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Moderne geometrie e antiche rovine

  • Pubblicato il: 22/07/2011 - 00:01
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Jenny Dogliani
Anello Catanzaro

Catanzaro. Colossali sculture dalle allusive geometrie punteggiano il Parco Archeologico di Scolacium, dialogando con gli antichi resti della civiltà greco-romana. Sono i lavori inediti realizzati da Mauro Staccioli per la sesta edizione di «Intersezioni», il progetto espositivo organizzato dal MARCA in collaborazione con la Provincia di Catanzaro e la Fondazione Mimmo Rotella e allestito nel Parco di Scolacium e al Marca dal 23 luglio al 9 ottobre.

A dare il titolo alla mostra è «Cerchio imperfetto», l’opera costituita da un gigantesco quadrato rosso dai lati curvi, che indicano lo scarto tra l’ideale platonico della perfezione e la sua messa in pratica. Esposto nel parco di Scolacium, il lavoro figura accanto a opere quali «Anello Catanzaro», due enormi anelli che mettono in relazione storia e natura e «Prismoidi», 11 pezzi simili a dadi che indicano le dinamiche aleatorie del caso e la molteplicità dei punti di vista con cui si guarda alla storia.
Al MARCA, invece, è di scena la produzione di Staccioli degli anni ’70, un periodo in cui l’autore vede nell’arte uno strumento di contestazione sociale. È possibile ammirare lo storico «Muro», presentato alla Biennale di Venezia nel 1978 come riflessione sull’incomunicabilità, oltre a rare sculture in cemento, disegni e modellini. Un percorso, dunque, che fa luce sull’intera produzione di Staccioli, documentata, anche, in un catalogo bilingue che raccoglie importanti testimonianze, come l’intervista di Gillo Dorfles, i testi di Staccioli, Marco Bazzini, Lorand Hegyi, Claudio Mennillo e un’inedita analisi di Maria Grazia Asia sulla scoperta dell’Anfiteatro nel Parco di Scolacium.

«“Intersezioni” è un modello di strategia culturale – commenta Alberto Fiz curatore dell’evento e direttore artistico del MARCA - si colloca in un luogo archeologico di particolare rilievo, dove noi abbiamo inserito un progetto. Negli anni abbiamo realizzato mostre con alcuni tra i maggiori scultori contemporanei italiani e internazionali da Gormley a Hoppeneim, da Pistoletto a Paladino. Il senso è stato proprio di innestarsi sul territorio, facendo un lavoro che tenesse conto dell’humus culturale del luogo; non facendo quindi un’iniziativa a se stante ma trovando un modo per cui il Parco di Scolacium diventasse un attivatore di energie. Lo stesso per il Marca, dove è presente una collezione di dipinti antichi che vanno dal tre all’ottocento in cui vi è stato una specie di innesto del contemporaneo».

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