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La coppia che ha impacchettato il mondo

  • Pubblicato il: 29/07/2011 - 10:15
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Stefania Crobe
Christo e Jeanne-Claude

Palermo. Esistono luoghi che ci catturano, che non scegliamo ma che ci scelgono. È quanto è successo a Reinhold Würth con la Sicilia, e con Palermo in particolare.
Il grande mecenate tedesco, che ha trasformato una piccola impresa a conduzione familiare per la produzione di sistemi di fissaggio (chiodi, bulloni e derivati) in un impero fondato sullo straordinario impegno a favore della diffusione e divulgazione dell’arte e della cultura, ha scoperto, più di venticinque anni fa, le meraviglie dell’ex capitale sveva e da allora ne ha adottato la storia, l’arte, la cultura.
Il suo amore per Palermo si è concretizzato nel Protocollo d’intesa tra l’Assemblea Regionale Siciliana e la Fondazione Wurth, che ha portato al restauro e al recupero della Cappella Palatina, della sala d’Ercole, della Torre Pisana di Palazzo dei Normanni, fortemente danneggiate dalle scosse di terremoto del settembre 2003. Progettato dalla Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Palermo, l’intervento di restauro è un importante passo verso la salvaguardia e la promozione del territorio e rappresenta un illustre esempio di collaborazione pubblico-privato.
Il protocollo prevede inoltre l’allestimento periodico di mostre ed esposizioni con le numerose opere della Corporate Collection della Fondazione Wurth, nei suggestivi spazi della Fondazione Federico II, presso Palazzo dei Normanni.

Fino all'8 gennaio 2012, è la volta di Christo e Jeanne-Claude. Nella mostra, nata dalla collaborazione tra il Museum Würth Germania e la Würth Italia, vengono esposti oggetti, disegni e collage per raccontare la provocatorietà di una delle coppie più celebri della storia dell’arte, una storia ancora tutta da raccontare. Il gesto dei due artisti, tra installazione, azione e architettura, consiste nell’impacchettare la realtà, svelandone in tal modo l’estrema complessità, fondendo l’arte con lo spazio pubblico e con il paesaggio.

Si tratta di progetti che prevedono una lunga incubazione, dalla fase di contrattazione alla richiesta dei permessi, alla ricerca dei fondi, tutti i lavori infatti sono autofinanziati dagli artisti stessi attraverso la vendita di disegni e progetti.
Con oltre 100 opere, la Collezione Würth possiede una delle maggiori raccolte al mondo di Christo e Jeanne-Claude, segno di come committenza e collezionismo, guardando alla storia dell’arte dal ‘400 ad oggi, si siano evoluti in un processo di mercificazione dell’opera d’arte, dove sempre più spesso il mercato assorbe vorticosamente i processi artistici, e segno di come una committenza e un collezionismo illuminati, però, siano anche capaci di stimolare e incentivare, talvolta attendendo pazientemente, la tensione insita nel «tempo» di creazione dell’artista, la cui natura è ciclica, processuale e relazionale e non sempre immediata come il mercato vorrebbe.
Un esempio. «Wrapped Floors and Stairways and Covered Windows», la copertura, il drappeggio e l’impacchettamento degli interni del Museum Würth a Künzelsau in Germania: il più ampio progetto artistico in un ambiente coperto intrapreso da Christo e Jeanne-Claude, un’installazione durata dal 29 gennaio al 4 giugno 1995.
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