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Le mostre al tempo della crisi

  • Pubblicato il: 09/11/2012 - 02:25
Autore/i: 
Rubrica: 
STUDI E RICERCHE
Articolo a cura di: 
Guido Guerzoni

Tutto è numero, dicevano i pitagorici. Ma quanto sappiamo delle vere cifre del sistema espositivo italiano? Ad oggi poco o niente, mancando uno studio accademico sul tema. «Le mostre al tempo della crisi. Il sistema espositivo italiano negli anni 2009-2011», curata dalla Fondazione di Venezia rivela per la prima volta i dati più importanti del fenomeno.
Partendo da tre diversi database (Allemandi, UnDo.Net ed Exibart), sono state analizzate tutte le mostre a scopo non commerciale ospitate in Italia da enti pubblici e privati nel corso del 2009 e del 2011.
I numeri ricavati sono impressionanti: nel 2009 sono state organizzate 9.419 mostre in 3.876 diverse sedi espositive, diffuse su 1.548 comuni; nel 2011, 6.120 esposizioni in 2.767 sedi presso 911 centri urbani. La contrazione registrata nel 2011 non è dovuta alla crisi ma alla differente struttura del campione e si può affermare che, includendo le iniziative non censite, in Italia si inaugurano oltre 11 mila mostre all’anno, 32 al giorno, una ogni 45 minuto.
La ricerca non si limita a presentare le cifre complessive, ma analizza la distribuzione geografica delle mostre, le tipologie e la natura delle sedi ospitanti, i temi espositivi e la durata media, la struttura del calendario nazionale, le politiche tariffarie, il numero dei visitatori e dei curatori.
Lombardia e Lazio sono le regioni che nel 2009 hanno ospitato il maggior numero di mostre (1.776 e 1.245), seguite da Toscana (992), Emilia Romagna (861), Veneto (823) e Piemonte (731). Trend confermato nel 2011, con la Lombardia (1.345) seguita dal Lazio (954), dalla Toscana (534), dal Veneto (439) e dal Piemonte (587); agli ultimi posti si trovano le regioni meridionali: la somma di tutte le mostre organizzate nel sud e nelle isole non raggiunge il totale di Roma o Milano (rispettivamente 1.015 e 1.001 nel 2009).
A fronte dei 4.210 musei censiti nel 2004 in Italia, nel 2009 sono state rilevate circa 3.900 sedi espositive: tuttavia, solo un terzo delle mostre è ospitato presso strutture museali, mentre più del 60% è allestito presso spazi utilizzati solo per eventi temporanei. Si tratta di edifici storici, padiglioni industriali recuperati, dimore restaurate, scuole, teatri, chiese.
Più di una sorpresa destano i temi espositivi: si registra il netto predominio dell’arte contemporanea, che detiene il 65% del totale, seguita dalle mostre di fotografia (con oltre il 10%), dalle esposizioni documentarie e dalle mostre di illustrazione e grafica; a causa degli alti costi di realizzazione e del disinteresse di buona parte del pubblico, continuano invece a diminuire le mostre di arte moderna, di arte antica e di archeologia (nel 2011 scendono rispettivamente al 3%, al 2,7% e a meno dell’1%). Solo a fondo classifica le mostre dedicate ai temi scientifici e tecnologici, alla moda e al design, all’architettura e ai media, alle questioni sociali e di genere.
In barba alla disoccupazione intellettuale, operano in Italia più di 3.500 curatori: alcuni di essi curano più di quindici eventi all’anno, uno ogni quattro settimane.
Il 60% delle mostre dura meno di 30 giorni, generando un palinsesto frammentato, che arriva a contare oltre 1.421 eventi aperti nello stesso giorno.
La stragrande maggioranza degli ingressi è gratuita o integrata (le mostre a pagamento si sono assestate intorno al 10% nel 2009 e al 12 % nel 2011) e continua a crescere la concorrenza tra musei e spazi espositivi, al punto che oggi il rapporto tra i rispettivi visitatori è di tre a due, sessanta contro quaranta milioni circa.

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