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Notizie in breve dal mondo delle fondazioni

  • Pubblicato il: 05/06/2015 - 08:57
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Redazione

A Gualtieri la Fondazione Museo Antonio Ligabue celebra l'artista scomparso cinquant'anni fa
Quest’anno ricorre il cinquantenario della morte di Antonio Ligabue (Zurigo 1899 - Gualtieri 1965). Per ricordare l’evento la città di Gualtieri, nella provincia di Reggio Emilia, dove trascorse larga parte della sua vita, ospita dal 31 maggio all’8 novembre una grande antologica. Curata da Sandro Parmiggiani e Sergio Negri, col patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, della Regione Emilia Romagna, della Provincia di Reggio Emilia, raccoglie 180 opere - dipinti, disegni, incisioni e sculture in terracotta - di quello che è stato uno dei più geniali e originali artisti del Novecento italiano.
La rassegna vuol essere l’occasione per ricollocare nella sua giusta dimensione, al di là delle definizioni di naïf o di artista segnato dalla follia, il fascino di questo “espressionista tragico” di valore europeo che fonde esasperazione visionaria e gusto decorativo.
Come afferma Sandro Parmiggiani, “l’opera di Ligabue ha finito per essere in parte oscurata dal ‘racconto’ della sua vita, assolutamente eccezionale nella tragicità e nella sofferenza. Tuttavia, se la tormentata esistenza dell’artista ha contribuito, almeno all’inizio e per un certo periodo, a gettare un’aura di leggenda sull’opera, alla fine questa sorta di fardello dell’uomo Ligabue ha ripreso il sopravvento: le ragioni dell’esperienza esistenziale sono sembrate inesorabilmente prevalenti rispetto a quelle artistiche. Ci si è dunque proposti di fare il percorso inverso: non dalla vita all’opera, ma dall’opera alla vita”.
L’allestimento nel cinquecentesco Palazzo Bentivoglio, recentemente restaurato, è stato ideato dall’archistar Mario Botta che, dichiara lui stesso, ha trasformato “la meraviglia architettonica della Sala dei Giganti nel cuore stesso dell’antologica dell’artista selvaggio e primitivo, vissuto nei decenni scorsi ai margini di questa città, che ora viene riconosciuto per la profondità del suo essere e per la sapienza del suo fare”.
L’esposizione è la prima iniziativa organizzata dalla Fondazione Museo Antonio Ligabue costituita un anno fa dal Comune di Gualtieri, dal Banco Emiliano Credito Cooperativo e da Girefin SpA, ai quali si è aggiunta Boorea, con lo scopo di istituire, gestire e promuovere il Museo Antonio Ligabue e di valorizzare la figura dell’artista. Nella sede di Palazzo Bentivoglio ospiterà la collezione permanente e le esposizioni temporanee in futuro promosse e organizzate dal Museo.
Presidente della Fondazione è Livia Bianchi, con un Consiglio d’amministrazione composto da Achille Brunazzi, Stefano Landi e Luca Bosi, direttore è Sandro Parmiggiani, storico e critico d’arte, già direttore di Palazzo Magnani a Reggio Emilia. © Roberta Bolelli

 
Lu.C.C.A (Lucca Center of Contemporary Art) premiato dai visitatori, 250.000 in sei anni
Il museo Lu.C.C.A (Lucca Center of Contemporary Art), gestito dall'omonima fondazione all'interno dell'antico Palazzo Boccella, nel centro storico di Lucca, ha compiuto sei anni. Grazie alla realizzazione di 20 grandi mostre storiche, 50 progetti con giovani artisti internazionali, 250 eventi collaterali con performance teatrali, talk show, workshop, concerti, residenze d'artista e progetti espositivi itineranti co-prodotti con musei internazionali, il museo ha registrato in sei anni «250mila biglietti, solo un quinto omaggio, senza contare le presenze del ristorante. La biglietteria rappresenta circa un quarto delle entrate, un altro quarto dal ristorante, progetti didattici ed eventi speciali, il resto da partnership con imprese private. Senza dimenticare il supporto delle Fondazioni Cassa di Risparmio di Lucca e Banca del Monte di Lucca, e Gesam», come afferma il suo direttore  Maurizio Vanni, da pochi giorni professore ordinario di museologia e marketing museale all'università UMSA di Buenos Aires.

