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Nati sotto Michelangelo

  • Pubblicato il: 07/10/2011 - 10:19
Rubrica: 
FONDAZIONI D'ORIGINE BANCARIA
Articolo a cura di: 
Francesca Romana Morelli
Sebastiano del Piombo

Roma. La Fondazione Roma Museo, nella sede di Palazzo Sciarra, dal 25 ottobre al 12 febbraio presenta «Il Rinascimento a Roma. Nel segno di Michelangelo e Raffaello», curata da Marco Bussagli e da Maria Grazia Bernardini, e organizzata dalla Fondazione Roma Arte Musei con Arthemisia Group (Catalogo Electa). Il tema della mostra, ideale proseguimento di «Il ’400 a Roma. La rinascita delle arti da Donatello a Perugino» (2008), è compreso in un arco temporale che spazia dal 1503, con la salita al soglio pontificio di Giulio II della Rovere, al 1564, anno della morte di Michelangelo. «La mostra si basa su due temi, spiegano i curatori. La fioritura artistica a Roma nei primi due decenni del ’500, frutto della convergenza tra gli interessi politici e religiosi della Chiesa e le possibilità offerte dai geni di Michelangelo e Raffaello, coinvolti anche nella costruzione del volto moderno della città, e l’interesse per l’antico, per cui Roma è vista dagli artisti come una sorta di “Pompei vivente”». Il percorso accoglie 170 opere tra sculture, dipinti, disegni, stampe, medaglie, codici, oggetti sacri e documenti provenienti da tutto il mondo, tra cui spiccano l’«Autoritratto» (Uffizi) e il «Ritratto di Fedra Inghirami» (Galleria Palatina, Firenze) di Raffaello, la scultura del David-Apollo (Bargello, Firenze) di Michelangelo, cinque disegni di Raffaello, altri di Perin del Vaga e Giulio Romano, oltre a pezzi di Lotto, Berruguete, Beccafumi, Salviati, Giulio Romano e Federico Zuccari. Il tema dell’antico è illustrato da alcune statue: «Afrodite accovacciata» (Palazzo Altemps, Roma) e la copia del Laocoonte di Pietro da Barga (Museo del Bargello, Firenze). La Fondazione ha finanziato il restauro di una ventina di pezzi tra tele, affreschi, codici e reliquiari, sotto la direzione delle Soprintendenze competenti. Tra le novità emerse, quella riguardante un «Ritratto di Michelangelo» raffigurato mentre indica i suoi disegni e realizzato da Sebastiano del Piombo, scoperto e attribuito all’artista veneto da uno dei suoi studiosi, Costanza Barbieri, che spiega: «In assenza di dati documentari, il problema attributivo è affrontato su basi stilistiche: l’analogia più evidente è con il “Ritratto di Francesco Arsilli” alla Pinacoteca Civica di Ancona, firmato da Sebastiano, il più grande amico di Michelangelo, e, dopo Raffaello, il migliore ritrattista a Roma». Presenta problemi più complessi la cosiddetta «Pietà di Vittoria Colonna» (cfr. box), in mostra messa a confronto con tre dipinti di Marcello Venusti, tra cui una Crocifissione, in via di studio per assonanze con la mano michelangiolesca (University of Oxford). «La rinascita di Roma, dopo il Sacco del 1527 da parte dei Lanzichenecchi, si deve a Paolo III Farnese che affida a Michelangelo il “Giudizio Universale” nella Sistina, una “bomba” sia dal punto di vista dottrinale sia da quello pittorico, conclude Bussagli. In mostra c’è una copia di Venusti».

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da Il Giornale dell'Arte numero 313, ottobre 2011