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Lavoriamo per il 2050

  • Pubblicato il: 10/01/2014 - 19:45
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Stefano Luppi

La nuova creatura battezzata «Open M» dell’imprenditore farmaceutico e filantropo Marino Golinelli (che vi ha immesso nel corso degli anni 40 milioni di euro del suo portafoglio personale) sarà una struttura di 4500 metri quadri, mille dedicati al Life Learning. Golinelli, molto schivo, durante i festeggiamenti del venticinquennale è stato piuttosto parco di dichiarazioni: «Puntiamo a un futuro consapevole, spiega l’industriale che si occupa da anni insieme alla moglie delle future generazioni, in vista del progresso che porterà a una società completamente globalizzata. Le persone di domani hanno dunque bisogno degli strumenti per vivere in questo tipo di società e in particolare è necessario insegnare alle nuove generazioni un’attitudine scientifica alla ricerca di sempre nuove modalità di interpretare e interagire con il mondo che ci circonda». Cosa sarà «Open M» lo spiega il direttore della Fondazione Golinelli Antonio Danieli: «Il luogo accoglierà 24mila studenti l’anno e dunque la struttura diventerà una cittadella della cultura con una nuova sezione, “Start”, dedicata ai più giovani, oltre a un auditorium necessario per la formazione degli insegnanti. Lo inauguriamo nella zona tra centro e periferia. Sarà prima avviato il progetto “Eureka Trust in Future”». Questi concetti li spiega bene anche Andrea Zanotti, vicepresidente della Fondazione Golinelli: «Le fondazioni, in generale, rappresentano un nerbo di forze crescenti e anticicliche e ormai non sono più presenti solo quelle di erogazione, perché è mutato il panorama e dunque cambiano le funzioni. La Fondazione Golinelli, ad esempio, è di tipo anglosassone e oggi per i 25 anni di attività non solo inauguriamo la mostra alla Triennale di Milano ma anche il trust “Eureka” utile in quanto acceleratore d’impresa. Le fondazioni debbono fare lobby tutte insieme per contribuire all’agenda politica sui temi del regime di Iva, delle donazioni, di una corsia preferenziale per aiutare i giovani ad entrare nel mondo del lavoro. In Italia la figura della fondazione privata aveva fino a qualche anno fa un ruolo molto marginale e oggi il modello giuridico è esploso in figure inedite nel nostro ordinamento in relazione all’importanza dell’apporto privato. La maggiore sensibilità alla sussidiarietà ha acceso l’attenzione sulle potenzialità dei privati e sull’innovazione e la cultura gode di un’attenzione privilegiata nella strategia degli enti che hanno abbandonato i lidi del puro filantropismo. Le fondazioni dunque sono sempre più operative e meno assistenziali». Mentre prosegue il lavoro, inaugurato nel 2000, al «Life Learning Center», un fiore all’occhiello per la formazione legata alle arti e alle scienze dal quale sono nate manifestazioni come «Scienza in Piazza» (8 edizioni, 450mila visitatori), «Start - Laboratorio di Culture Creative» (3 edizioni, 50mila visitatori di cui 40mila alunni), «Arte+Scienza» (4 edizioni, 70mila visitatori), arriva anche una mostra in Triennale a Milano. «Gola. Arte e scienza del gusto» (dal 31 gennaio al 12 marzo) è un appuntamento che propone una riflessione sul rapporto tra piacere e nutrizione, il cibo come legame con la nostra sfera emotiva. Il progetto è a cura di Giovanni Carrada per la parte scientifica e Cristiana Perrella per quella artistica, e consta di un percorso suddiviso in cinque sezioni dedicate a grandi artisti come Marina Abramovic, Sophie Calle, Christian Jankowski, Andrea Zittel, Ernesto Neto, Cheryl Donegan, Anri Sala, Boaz Arad, Jorgen Leth, Gabriella Ciancimino, Sharmila Samant, Martin Parr, Hannah Collins.

Per informazioni: Fondazione
Marino Golinelli, viale Amendola
12, Bologna, tel. 051 0251001,

www.golinellifondazione.org