Italia Non Profit - Ti guida nel Terzo Settore

La vita dà il ritmo

  • Pubblicato il: 16/12/2018 - 09:53
Rubrica: 
CULTURA E WELFARE
Articolo a cura di: 
Federico Miniotti
L’ospedale S. Anna di Torino, il più grande per la ginecologia e ostetricia in Europa, è abbracciato dalla musica. Dagli inizi del mese di novembre, ha preso avvio la seconda edizione delle “Vitamine Jazz” che arricchisce il  programma  di musica dal vivo “Vitamine Musicali” varato nel 2016 nell’ospedale dalla Fondazione Medicina a Misura di Donna in collaborazione con l’AVO-Associazione dei Volontari Ospedalieri e 13 istituzioni culturali del territorio. Una vera propria chiamata alle Arti alle quali la comunità dei jazzisti torinesi ha risposto massicciamente,  con slancio generoso nel donare musica e  vivere un’esperienza di relazione con l’altro: a fianco delle donne durante la chemioterapia, dando il benvenuto alle nuove vite e alle loro famiglie, cambiando tono al tempo dell’attesa. Da novembre 2018 a marzo 2019, si alterneranno formazioni, in linguaggi che spazieranno dalle sonorità jazzistiche  ad atmosfere mediterranee e sudamericane.
Rubrica di ricerca in collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo

 
La musica apre nel  corpo
una fessura da cui esce l’anima
per fraternizzare
Milan Kundera, scrittore

Prendersi cura è un termine policentrico, polisemico, polidirezionale che  necessita di alleanze strategiche.  La musica accompagna da sempre l’esistenza umana, è innata, come sistema di comunicazione,  linguaggio ed  è fenomeno culturale. Fa stare bene.  Ippocrate, padre della Medicina, nel 460 a.c. la considerava  parte della quotidianità dell’arte della cura nei suoi Asclepia, i primi ospedali, veri e propri campus terapeutici. La musica “è il più potente farmaco non chimico”, affermava il neurologo,  Oliver Sacks nel 1987, nell’ambito degli studi profondi tra suono e ben-essere.
 
“Evidenze scientifiche e osservazioni cliniche nell’ultimo ventennio confermano che la musica produce effetti sull’organismo umano nella sua globalità, agendo sui sistemi psico-neuro-endocrino-immunologici attraverso gli stimoli vibrazionali. La musica trasmette emozioni, affetti, messaggi più o meno diretti, favorisce il rilassamento profondo e allontana l’ansia”. Commenta la Prof.ssa Chiara Benedetto, Direttore della Struttura Complessa Universitaria Ginecologia e Ostetricia 1, Università di Torino, Presidio Ospedaliero S. Anna  e Presidente della Fondazione Medicina a Misura di Donna.
La musica , sia nell’ascoltarla che nel farla, coinvolge molte aree corticali, quali la corteccia prefrontale, la corteccia motoria, sensoriale, uditiva, visiva, ma anche il cervelletto, le aree limbiche e para limbiche deputate alla percezione e alla regolazione delle nostre emozioni.
 
Nel 2016 l’Ente, espressione della società civile, su richiesta del personale del day hospital oncologico dell’ospedale S. Anna ha dato avvio al programma “Vitamine musicali”, il più ampio e costante programma di esecuzioni dal vivo mai realizzato a livello internazionale in un ospedale.  Grazie alla presenza dei volontari ospedalieri di AVO, i musicisti accompagnano le cure, danno il benvenuto alla vita nel reparto maternità, intrattengono persone e famiglie nei luoghi di attesa.  Un progetto avviato in fase pilota dal generoso coinvolgimento dell’Associazione di artisti Magica Torino, che oggi  coinvolge oltre 13 istituzioni culturali  con oltre 150 musicisti, preparati all’incontro con l’Altro in ospedale.
 
