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La fondazione della rete dei Musei Civici di Venezia

  • Pubblicato il: 06/07/2012 - 20:33
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Cecilia Conti

Il Presidente Walter Hartsarich e il Segretario Organizzativo Mattia Agnetti della Fondazione Musei Civici di Venezia, raccontano come hanno affrontato la sfida della sostenibilità.  Nel 2008 il Comune di Venezia affida la gestione dei suoi undici musei civici a una fondazione di partecipazione, il cui socio unico fondatore è l'Amministrazione stessa, con l’obiettivo di agire come un’impresa nell’area della cultura, con una maggiore snellezza nelle procedure, nelle scelte decisionali.
I risultati non hanno tardato ad arrivare, come spiega il Presidente: «Nel 2011, grazie a una nuova strategia di marketing unitariaabbiamo aumentato del 20% il nostro fatturato, da 20 a 24 milioni di euro, introducendo una politica del prezzo, prima assente, operazioni di promozione e pubblicità, sviluppando il sito (con un più 30% delle vendite online del bookshop), il merchandising (con la quale proponiamo le nostre sedi museali per eventi privati e istituzionali che rappresenta il 30% delle entrate), l’attività di hosting. A partire da Palazzo Ducale, che vale il 65% delle nostre entrate, vogliamo aumentare i visitatori degli altri musei affinché diventino autosufficienti. Ci muoviamo con un orientamento al mercato, parallelamente alle attività tipicamente istituzionali di ricerca e di conservazione». Marketing, comunicazione e sviluppo commerciale sono gestiti da una società, la SMINT - servizi museali integrati, partecipata al 100% dalla Fondazione. Un approccio che ha influenzato il coinvolgimento delle aziende, con cui la Fondazione sviluppa due linee di collaborazione: le sponsorizzazioni tecniche e le convenzioni. Le prime permettono di intervenire sul mantenimento degli immobili e sull’allestimento delle sedi, generando una notevole riduzione dei costi, come l’ultima in ordine di tempo, con Philips Lighting Italia per l’impianto di illuminotecnica delle sedi museali. Con le seconde si sviluppa una strategia di coinvolgimento dei visitatori italiani, ad oggi il 25% degli ingressi alle collezioni permanenti. Ne sono un esempio le agevolazioni concesse ai possessori di IKEA Family Card o Cartafreccia delle Ferrovie dello Stato e l’imminente accordo con Coop Italia. Per la pianificazione delle attività, la stesura del bilancio è centralizzata, con un modello di programmazione e controllo per aree di sviluppo e centri di costo. Il sistema dei Musei Civici, come spiega Mattia Agnetti, si definisce multiunit, ovvero una rete con un’area centrale di servizi e uffici, che supportano le diverse realtà nel controllo della spesa, della manutenzione delle sedi, della gestione delle risorse umane, del marketing e della comunicazione. Ai musei va la responsabilità del programma scientifico-culturale.
Un complesso sistema organizzativo e gestionale, regolato da strumenti mutuati dalle esperienze imprenditoriali, di cui la Fondazione si è dotata nella trasformazione in soggetto di diritto privato, con strumenti di controllo di certificazione volontaria del bilancio di gestione, di qualità dei servizi erogati con la certificazione del bilancio da parte di KPMG. «Quest’anno chiudiamo il nostro quarto bilancio in utile. È un risultato raggiunto senza il trasferimento di un euro dal pubblico, unico caso a nostra conoscenza in Europa. Per questo, è fondamentale diversificare le fonti di entrata al fine di ridurre il rischio, seguendo un modello aziendale che convive con la mission pubblica».
La Fondazione affronta la sfida della sostenibilità rivolgendosi a nuovi soggetti e mercati: uno stimolo per le 120 persone, tra dipendenti e collaboratori a progetto, che lavorano nella rete e che sempre di più percepiscono il valore dell’organizzazione dei servizi erogati. Il primo passo sarà l’apertura di una sede a New York per cercare, con obiettivi di fundraising, amici americani. Un’iniziativa questa complementare alle numerose collaborazioni culturali con il Giappone, Barcellona, Vienna, San Pietroburgo e Shanghai. Il percorso le è valso il «Premio Best Practice Patrimoni Pubblici» dedicato alle migliori iniziative sulla valorizzazione dei patrimoni pubblici e sull’incremento di efficienza nella loro gestione, nel contesto del forum annuale della P.A. Ha sviluppato dallo scorso anno i rapporti con istituzioni private, come la Collezione Peggy Guggenheim, Palazzo Grassi e altri soggetti attivi nella città di Venezia. «Sono nate iniziative importanti, come il vaporetto dell’arte, che partirà a giugno, dimostrando la volontà comune di diverse realtà che si erano poco integrate nella programmazione». Con le Università di Venezia, la collaborazione si concretizza nella condivisione di percorsi formativi, stage e una borsa di studio triennale per l’informatizzazione di Palazzo Ducale. Sul versante della produzione culturale, le sinergie sono con la Fondazione Bevilacqua La Masa, con gli atelier di studio in città per giovani artisti. E con l’arrivo del nuovo direttore, Gabriella Belli, la Fondazione ha una nuova strategia: «Punteremo molto al Museo Correr e a Ca’ Pesaro, che in linea con la sua identità, avrà uno sviluppo sul contemporaneo già alla fine del 2012 e con la prossima Biennale, perché da lì era partito».

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(dal XII Rapporto Annuale Fondazioni)