Virgilio Sieni e il regista Federico Tiezzi, il Progetto T, dedicato alla ferrovia Porrettana, del gruppo teatrale Gli Omini, che a dicembre realizzerà un vagone-teatro adattato a spazio scenico.
I Servizi Educativi del Comune nel programma di Pistoia Capitale italiana della Cultura 2017 proporranno progetti di inclusione sociale per promuovere la partecipazione dei genitori e dell’intera comunità al progetto educativo rivolto ai più piccoli, perché la città, in tutte le sue espressioni, sia davvero a misura di bambino. Tra le principali iniziative, il convegno «La cultura dell’infanzia come risorsa della città» (Teatro Bolognini, 31 marzo e 1 aprile) e la mostra «La città letta con lo sguardo dei bambini» (più sedi espositive in città, con inaugurazione il 31 marzo).
Il titolo di Pistoia Capitale italiana della Cultura è anche un’occasione per mostrare l’importanza della realtà produttiva e creativa del comparto vivaistico pistoiese. Momento chiave per esplorare questo territorio sarà la manifestazione «Vestire il paesaggio» (11-17 giugno), la cui quarta edizione coinvolgerà gli spazi verdi della città come luoghi di confronto e discussione. In programma aperture dei vivai e itinerari nei parchi, giardini e chiostri della città, una «Biciclettata verde».
Per tutto il 2017, inoltre, la città sarà animata da fiere e rassegne dedicate all’antiquariato, all’enogastronomia e alla valorizzazione dei sapori e prodotti locali e accoglierà nel suo calendario anche gli appuntamenti culturali dei comuni della provincia.

Fondazione Caript aumenta i canali social con Telegram.
Nell’anno di Pistoia Capitale Italiana della Cultura 2017, la Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia apre un canale Telegram con il quale gli utenti avranno un nuovo strumento di comunicazione. Scaricando gratuitamente l’app sul proprio smartphone o tablet, cercando il canale @FondazioneCaript e cliccando sul tasto ‘Unisciti’. Il link diretto è https://telegram.me/FondazioneCaript si potranno ricevere i messaggi con le ultime notizie: la pubblicazione dei bandi indetti dalla Fondazione Caript, le news sui concerti delle stagioni concertistiche della Fondazione Promusica (Sinfonica e Musica da Camera), gli aggiornamenti dei Dialoghi sull’Uomo e molto altro. Il canale Telegram della Fondazione Caript va a completare un’attività social che negli ultimi anni ha già visto l’apertura dei profili Facebook, Twitter ed Instagram.

