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La bellezza è legge per Legambiente

  • Pubblicato il: 19/01/2013 - 12:13
Rubrica: 
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Articolo a cura di: 
Anna Saba Didonato

Roma. Mentre il clima elettorale si va scaldando, si moltiplicano le iniziative di associazioni e professionisti a favore della cultura. L’obiettivo dichiarato è persuadere i prossimi candidati politici a puntare su di essa e, in particolare, su ciò che di più prezioso, e bistrattato, ha il nostro Paese: il patrimonio culturale. Così dopo le «Primarie della Cultura» del Fai, l’appello «Ripartire dalla cultura» (lanciato da Aib, Anai, Icom Italia, Associazione Bianchi Bandinelli, Federculture, Italia Nostra, Legambiente, Comitato per la bellezza), il documento pubblicato ieri dall’Anci, e in attesa delle proposte dell’associazione Italia Nostra (in fase di elaborazione), ecco il disegno di legge presentato da Legambiente, composto da dieci articoli. La ratio dell’intero impianto normativo è basata sul concetto di «bellezza» inteso in senso ampio, al di là della dimensione estetica, nell’ottica di una rigenerazione etica collettiva. E proprio per suscitare la mobilitazione dei cittadini e sensibilizzare i candidati a favore dell’iniziativa, parte oggi la campagna itinerante «Italia, bellezza, futuro». Un viaggio che toccherà alcuni luoghi rappresentativi per le tematiche affrontate dalla legge. Si parte da Paestum e dal «progetto di azionariato ambientale», finalizzato all’acquisto dei terreni di proprietà privata presenti nel sito dell’antica colonia greca, per poi raggiungere il Teatro San Carlo di Napoli dove va in scena la «Rusalka» di Dvořák, col suo speciale allestimento «green». Tappa successiva: Agrigento, dove si affronterà la questione spinosa dell’abusivismo. Dopo aver toccato le Cinque Terre e discusso di tutela paesaggistica, si passerà da Roma e poi ancora da Pollica, per affrontare il tema della riqualificazione dei borghi storici. Sarà poi la volta di L’Aquila, delle Dolomiti e della città di Torino, per concludere con Bari dove è fissato l’incontro con i sindaci che sottoscriveranno il testo della legge.
Per saperne di più, abbiamo incontrato Vanessa Pallucchi, responsabile per Legambiente della Qualità culturale dei territori.

Come nasce questo disegno di legge?
L’idea è nata più di un anno fa, in occasione del nostro Congresso Nazionale a Bari. Attraverso la costruzione di questo articolato, abbiamo inteso rispondere a due necessità, secondo noi prioritarie: la prima, è che la bellezza deve ritrovare una centralità nel modo di pensare al nostro futuro; la seconda, è dare unitarietà normativa ai temi che riguardano la qualità territoriale a 360 gradi, da quella culturale a quella ambientale e sociale.

Qual è la vostra idea di bellezza?
Secondo noi la bellezza è un investimento sul futuro, è cambiamento all’insegna del benessere degli individui, della coesione delle comunità, della trasformazione delle città in contesti più moderni e vivibili, della valorizzazione della creatività. La bellezza per noi è prefigurare un modello di sviluppo alternativo a quello che ha distrutto la bellezza naturale senza produrne di nuova.

Chi ha contribuito alla stesura del documento e quali sono i principi fondanti?
Il documento è stato concepito all’interno di Legambiente nazionale e condiviso e arricchito dal resto dell’associazione in vari contesti. Alcuni contributi di modifica e arricchimento sono stati suggeriti dalle 50 e oltre personalità del mondo della cultura, della scienza, delle professioni e dell’impresa che sono state le prime sostenitrici della proposta di legge.

Oltre al riordino della normativa esistente in materia di conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale, soprattutto del paesaggio, e tutela del suolo per il contenimento del suo consumo e la lotta all’abusivismo edilizio, quali sono le novità proposte da Legambiente?
Per l’approvazione delle nuove infrastrutture di interesse nazionale viene istituita la procedura del dibattito pubblico e stabilita l’obbligatorietà di concorsi di progettazione e di idee per l’affidamento della realizzazione delle opere pubbliche (di natura architettonica, ambientale, storico-artistica, conservativa e tecnologica). Il paesaggio, l'ambiente, il suolo non edificato e le aree rurali vengono tutelati attraverso obiettivi che favoriscano la mitigazione e la compensazione degli impatti ambientali, l'orientamento degli interventi edilizi prioritariamente verso le aree già urbanizzate degradate e le aree ad uso produttivo dismesse da riqualificare.
Il consumo del suolo è soggetto a contributo da aggiungere agli oneri di urbanizzazione, in forma doppia per le aree agricole e tripla per quelle naturali, da destinare ad un fondo per interventi di bonifica dei suoli, di recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, di demolizione e ricostruzione di edifici posti in aree a rischio idrogeologico, di acquisizione e realizzazione di aree verdi. Anche la repressione dell’abusivismo edilizio e il recupero ambientale delle aree è regolamentata con la demolizione degli abusi non suscettibili di sanatoria, oltre al ripristino ambientale delle aree su cui insistono, grazie al meccanismo per cui la mancata demolizione, entro i termini previsti, rende automaticamente patrimonio disponibile dello Stato l'area interessata fino al limite di 10 volte la superficie utile abusivamente costruita.
Per i Comuni che promuovano e realizzino interventi di rigenerazione urbana, ambientale e sociale, in modo da favorire benessere, integrazione, qualità della vita e sostenibilità, è previsto un regime di tassazione agevolata. Mentre per diffondere buone pratiche che rispondano ai bisogni sociali, educativi e strutturali, l’art. 10 della legge prevede l’istituzione di un Osservatorio Nazionale per la promozione della bellezza e del senso civico.

Chi sono i promotori dell’iniziativa e i principali sostenitori, finora?
Ad oggi, sono una cinquantina le personalità che hanno voluto sostenere l’iniziativa. Sono esponendti del mondo della cultura, dello spattacolo, delle professioni, della scienza e della società civile, da Roberto Saviano a Neri Marcorè, da Dario Vergassola a Moni Ovadia, Riccardo Dalisi, Oscar Farinetti, Roberto Grossi, Giovanna Melandri, solo per citarne alcuni.
A queste si stanno aggiungendo i sindaci. I primi che hanno sottoscritto la proposta di legge sono stati Michele Emiliano, Graziano Delrio, Giusy Nicolini, Stefano Pisani.

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