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LO SHOCK CULTURALE DI BOLZANO

  • Pubblicato il: 15/12/2015 - 16:40
Autore/i: 
Rubrica: 
STUDI E RICERCHE
Articolo a cura di: 
Sendy Ghirardi

Bolzano risponde in modo affermativo a una delle domande più frequenti in campo di policies culturali: può la cultura influire sul benessere sociale e individuale dei cittadini? Suggerimenti dai risultati della ricerca condotta da Giorgio Tavano Blessi e Giovanni Pierretti del Dipartimento di Sociologia ed Economia dell'Università di Bologna, Pier Luigi Sacco e Guido Ferilli della Facoltà Arti, Turismo e Mercati dell'Università IULM di Milano, e Enzo Grossi della Fondazione Bracco di Milano, pubblicata su Cities. Lo studio dimostra l’impatto dell’offerta e del consumo di cultura sul benessere psicofisico dei cittadini. L’indagine si inserisce nel progetto Cultura e benessere sul territorio italiano promosso nel 2008 da Università IUAV di Venezia, Facoltà di Arti e Design Industriale, Dipartimento di Arti e Design e Industriale — Centro EPOCA — Economia e Politiche Culturali Avanzate; Libera Università di Bolzano, Facoltà di Scienze della Formazione; Ripartizione Italiana Cultura Provincia Autonoma di Bolzano; Fondazione Garrone; Bracco Spa

Bolzano. L'Assessore provinciale alla Cultura Italiana Tommasini informa con molta soddisfazione l'uscita sulla rivista Cities, una delle più prestigiose al mondo nel settore degli studi urbani e sociali, di un paper scientifico sul ruolo della partecipazione culturale dei cittadini in provincia di Bolzano rispetto al benessere psicologico e salute fisica. L’articolo riporta la  ricerca comparativa condotta da Giorgio Tavano Blessi e Giovanni Pierretti del Dipartimento di Sociologia ed Economia dell'Università di Bologna, Pier Luigi Sacco e Guido Ferilli della Facoltà Arti, Turismo e Mercati dell'Università IULM di Milano, e Enzo Grossi della Fondazione Bracco di Milano. Lo studio indaga l’influenza della cultura – in termini di attività, eventi, servizi e partecipazione – sul benessere psicologico individuale e collettivo nel contesto urbano, mettendo a confronto due città italiane Bolzano e Siracusa, che si eguagliano per numero di abitanti e estensione, ma si distinguono per ambiente, servizi, imprese, occupazione e soprattutto politiche culturali.
 