Fondazione Venezia racconta la trasformazione urbana di Mestre.
«Una città che cambia» è una mostra a cielo aperto ideata, curata e realizzata dalla Fondazione Venezia con lo scopo di incoraggiare i cittadini a conoscere e riconoscere le nuove proposte e i nuovi progetti che hanno interessato e stanno interessando lo sviluppo urbano di Mestre.
Dal 23 dicembre, 25 manifesti distribuiti tra gli angoli e le strade della città ritraggono alcune tra le principali trasformazioni del profilo urbano di Mestre.
Gli scatti sono realizzati da Alessandra Chemollo, nota fotografa veneziana da lungo tempo dedita a ritrarre architetture. A ogni manifesto, della grandezza di 1,40 x 2 metri, sono associati il volto e le parole dei mestrini, che si soffermano sui principali cambiamenti urbani o sull’evoluzione dei luoghi della memoria della città. Una selezione delle fotografie più significative compare, infine, sulla recinzione in legno posta a protezione degli accessi al cantiere di M9 lungo via Poerio.
Nei 25 manifesti i mestrini potranno riconoscere il volto di alcune concittadine e alcuni concittadini coinvolti occasionalmente nell’iniziativa: professionisti, negozianti, operai, docenti, giornalisti e artisti della città. Nei loro giudizi si ritrova una lettura a tratti benevola e a tratti spietata, ma sempre costruttiva, della città. Alcuni ne esaltano gli aspetti più peculiari: «Mestre è una città viva che mi porta ovunque»; «Non c’è città in Italia che negli ultimi 20 anni sia cambiata quanto Mestre». Altri si soffermano sui elementi che contribuiscono ai ben noti luoghi comuni: «Mestre è una grande incompiuta». Altri ancora propongono un’angolatura diversa: «È bella, basta saperla leggere»; «Mestre non è un confine. È un compromesso e una risorsa»; «Il nostro potenziale di sviluppo va solo riconosciuto in una visione ‘mestrevigliosa’».
Alessandra Chemollo, fotografa, si laurea in architettura nel 1995 presso l’Università IUAV di Venezia, con una tesi sulla relazione tra architettura e fotografia. Dal 1986 la riflessione sulla rappresentazione dell'opera architettonica si sviluppa nel suo lavoro professionale e nei progetti autonomamente prodotti, senza soluzione di continuità. Collabora con le maggiori riviste d'architettura nazionali ed internazionali e ha esposto in numerosi musei italiani ed esteri.
 «Far maturare una nuova immagine della Terraferma veneziana è uno dei temi centrali della missione della Fondazione e siamo impegnati a sostenere il lavoro delle pubbliche amministrazioni e le idee dei cittadini che sono orientate in questa direzione - dichiara Giampietro Brunello, presidente di Fondazione di Venezia - Mestre è una città che ha un grande potenziale di sviluppo. Dobbiamo solo acquisirne consapevolezza e valorizzare, con lungimiranza, quanto di unico questa città è in grado di dare». La stessa Fondazione di Venezia è impegnata sulla città anche attraverso la realizzazione di M9, che rappresenta una delle offerte più innovative nel panorama culturale nazionale, il primo spazio interamente dedicato alla storia del ‘900 italiano, e un ambizioso progetto di rigenerazione e rivitalizzazione degli spazi urbani.
La campagna fotografica è la prima di una serie di azioni di «developing audiences» che Fondazione Venezia realizzerà nel corso del 2017 e fino all’inaugurazione di M9, proprio per presentare l’iniziativa alle comunità locali e creare e alimentare una relazione intensa tra M9 e chi abita Mestre.

Ambiente, natura e civiltà alla Casa dei Tre Oci di Venezia
Dal 15 gennaio al 2 aprile 2017 alla Casa dei Tre Oci di Venezia è in programma la mostra Artico. Ultima frontiera, ideata per porre al centro dell’attenzione la difesa di uno degli ultimi ambienti naturali non ancora sfruttati dall’uomo, il pericolo imminente del riscaldamento globale, la sensibilizzazione verso i temi della sostenibilità ambientale e del cambiamento climatico, la dialettica tra natura e civiltà.
L’esposizione, curata dal direttore artistico dei Tre Oci Denis Curti, presenta 120 immagini, rigorosamente in bianco e nero, di tre maestri della fotografia di reportage, quali Paolo Solari Bozzi (Roma, 1957), Ragnar Axelsson (Kopavogur, Islanda, 1958) e Carsten Egevang (Taastrup, Danimarca, 1969).
La rassegna è un’indagine approfondita, attraverso tre angolazioni diverse, di un’ampia regione del pianeta che comprende la Groenlandia, la Siberia, l’Alaska, l’Islanda, e della vita della popolazione Inuit, di soli 150.000 individui, costretti a gestire, nella loro esistenza quotidiana, la difficoltà di un ambiente ostile.
Paolo Solari Bozzi presenta il progetto inedito, frutto del suo viaggio, tra febbraio e aprile di quest’anno, sulla costa orientale della Groenlandia, nel quale ha visitato numerosi villaggi, riportando la quotidianità di una popolazione che ha scelto di vivere in un ambiente difficile. Il reportage di Paolo Solari Bozzi sarà pubblicato nel volume, in edizione inglese, Greenland Into White (Electa Mondadori).
Al centro della ricerca di Ragnar Axelsson le popolazioni Inuit che, fin dai primi anni ottanta, ha viaggiato nelle ultime propaggini del mondo abitato per documentare e condividere le vite dei cacciatori nell’estremo nord del Canada e della Groenlandia, degli agricoltori e dei pescatori della regione dell’Atlantico del nord e degli indigeni della Scandinavia del nord e della Siberia.
Carsten Egevang, partendo da una formazione accademica in biologia, che lo ha portato dal 2002 al 2008 a vivere in Groenlandia e a studiare la fauna ovipara della regione artica, ha saputo documentare con la sua macchina fotografica la natura selvaggia e la tradizionale vita delle popolazioni Inuit.
Arricchiscono l’esposizione tre documentari: SILA and the Gatekeepers of the Arctic, realizzato dalla regista e fotografa svizzera Corina Gamma; Chasing Ice, diretto dal giovane film-maker americano, Jeff Orlowski; The Last Ice Hunters, un documentario dei registi della Repubblica Ceca Jure Breceljnik & Rožle Bregar.
Sono previsti eventi e attività collaterali, tra cui il workshop che vedrà protagonisti i tre artisti e Denis Curti. Nel corso dell’esposizione, inoltre, la Casa dei Tre Oci avvierà un ricco progetto di didattica in collaborazione con Pleiadi, realtà che si occupa di educational da diversi anni.
Chiuderà la rassegna un’asta delle fotografie in mostra.
La Casa dei Tre Oci è una splendida testimonianza dell’architettura veneziana di inizio ‘900 disegnata dall’artista Mario De Maria (Marius Pictor) e costruita nel 1913 sull’isola della Giudecca. Lo spazio espositivo è un progetto di Fondazione di Venezia e Polymnia, , società strumentale della Fondazione di Venezia, con Civita Tre Venezie, in collaborazione con Veneto Banca e Grafica Veneta.

