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Nei panni di Apelle

  • Pubblicato il: 14/12/2012 - 12:04
Rubrica: 
NOTIZIE
Articolo a cura di: 
Veronica Rodenigo
Giambattista Tiepolo

Passariano di Codroipo (Ud). Zefiro e Flora, che Giambattista Tiepolo immaginò allacciati nella loro ascesa su di un nembo per l’ovale di Ca’ Pesaro, fanno da icona rappresentativa alla monografica allestita a Villa Manin dal 15 dicembre al 7 aprile 2013.
Nel 1971 furono oltre 300mila i visitatori che raggiunsero la residenza dogale per ammirare l’esposizione dedicata all’artista a duecento anni dalla sua morte, avvenuta a Madrid nel 1770. Oggi l’Azienda Speciale, con un investimento di quasi due milioni di euro, riporta in Villa «Giambattista Tiepolo» (a cura di Giuseppe Bergamini, Alberto Craievich e Filippo Pedrocco). A 60 dipinti, 72 disegni e 14 incisioni è affidato il compito di rappresentare la copiosa produzione tiepolesca dagli esordi sino alla tarda maturità, mentre l’attività di frescante viene restituita da gigantografie che introducono il percorso e da una selezione di bozzetti preparatori. Al primo piano, «Alessandro e Campaspe nello studio di Apelle» (1725 ca, Montreal, Museum of Fine Arts), seppur non rispondente ai primissimi esordi della carriera dell’artista, è l’incipit da cui partire, scelto come suggestiva «presentazione autobiografica», afferma Bergamini: il giovane Tiepolo vi ritrae se stesso nei panni di Apelle e la consorte in quelli della favorita di Alessandro Magno. Alle pareti: disegni e incisioni giovanili (quest’ultime destinate a iniziative editoriali come Il Gran Teatro di Venezia di Domenico Lovisa, 1717-21 ca, e provenienti dal Museo Correr) precedono i bozzetti a olio delle sale successive (dall’ Ermitage di San Pietroburgo, la National Gallery di Londra, il Louvre e il Petit Palais di Parigi) di soggetto in prevalenza sacro e ordinati cronologicamente. Il grande rilievo riservato alla bozzettistica e allo studio preparatorio prosegue con il gesso nero ritraente il fratello dell’artista, Lorenzo (Parigi, Fondazione Custodia), gli studi dell’Album Gatteri (sempre dal Correr), paesaggi, caricature, figure allegoriche e Pulcinella accostati a uno dei due soli dipinti noti di Giambattista con medesimo personaggio, «La cucina di Pulcinella» (1730 ca, dalla Leeds Castle Foundation di Maidstone), tutti provenienti dai Civici Musei di Trieste. Una volta scesi al piano terra, gli Apostoli e «Il sacrificio d’Isacco» della Chiesa veneziana dell’Ospedaletto (1715-20 ca, recentemente restaurati) riportano agli esordi e introducono a un excursus diacronico che, a partire dalle prime committenze per le famiglie veneziane Zenobio, Sandi («Il potere dell’Eloquenza», 1724 ca, dalla Courtauld Gallery di Londra, è il bozzetto per gli affreschi del loro Palazzo) e Dolfin, racconta l’acquisizione d’una fama che travalicherà i confini della Serenissima per allargarsi alle corti europee in un’alternanza di rappresentativi exempla dell’intero repertorio sacro, storico e mitologico: «Rinaldo e Armida nel giardino incantato», olio su tela per la residenza del Principe Vescovo a Würzburg, ai cui affreschi Tiepolo lavora dal 1750, il «Nettuno offre doni a Venezia» (1750) per Palazzo Ducale e il bozzetto con «L’apoteosi della monarchia spagnola» (New York, Metropolitan Museum) per il Palazzo Reale di Madrid, dov’è chiamato nel 1762 da Carlo III (ultima grande impresa prima della morte), lasciano spazio anche allo speciale rapporto tra l’artista e l’intellettuale Francesco Algarotti, suo amico e sodale, e alla magnificenza di opere sacre come la pala concava del Duomo di Este («Santa Tecla intercede per la liberazione di Este dalla pestilenza», 1759) sottoposta a restauro in occasione della mostra e qui affiancata dal bozzetto del Metropolitan Museum di New York. «Ho preferito puntare sullo scioglimento del contenuto simbolico, mitologico e storico delle opere,sottolinea Giuseppe Bergamini, e per questo abbiamo conferito un carattere didattico accentuato alla mostra. Puntiamo ad attrarre anche un pubblico giovane per allargare la conoscenza della produzione tiepolesca». Rimpianti per qualche prestito non concesso? «Le tele della Parrocchiale di Verolanuova» (Brescia) anch’esse dalle dimensioni sorprendenti. Poco distante, il suggestivo viaggio nella maniera del Tiepolo continua a Udine negli affreschi del Palazzo Patriarcale, in quelli della Cappella del Duomo, nell’Oratorio della Purità e nell’esposizione al Castello «I colori della seduzione», in corso fino al primo aprile 2013.

da Il Giornale dell'Arte numero 326, dicembre 2012