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La costruzione di una cosmologia – Vol.1: Il ruolo sociale dell’artista

  • Pubblicato il: 25/10/2013 - 10:39
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI E ARTE CONTEMPORANEA
Articolo a cura di: 
Micole Imperiali

Napoli. Cinque appuntamenti e dieci artisti in un dialogo che nasce con il desiderio e per la necessità di definire criticamente il panorama artistico italiano, analizzando elementi essenziali del ruolo dell’artista e della sua identità in questo preciso momento storico. Ogni ciclo è costituito da una serie di conversazioni ideate da quattro artisti attivi in diverse zone d’Italia e contesti internazionali - Gian Maria Tosatti, Andrea Mastrovito, Giuseppe Stampone e Andrea Nacciarriti - i quali svilupperanno, singolarmente o in collaborazione, i diversi capitoli del discorso. Il Volume 1, riguardante il ruolo sociale dell’artista, costituisce il primo passo di questo cammino, mediato da Gian Maria Tosatti, che così motiva il tema da lui scelto per la prima serie di incontri: «In questi anni, i miei progetti site-specific, dedicati a diverse città, mi hanno fatto percepire di cosa è portatore la figura dell’artista all’interno del corpo sociale di una comunità. Profonde ed essenziali sono le trasformazioni che l’arte, attraverso i suoi officianti, può portare nell’ordine che l’uomo dà alla propria convivenza con gli altri. Ed è sulle potenzialità e le prospettive di questo ruolo che vorrei confrontarmi assieme ad altri colleghi. Cercando di comprendere, fino in fondo, che posto ha un artista all’interno di una società che, in questi anni, a dispetto delle sue espressioni più superficiali e istituzionali, sta ridisegnando se stessa dalle fondamenta».
Ad ospitare il primo ciclo dell’iniziativa è il Museo Archivio Laboratorio per le Arti Contemporanee Hermann Nitsch, frutto della fiorente attività di promozione di ricerca, realizzazione e divulgazione della cultura attuata dalla Fondazione Morra - Istituto di Scienze delle Comunicazioni Visive di Napoli. Gli appuntamenti, fissati tra giugno e dicembre 2013, hanno visto e vedranno l’analisi di diverse tematiche affrontate da altrettanti artisti, quali: Politica (Alfredo Pirri e Giuseppe Stampone), Bellezza (Giuseppe Gallo e Andrea Mastrovito), Economia (Stefano Arienti e Andrea Nacciarriti), Utopie Quotidiane (Gianfranco Baruchello e Alessandro Bulgini), Identità (Jannis Kounellis e Gian Maria Tosatti).
Partendo quindi da questioni quali la relazione tra arte e politica e la considerazione dell’azione artistica in quanto politica, si è passati al concetto di bellezza, cercando di individuare il momento in cui questa - inizialmente definibile come scelta artistica del tutto personale - si trasforma in compito dell’artista in quanto investito di un ruolo e di una responsabilità precisi verso la comunità a cui appartiene. In questo senso si è voluto riflettere inoltre sulla possibilità di differenziare il concetto di bellezza rispetto a diversi modelli societari.
Nell’ambito della conversazione riguardante l’economia, invece - partendo dalla consapevolezza che destino e sopravvivenza di vari Paesi sono determinati da conseguenze di processi economici che portano oggi alla cancellazione di istituzioni culturali - si è parlato dell’essenza dell’arte in un momento in cui essa è, da una parte, insostenibile economicamente e, dall’altra identificata con quello stesso mercato a cui è soggetta.
Gli ultimi due appuntamenti – il dialogo tra Gianfranco Baruchello e Alessandro Bulgini che si terrà, per motivi tecnici, a Roma il 12 novembre e quello, che farà da chiusura a questo primo ciclo, tra Jannis Kounellis e Gian Maria Tosatti fissato per il 7 dicembre presso il Museo Hermann Nitsch – verteranno rispettivamente sulle utopie quotidiane e sul concetto d’identità.
Nel primo caso il tema dell’utopia riporta all’esempio di alcuni artisti che sono riusciti a dimostrare che il limite tra reale e impossibile è molto più lontano di quanto si pensasse, una possibilità insomma di riconsegnare alla coscienza collettiva determinate consapevolezze. L’identità, invece, verrà analizzata nella sua duplicità: se da una parte è importante definire l’identità dell’artista in questo particolare momento storico, dall’altra è necessario riflettere sul fatto che spesso è proprio l’artista che, con il suo operare, svela alla società e a i suoi appartenenti qualcosa sul loro stesso essere.

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