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Londra «caput mundi»?

  • Pubblicato il: 02/09/2011 - 09:58
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Catterina Seia
Piccadilly Circus

Londra. Intelligent Life, il bimestrale dell’Economist, avvia da settembre un’inchiesta approfondita a più puntate per eleggere la «capitale del mondo» nell’era della globalizzazione. La scelta verrà espressa dai lettori sulla base di una short list di dieci città: Pechino, Shanghai, Singapore, Tokyo, Delhi, Mumbai, Città del Messico, Washington, New York e Londra. Luoghi simbolo che spingono emulazioni, nei quali contano potere ed economia, ma soprattutto dai quali partono idee, innovazione per lo sviluppo e nei quali sono parimenti rilevanti quindi cosmopolitismo e produzione intellettuale, in ogni ambito. Cinque i criteri: cultura, potere e influenza politica, reddito e benessere, contatti e legami economici. New York negli anni ‘50 era il cuore del mondo e venne scelta come sede delle Nazioni Unite.

Washington era ed è in testa, come luogo del potere, nel quale vengono assunte più decisioni con impatto internazionale. Permeata di think thank di esperti, sede del Fondo monetario internazionale, non ha una leadership carismatica, né scambi commerciali. Pechino non ha status. Tra le città globali Londra batte NYC per potere e influenza politica, ma NYC e Tokyo avanzano in classifica per benessere, connessioni globali e cultura. Le metropoli in crescita vertiginosa come Shanghai, Delhi, Mumbai, Pechino, Sao Paolo, Città del Messico, vitali culturalmente, mancano di potere. Ma Londra c’è su ogni tema. E, come anticipa Alessandra Baudel su La Repubblica, pare la candidata a capitale del mondo, in un’Europa percepita come «vecchio continente».

dal Giornale dell'Arte, edizione online, 31 agosto 2011