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L’arte delle Fondazioni

  • Pubblicato il: 14/12/2012 - 16:33
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI D'ORIGINE BANCARIA
Articolo a cura di: 
Roberta Bolelli

La Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna ha una grande tradizione. Quali sono le origini della vostra collezione e quali le sue peculiarità?
La Cassa di Risparmio di Ravenna nasce nel 1840. Per tradizione essa è stata ed è ancora oggi un punto di riferimento importante per il territorio. La Fondazione si è costituita nel 1992 e abbiamo deciso di non rimanere l’azionista di controllo della Cassa, portando al di sotto del 50% la partecipazione. Al momento della costituzione il patrimonio artistico e librario - oltre che immobiliare - rimase alla Cassa, che oggi ha una collezione importante.
La Fondazione non ha, quindi, una collezione propria, ma persegue l’ottica di raccogliere opere di autori locali di buon rilievo artistico per restituire al territorio uno spirito di comunità attraverso un impegno non occasionale a tutela del patrimonio culturale. Ne è derivata una raccolta di quadri di Luca Longhi, di Andrea Barbiani e di altri autori: grandi opere ma non numerose.

Avete interesse a incrementare la collezione?
Noi non siamo e non vogliamo diventare collezionisti. Abbiamo seguito il filone della valorizzazione dell’800 e ‘900 ravennate, con acquisizioni di artisti locali di rilievo anche nazionale. Le opere più importanti sono oggi presenti nel progetto «r’accolte» di Acri.
Il criterio che guida le nuove acquisizioni è quello del valore dell’investimento patrimoniale insieme al recupero e alla valorizzazione di testimonianze artistiche riguardanti il territorio, altrimenti destinate ad essere per lo più disperse sul mercato italiano ed internazionale.

Quale politica culturale contraddistingue la vostra Fondazione e come questa s’inserisce nella più ampia politica culturale del vostro territorio?
Cerchiamo di essere attenti, critici, aiutando le istituzioni a creare piuttosto che produrre noi direttamente. Siamo così intervenuti a favore del Parco Archeologico e soprattutto del Museo archeologico che vi sorgerà, della zona archeologica di Classe e della Domus dei Tappeti di Pietra. Dopo i Chiostri Francescani, suggestivo complesso monumentale, dove si svolgono importanti manifestazioni ed eventi di cultura dantesca (anche in collaborazione con l’Accademia della Crusca), abbiamo acquisito lo storico Palazzo Guiccioli, nel centro di Ravenna (dove vissero Lord Byron e Luigi Carlo Farini medico condotto in città), destinato a sede delle prossime realizzazioni del Museo Byron e del Museo del Risorgimento.
Importante è poi da anni il nostro sostegno al MAR e agli eventi espositivi di grande rilievo che in esso si tengono con riconoscimenti anche internazionali.
Piuttosto che entrare in competizione con le istituzioni d’arte, abbiamo preferito investire su di esse e nella prospettiva di «Ravenna Capitale della Cultura 2019» accompagniamo la città in questa crescita.

L’evoluzione del quadro economico degli ultimi quattro anni, come ha influito sulle attività e le proposte culturali della vostra Fondazione?
Siamo riusciti a mantenere i nostri livelli d’intervento, pur avendo ridotto dal 50% al 30% l’impegno nel settore dell’arte e della cultura, per aumentare le risorse destinate al settore dell’assistenza a categorie disagiate, nel contesto delle crescenti problematiche sociali. Cerchiamo di fare il possibile perché l’attività sia di qualità e di crescita culturale, di presa di coscienza dei giovani, di valorizzazione della città nelle proprie potenzialità, facendo della cultura un fattore di sviluppo e di attrazione dei flussi del turismo anche internazionale.

Nel Documento Programmatico e Previsionale 2013 approvato dalla sua Fondazione, il 30% delle risorse si concentrerà nel settore dell’arte, attività e beni culturali. Quali i progetti più importanti?
Proseguirà il sostegno alle numerose iniziative di Ravenna Manifestazioni, del Centro e del Museo Dantesco, del MAR (mostra in cantiere «Pittura borderline» 2013-2014 e, in collaborazione con il Vaticano un’importante mostra sugli «Affreschi distaccati»). Abbiamo anche in programma interventi a favore delle associazioni del volontariato culturale, perché fanno nascere nuove personalità, promuovono nuove idee, alimentano una cultura diffusa sul territorio che speriamo dia frutti significativi.

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