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Nel 2015 quale arte Exporremo?

  • Pubblicato il: 07/06/2013 - 00:58
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Articolo a cura di: 
Ada Masoero
Giuseppe Sala

Milano. Scegliendo la sede di Expo 2015 (tema «Nutrire il pianeta, energia per la vita») come destinazione del suo primo viaggio ufficiale da presidente del Consiglio, dopo le visite di rito e quelle ai partner europei, il 6 maggio scorso Enrico Letta ha dato un segnale forte e ha impresso una svolta al percorso, sinora piuttosto accidentato, dell’evento. E per il mese di giugno è attesa anche la visita del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Da sottosegretario del governo Prodi era stato proprio Enrico Letta a occuparsi di quella che, dice, «sette anni fa sembrava una follia visionaria e che oggi vogliamo diventi un grandissimo successo: Expo sarà infatti il cuore delle possibilità di ripresa del Paese». Non solo, ma «il suo successo sarà una delle cartine di tornasole su cui si valuterà il successo del Governo».
Primo passo è stata la nomina a commissario unico di Giuseppe Sala, già ad di Expo, sciogliendo così la diarchia sinora formata dal sindaco Giuliano Pisapia, commissario straordinario, e dall’ex governatore della Regione, Roberto Formigoni, commissario generale. Sostenuto dall’inedita accoppiata Giuliano Pisapia-Roberto Maroni, nuovo governatore lombardo, Sala avrà più potere decisionale e potrà procedere più speditamente: il che è stato apprezzato dal Bie-Bureau International des Expositions. Il tempo infatti scarseggia, per i ritardi che si sono sinora accumulati. La conclusione dei lavori per la «piastra espositiva» è prevista per il gennaio 2015, mentre nel frattempo andranno conclusi i lavori infrastrutturali e i collegamenti (il problema più spinoso, per la scarsità di tempo e fondi), il tutto con un impegno speciale per il controllo della legalità e contro ogni infiltrazione mafiosa.
A fine marzo, intanto, è stato individuato il vincitore del concorso (25 i partecipanti su 48 studi invitati) indetto dalla Triennale per la progettazione dell’Infopoint, il padiglione temporaneo che sorgerà in largo Cairoli. I requisiti erano la temporaneità dell’edificio; la realizzabilità entro il novembre 2013; il costo inferiore a 3,5 milioni netti. La giuria, formata da Claudio De Albertis, presidente Triennale; Alberto Artioli, soprintendente per i Beni architettonici;Ferruccio de Bortoli, direttore del «Corriere della Sera»; Elio Fiorucci, stilista; Vittorio Gregotti, architetto; Daniela Volpi, presidente dell’Ordine degli architetti di Milano e Giuseppe Sala, ha scelto «Expo Gate», progetto di Scandurrastudio di Alessandro Scandurra «per il carattere fortemente iconico, in grado di dialogare con il Castello Sforzesco senza sopraffarlo». Inoltre, i costi sono risultati inferiori ai massimali indicati e il padiglione potrà essere agevolmente riconvertito. Il progetto prevede una «piazza» centrale e due padiglioni vetrati laterali, sul modello dei caselli ottocenteschi della città, rispettando l’asse visivo Cordusio-Castello. Previste anche strutture esterne per accogliere immagini, stendardi, bandiere e diversi tipi di comunicazione. A fine aprile Diana Bracco, presidente di Expo e commissaria del padiglione italiano, ha poi proclamato in Triennale («con immensa soddisfazione per essere riusciti a mantenere la promessa del 20 novembre scorso, quando presentammo il concept») il vincitore del concorso internazionale di progettazione per il Padiglione Italia: la commissione giudicatrice (gli ingegneri Antonio Acerbo, presidente, e Monica Antinori; gli architetti Ciro Mariani e Patricia Viel e l’avvocato Antonella Cupiccia) ha scelto il raggruppamento Nemesi&Partners srl di Roma, Proger Spa di Pescara, Bms Progetti srl di Milano fra i 68 progetti giunti dal mondo intero, tutti rimasti volutamente anonimi sino all’ultimo. Il progetto che, come tutti, ha sviluppato l’idea di Marco Balich dell’«albero della vita», prevede Palazzo Italia (12mila metri quadrati calpestabili: «un vero flagship store delle eccellenze italiane»), e altri padiglioni lungo il Cardo, il viale antistante lungo 325 metri. L’idea progettuale è quella di una piazza intorno a cui si riunisce la comunità: un vuoto accogliente circondato da architetture articolate in quattro blocchi principali, collegati da elementi a ponte, per ospitare l’area espositiva, l’auditorium, gli uffici e le sale riunione. Il tutto pensato per avere la massima indipendenza energetica. Intanto, dal primo maggio al 2 giugno Milano ha promosso gli Expo Days, 150 eventi (dibattiti, concerti, feste, spettacoli, mostre sul tema della nutrizione in tutte le sue sfaccettature) distribuiti nell’intera città: una prova generale per il «Fuori Expo», mentre in Triennale si conclude il 9 giugno la mostra «Pianeta Expo. Conoscere, gustare, divertirsi», curata da Felice Limosani, che ha messo in scena uno scenografico percorso di nove isole tematiche in cui si concettualizzano le grandi questioni trattate dall’Expo. E sul fronte del patrimonio e degli eventi artistici? Molti i progetti, primo fra tutti la mostra su Leonardo da Vinci a Palazzo Reale, mentre riguardo ai restauri il progetto più impegnativo, come ci diceCaterina Bon Valsassina, direttore regionale del Mibac, è «sicuramente quello di Palazzo Citterio e delle coperture del Palazzo di Brera: un impegno di 23 milioni di euro. Dopo il bando pubblico europeo, le gare stanno procedendo secondo le procedure e prima dell’estate dovremmo avere il vincitore per le coperture di Brera, e subito dopo quello per Palazzo Citterio». Intanto sta procedendo il delicato restauro della Sala delle Asse nel Castello Sforzesco (cfr. questo numero, p. 27), i cui monocromi, di mano di Leonardo, saranno restaurati entro il 2015.

da Il Giornale dell'Arte numero 332, giugno 2013