Gli spazi del museo sono distribuiti sui cinque piani dell'edificio storico. Per intercettare un pubblico diversificato, oltre  ad esposizioni che spaziano dal Novecento alla vocazione avanguardista e sperimentale, l'offerta del museo contempla  anche laboratori ludico-didattici per bambini e il ristorante, con il quale chef Cristiano Tomei ha appena portato a Lucca la stella Michelin.
Con una promozione diretta e personalizzata attraverso gli Uffici Turistici e tour operator delle città europee che hanno voli low-cost su Pisa, i visitatori del museo sono per oltre il 50%  stranieri: americani, inglesi, turisti nord-europei e spagnoli, in particolare da maggio a ottobre. Il 25% dalla Toscana ed altre città italiane e il resto lucchesi.
Un ottimo risultato in una città - a detta di Maurizio Vanni - «non facile per chi osa proporre innovazione e investimento tecnologico». © Francesca Sereno
 
 
 
 
Torino-Venezia in bicicletta
Una pista ciclabile per collegare Venezia a Torino, lungo il Po: è il progetto Vento messo a punto dal Politecnico di Milano, guidato dal professore di progettazione e pianificazione urbanistica, Paolo Pileri, e presentato a Cremona,  una delle tappe del Vento Tour 2015.
Si tratta di un percorso lungo 679 chilometri dal capoluogo piemontese a quello veneto. Lo studio di fattibilità, sostenuto da alcune Fondazioni (Fondazione CariploCompagnia di San PaoloFondazione CariBolzano) stima che, a fronte di un investimento di circa 80-100 milioni di euro per rendere esclusivamente cicloturistico il percorso, si generino 2 mila posti di lavoro nel settore turistico e un indotto di circa 100 milioni l'anno. «La bicicletta - ha detto Pileri - non è un punto di arrivo ma un punto di partenza per riscattare delle aree interne del Paese, per dare una possibilità a una parte del Paese dove sempre più piccoli negozi e attività artigiane chiudono». Un esempio significativo è la ciclabile Passau-Vienna, una delle principali ciclovie europee, che ha un indotto di 110 milioni e 420 mila passaggi all'anno, mentre in Germania il cicloturismo vale 9 miliardi di euro, di cui 4 spesi sui territori interessati dai percorsi.
Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, intervenuto a Cremona, assicura il sostegno del governo. «A noi le infrastrutture leggere interessano moltissimo perché generano moltissime possibilità di sviluppo e occupazione», ha detto Delrio, promettendo «un piano organico» sulle ciclovie, in collaborazione con il ministero dell'Ambiente e quello dei Beni culturali. Tra le infrastrutture strategiche figura anche «il progetto importantissimo» del grande raccordo anulare ciclabile di Roma «44 chilometri bellissimi, un modo diverso di godersi Roma non imprigionati nel traffico».
Delrio ha sottolineato la «potenzialità straordinaria» del cicloturismo in Italia, «con un impatto di sviluppo potenziale di oltre 3 miliardi di euro» in termini economici e la capacità di offrire «un altro approccio al patrimonio straordinario di cultura, ambiente e gastronomia» del nostro Paese, permettendo alle persone «di riappropriarsi della storia e dei paesaggi» che è in grado di offrire.
Per realizzare Vento, al cui studio il Politecnico ha dedicato due anni di lavoro, servirà anche un «atto di coraggio» da parte delle amministrazioni locali, che dovranno sottrarre alcune strade al traffico per destinarle alle biciclette. © Francesca Sereno
 
 
 
Rinasce Fiumara d’Arte
La Fiumara d’Arte nata nell’86 lungo gli argini del fiume Tusa, nel Messinese, dall’intuizione del mecenate Antonio Presti, era da anni in uno stato di abbandono; sette delle otto istallazioni firmate da alcuni tra i più grandi artisti del Novecento, rovinate e consunte dal sole.
Dopo una lunga storia di sequestri e procedimenti giudiziari durata 25 anni, soltanto nel 2006 una legge della Regione Siciliana ha riconosciuto quel Parco di Fiumara d’Arte che oggi sta rinascendo pian piano.
Il progetto di restauro, dopo una gara d’appalto alla quale hanno partecipato 113 imprese, è stato aggiudicato dalla ditta RE.CO.GE s.r.l. di Paternò. Finanziato con oltre due milioni di euro provenienti dai fondi europei, dovrà essere concluso in autunno, ma già da questi mesi sono visibili gli interventi che stanno riportando alla luce le sculture, consolidate, restaurate, ripristinate nelle parti mancanti. Tutte le sculture saranno recuperate, tranne la camera ipogea di Hidetoshi Nagasawa, che resterà chiusa – come da volontà testamentarie di Presti – per cento anni esatti. Il restauro, di cui Presti avrà la direzione artistica, sarà sia di tipo conservativo, che «rigenerativo», nel caso in cui gli artisti ancora viventi decideranno di ripensare le loro sculture, con integrazioni e contaminazioni.
«Fiumara d’Arte è un’opera viva non una mummia – dice Antonio Presti – E’ giusto rileggere ogni opera e documentarne soprattutto la contemporaneità. Il Parco di Fiumara d’arte. La semina spirituale della Bellezza vuole come raccolto sempre una nuova semina da consegnare alle generazioni future. Etica ed estetica in un legame indissolubile per una rinnovata Politica dell’essere, una politica sociale forte, fatta di impegno civile e resistenza rispetto a un sistema che sin dall’inizio ha ostacolato non solo la genesi, ma anche il suo divenire».  © Francesca Sereno