Fondazione CRC studia il territorio per orientare le scelte strategiche.
Per contribuire, con la propria azione, allo sviluppo economico e alla coesione sociale del territorio cuneese, la Fondazione CRC parte da una attenta lettura dei punti di forza e delle criticità che caratterizzano la provincia di Cuneo.

Partendo dalla classifica annuale del Sole 24 Ore sulla Qualità della vita delle province italiane, pubblicata nel mese di dicembre, che colloca Cuneo al 18° posto nel 2016, così come dal Rapporto Competitività delle Aree Urbane italiane 2016 recentemente presentato in anteprima da Sinloc, il presidente Giandomenico Genta evidenzia un quadro di luci e ombre della «provincia granda» in gran parte coerente con quello evidenziato, a settembre, dal Dossier socioeconomico 2016 elaborato dal Centro Studi della Fondazione (http://www.fondazionecrc.it/index.php/analisi-e-ricerche/dossier-socio-e...).

La provincia di Cuneo si presenta ancora oggi una comunità locale coesa e inclusiva, che conta sul ruolo della famiglia e della solidarietà (come evidenziano il numero di onlus registrate per abitante), con livelli di disoccupazione contenuti, soprattutto per i giovani, e un sistema produttivo intraprendente (con punteggi elevati per numero di imprese, PIL pro capite, export in percentuale sul PIL), che garantisce ancora buoni livelli di reddito, in un contesto di elevata qualità ambientale.

Dall’altra parte, però, sono evidenti gli aspetti nei quali il Cuneese risulta meno competitivo, tanto da far perdere 11 posizioni nella classifica del Sole rispetto al 2015, soprattutto in un’ottica di lungo periodo: ancora troppo limitati gli investimenti in innovazione e ricerca (poche start up innovative e brevetti), livelli di scolarità bassi rispetto alla media (ancora pochi laureati nella fascia 25-35 anni), un deficit di infrastrutture e reti sia materiali sia immateriali (scarsa accessibilità alla banda larga per una elevata percentuale di popolazione), un’offerta culturale frammentaria e non del tutto valorizzata (bassa percentuale di librerie per abitanti e di ingressi a spettacoli), non sufficienti alcuni servizi essenziali per il sostegno alle famiglie (a partire dalla limitata disponibilità di posti in asili nido prima infanzia rispetto alla domanda potenziale).

La Fondazione CRC, con uno spirito attento alle esigenze del presente, ma fortemente orientato a costruire un futuro solido per la provincia di Cuneo, intende partire da questi segnali di criticità come stimolo per rinnovare il proprio impegno a fianco degli enti del territorio, a partire dal nuovo anno. Con il nuovo anno, infatti, diventerà attivo il Programma Operativo 2017 della Fondazione, approvato dal Consiglio di Amministrazione a ottobre 2016, ovvero il documento programmatico di riferimento annuale per l’attività progettuale ed erogativa. Intanto, il Consiglio Generale sarà impegnato nei primi mesi del 2017 nella definizione del prossimo Piano Programmatico Pluriennale, che dovrà orientare l’azione dell’Ente per il quadriennio 2018-2021, con l’individuazione dei principali ambiti di intervento e degli obiettivi generali da perseguire.