Bolzano, infatti, è al vertice dei consumi culturali a livello nazionale – quasi il 40% a differenza delle altre città italiane che si aggirano intorno al 13% -, un risultato conseguito grazie ad una lungimirante politica di promozione della cultura e del pubblico.
Antonio Lampis, direttore della Ripartizione della Cultura Italiana della Provincia Autonoma di Bolzano, definisce shock culturale  il percorso affrontato dalla città nel corso di dieci anni, ossia il passaggio da una visione della cultura tradizionalista, improntata unicamente sul turismo, ad una vera e propria welfarizzazione delle attività culturali, dove la cultura diventa  protagonista della quotidianità del cittadino. Infatti, a partire dalla fine degli anni ’90, la Provincia di Bolzano si impegna su due principali fronti: investimenti in nuove infrastrutture per la cultura e strategie di audience development . Per quanto riguarda il primo aspetto sono stati aperti una nuova sala concerti e quattro teatri, un museo per l’arte contemporanea, il Museion, e uno spazio polifunzionale per mostre temporanee, il Centro Trevi. In particolare nel 2010 si è arrivati a 5.024 eventi culturali ogni 100mila abitanti.
La disponibilità di luoghi adibiti alla cultura non è però di per sé sufficiente a incrementare la partecipazione dei cittadini, per questo è stata accompagnata da un piano di marketing sociale innovativo e intelligente, volto al coinvolgimento di tutte le fasce di pubblico. Le operazioni sono state condotte alternando momenti di intrattenimento e capacitazione, coinvolgimento emotivo e formazione in contesti socializzanti. «Abbiamo scoperto – dichiara il Dott. Lampis - che una persona lascia il telecomando ed esce di casa più volentieri se ha l’idea non solo di provare delle emozioni (come arte e cultura snocciolano da secoli con grande maestria), ma contemporaneamente la possibilità d’imparare qualcosa». C’è stata una sperimentazione di approcci non convenzionali in ambito culturale dal punto di vista della comunicazione, come la guerilla marketing, il marketing paritetico e l’utilizzo delle tv locali, per motivare le persone con scarsa consapevolezza culturale ad aprirsi a nuove esperienze e possibilità, senza la preoccupazione di non appartenere all’elite intellettuale. Si assiste alla scomposizione del modo tradizionale di presentare arte e cultura.
Tali misure hanno fatto si che il rating riferito alla dimensione culturale a Bolzano sia passato dal 77,6% del 2005 all'83,6 % del 2013 (dati Monitor Città).
Molto importante è  stato inoltre il rapporto con le associazioni e le cooperative che, grazie a progetti concordati, criteri per l’attribuzioni di fondi attenti alla qualità e alla sostenibilità della gestione e ad un intensa attività di formazione degli operatori,  ha lasciato esprimere le giovani generazioni e ha creato occupazione giovanile femminile.
 In una terra tradizionalmente orientata alla salvaguardia del passato, alla conservazione e alla tradizione da molti anni, l'Assessorato alla Cultura Italiana della Provincia di Bolzano ha posto in essere misure per invertire la tendenza, per sviluppare un'attività professionale nel settore culturale sia nello spettacolo dal vivo sia nel settore delle arti, soprattutto per portare ai consumi culturali persone che ne sono tradizionalmente escluse per provenienza sociale e per percorso di studio.
In questo scenario di fermento , gli studiosi hanno valutato la cultura come seconda variabile, a pari merito con la posizione professionale, tra i potenziali elementi in grado di supportare il benessere soggettivo e della popolazione. Una scoperta importantissima che mostra l’influenza della cultura sulla salute psico-fisica degli individui nei contesti urbani sviluppati.
 Per misurare il benessere degli individui i ricercatori hanno preso in considerazione diverse variabili -malattie, reddito, educazione, età, sesso, occupazione, stato civile, partecipazione culturale - che caratterizzano il PGWBI, Psychological General Well-Being Indexstrumento validato da decenni di pratica clinica, che stima le auto-rappresentazioni degli stati emozionali ed affettivi intra-personali che rispecchiano un senso di benessere soggettivo o di disagio, catturando ciò che possiamo definire la percezione soggettiva del benessere.
 
L’indagine suggerisce una possibile relazione causale tra offerta e consumo culturale e salute individuale: a Siracusa l’impatto della cultura è meno della metà di quello che si osserva per Bolzano. La città siciliana ha indirizzato le proprie politiche verso il turismo, concentrandosi sul sostegno delle attività di preservazione del patrimonio tradizionale locale, con scarsa attenzione per le strategie di audience development e il coinvolgimento dei residenti.
I dati mostrano quindi come l’offerta di servizi e attività e le politiche per la partecipazione e il consumo di cultura influenzino maggiormente il benessere della città.
Questo sta a significare che intervenendo politicamente per creare queste opportunità i benefici sociali diventano più evidenti, e questo apre la strada per ulteriori azioni politiche, generando un circolo di benessere culture-driven.
 Lo studio mostra che le politiche culturali diventano un elemento chiave nello sviluppo di una politica urbana rivolta verso il progresso e il benessere dei propri cittadini.
Per questo motivo Tommasini  ha rinnovato il suo impegno attraverso il Ddl approvato la scorsa primavera: come definito nell’ art. 1, si intende quindi migliorare il benessere culturale e relazionale, perché la cultura fa bene alla crescita civile ed anche alla salute e permette a chi frequenta i fatti culturali  di rispondere meglio alle sfide della società moderna.
Nella legge rientrano molti orientamenti europei, il riconoscimento delle istituzioni culturali, la facilitazione della programmazione semplificando i processi burocratici, la partnership con le associazioni e le cooperative, l’apertura alle imprese culturali e creative, l’attenzione ai giovani. 
Sottolinea Tommasini: «La cultura produce benessere, sviluppo, favorisce le relazioni ed una cittadinanza più attiva e consapevole. Se vogliamo costruire una società migliore dobbiamo continuare a investire in cultura e formazione. Questo studio lo dimostra una volta di più».
 
Riferimenti:
Tavano Blessi, Grossi, Sacco, Pieretti, Ferilli (2015), The contribution of cultural participation to urban well-being. A comparative study in Bolzano/Bozen and Siracusa, Italy