Numeri importanti ai quali ha contribuito in modo determinante “Vitamine Jazz”, varate da settembre 2017 a luglio 2018 sotto la direzione artistica di  Raimondo Cesa, socio sostenitore dell’Ente, e che da sempre contribuisce ad animare  il fecondo ed eterogeneo milieu musicale cittadino. Un invito  rivolto ad alcuni musicisti si è trasformato in un passaparola di mobilitazione collettiva,  una vera e propria chiamata alle arti, che nella prima edizione della stagione jazz ha coinvolto 55 diverse formazioni in un fitto calendario di 66 appuntamenti donati generosamente dai migliori artisti della scena jazzistica, 113 musicisti di caratura internazionale. Non potendoli  citare tutti ricordiamo pianisti del calibro di Fabio Giachino, Sergio Di Gennaro, Fabio Gorlier, Riccardo Ruggieri, Emanuele Francisconi, Emanuele Sartoris. Chitarristi come Pino Russo, Roberto Taufik, Max Gallo, Daniele Ciuffreda, Gianni Santoro, Maurizio Mazzeo. Per i fiati ricordiamo Alfredo Ponissi, Roberto Beggio, Valerio Signetto, Fulvio Chiara, Paolo Porta, Luigi Di Nunzio, Stefano Calcagno, Sara Kari, Fulvio Vanlaar, Silvio Defilippi. Fra le cantanti Barbara Raimondi, Giulia Damico, Valentina Nicolotti, Giulia Firpo, Caterina Letizia Accorsi, Margherita Piumatti, Deborah Nurchis, Alessandra Soro, Sabrina Oggero Viale. Percussionisti come Enzo Zirilli e Gilson Silveira. Fra le violiniste Cecile Delzant e Teodora Gapik, L’arpa di Vanja Contu. Fra i fisarmonicisti e armonicisti Ugo Viola, Roberto Cannillo, Valerio Chiovarelli, Alberto Varaldo. Per le formazioni ricordiamo fra le tante la JcT Jazz band (17 elementi), la Traditional Jazz Band, Essence Quartet, Tango Bordello, le Archidee, Asuma Brasilian Jazz, Juke Bossa,  Just in Trio, Twenty strings.
 “Non pensavamo a una adesione così ampia e convinta. Abbiamo assistito a un’invasione pacifica di artisti che con la loro presenza volontaria confermano l’importanza di questa musica nella storia culturale della nostra città.”, afferma  Cesa, in rappresentanza dei numerosi prestigiosi nomi coinvolti. “E’ arrivato al  S. Anna, a favore delle donne, il grande patrimonio della tradizione jazzistica del nostro  territorio, di una  umanità che proviene dal dialogo di molte culture. Composizioni originali e improvvisazioni, nelle quali le sonorità jazzistiche si alternano ad atmosfere mediterranee e sudamericane”.  Come considera Cesa “La musica è  comunicazione in armonia. Il jazz in particolare è condivisione continua. Se chi suona crede nella possibilità di comunicare, quando accade  nasce una sintonia, con risposte fisiche e psicologiche”.
 
Dalle osservazioni in corso del progetto “Vitamine musicali” condotta dall’Università IULM di Milano, con il coordinamento del prof. Pier Luigi Sacco, economista della cultura, emergono universali apprezzamenti delle pazienti, delle loro famiglie e del personale, che incidono potenzialmente in modo positivo sulle relazioni, sul tono emozionale e sul clima di cura. egli ultimi anni sono stati pubblicati vari studi sull’applicazione della musicoterapia in campo oncologico che indicano come la musica possa generare una diminuzione di ansia e un miglior controllo del dolore, una migliore compliance ai trattamenti tiblastici. Distrae, determina inibizione endogena del dolore il rilascio di endorfine, produce rilassamento muscolare ed emotivo, rallenta il ritmo respiratorio e cardiaco.
La percezione di ben-essere  è  anche  risultato di una relazione sociale e interpersonale. “Attendiamo gli appuntamenti con curiosità e meraviglia. Siamo ogni giorno parte di una lotta. La musica ci stimola. Ci ha aperto personalmente nuovi mondi. Le note rimangono nelle stanze,
con le pazienti, anche dopo il saluto dei musicisti”, affermano le infermiere intervistate segnalando anche il cambiamento e la crescita del loro consumo culturale nel tempo libero.
La musica contribuisce a dare valore alle “parti sane”, alle speranze e ai desideri, nonché alla riabilitante esperienza della ricerca di senso, dare significato anche a ciò che pare non averne, espressione a ciò che pare inesprimibile. Al centro rimane sempre l’essere umano, la persona, con le sue emozioni e relazioni.
 
Il rapporto è  bi-univoco. Gli stessi musicisti  definiscono l’ospedale “un grembo armonico”, una “scuola di empatia” e considerano che l’esperienza dell’esecuzione ad personam generi un arricchimento personale e professionale.
 
Il programma delle “Vitamine Musicali” prosegue e dal 6 di novembre 2018  il Jazz sarà di casa per “Vitamine Jazz”. Fino a luglio 2019, si alterneranno diverse formazioni, preparate dalla Fondazione Medicina a Misura di Donna a vivere la relazione con l’ambiente ospedaliero e accompagnate dai volontari dell’AVO, in  momento musicali che terranno conto della peculiarità dei luoghi.  Con toni caldi e dolci, porteranno le menti verso altri immaginari, fuori dalle mura ospedaliere.
“E’ ormai dimostrato che un ambiente piacevole e rilassante e la partecipazione culturale attiva contribuiscono al benessere fisico, mentale e sociale. Ne vediamo gli effetti attraverso le trasformazioni avvenute grazie alle arti nei luoghi di attesa, di transito e nei reparti dell’ospedale S. Anna”, considera la prof.ssa Benedetto.
L’arte ha un’altra grande risorsa, quella di farci percepire costantemente la realtà non come un blocco, ma come un prisma attraverso il quale le cose e le persone possono assumere forme e colori a seconda di come ci giochiamo. Ha il compito di alleggerire il portato teorico di ogni presa di posizione, invitandoci a esercitare quella empatia che pure sappiamo di avere, ma che non sappiamo giocare (Marina Sozzi e Giusi Venuti). L’arte di stare nell’umana vulnerabilità.
  
 
Approfondimenti.
 
“Vitamine musicali” è parte del percorso di ricerca-azione lanciato dalla Fondazione  Medicina a Misura di Donna nel 2010, sulla relazione virtuosa tra Cultura e Salute, curato da Catterina Seia, Vice Presidente dell’Ente e di Fondazione Fitzcarraldo che ha coinvolto circa cinquanta istituzioni culturali, che studiano e creano progetti all’ospedale S. Anna per il ben-essere individuale e della collettività. “L’arte e la cultura sono state considerate generalmente nel nostro Paese come intrattenimento e quindi ricondotte a una parte marginale delle esistenze. Oggi si sta prendendo coscienza della loro rilevanza per le politiche di welfare, come baluardi tra i più efficaci per sviluppare e mantenere in pristino le facoltà cognitive, per alimentare reti di socialità, promuovere cittadinanza attiva, configurare paesaggi mentali e di conseguenza sociali, partendo dai luoghi sensibili come gli ospedali”. Lo ha ben compreso la rete che rende possibili le “Vitamine musicali”, ad oggi completamente autofinanziate dai cantautori dell’Associazione Magica Torino con Ars Nova, dai Cantanti del Teatro Regio e i Maestri della Filarmonica, dagli studenti del Conservatorio “Giuseppe Verdi”, dai musicisti di Xenia Ensemble e dell’Accademia di Santa Pelagia, dall’Istituto Musicale di Rivoli, dalle energie del Festival Mito in Città e di Adotta un pianista,  oltre a singoli musicisti. Lo sta comprendendo il mondo dell’Economia della Cultura che, per la prima volta, con l’omonima rivista edita da Il Mulino, ha dedicato uno speciale al rapporto tra Cultura e Salute, includendo tra i casi apri-pista il lavoro della Fondazione Medicina a Misura di Donna all’ospedale S. Anna.
Tra le progettualità che si stanno muovendo oltre i confini dell’ospedale S. Anna, ricordiamo  Nati con la Cultura- Il Passaporto Culturale, consegnato dai medici alle famiglie dei nuovi nati (scaricabile dai genitori dal sito dell’Ente e consegnato anche all’Anagrafe centrale di Torino)  come benvenuto e raccomandazione della Cultura per una buona crescita fin dai primi passi. Il progetto, adottato da Abbonamento Musei  consente oggi il libero accesso alla famiglia nel primo anno di vita del bambin* in 32  della Regione accreditati “musei family and kids friendly”. Il “Cantiere dell’Arte” sviluppato con il Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli sta trasformando progressivamente il S. Anna secondo i desideri di chi lo anima: attraverso azioni di pittura collettiva ingressi, corridoi, sale d’attesa e reparti sembrano un giardino. La Fondazione collabora con  artisti tra i quali Michelangelo Pistoletto che al S. Anna ha varato il “Re-birth day”, la giornata della rinascita che si celebra ogni anno il 21 dicembre e Massimo Barzagli che con le sue opere dà il benvenuto all’ingresso e ha fatto  fiorire il nuovo reparto maternità.
I progetti sono seguiti nella valutazione dell’impatto dal team del prof. Pier Luigi Sacco, docente di economia della Cultura all’Università IULM di Milano.
www.medicinamisuradidonna.it