Italia Non Profit - Ti guida nel Terzo Settore

Investimenti in arte e in beni da collezione

  • Pubblicato il: 15/03/2017 - 07:58
Autore/i: 
Rubrica: 
NOTIZIE
Articolo a cura di: 
Alessia Zorloni

Si discuterà di mercati dell’arte nella tavola rotonda a Milano organizzata da Deloitte in collaborazione con AXA Art, giovedì 23 marzo. Nell’evento che si terrà presso la Deloitte Greenhouse in Via Tortona, 25 verranno presentati i risultati del report “Investimenti in arte e in beni da collezione” curato da Pietro Ripa e Alessia Zorloni che l’autrice anticipa in questo articolo. Negli ultimi 25 anni il mercato dell’arte ha più che raddoppiato la sua dimensione in valore e il 2016 si è chiuso con un giro d’affari di circa 45 miliardi di dollari (Tefaf, 2017). “Se il 2015 può essere definito l’anno dei record, il 2016 è stato l’anno dell’inversione di marcia, con un mercato più cauto e molto meno liquido.” Un tema di grande interesse per le numerose fondazioni che hanno in patrimonio collezioni


Negli ultimi 25 anni il mercato dell’arte ha più che raddoppiato la sua dimensione in valore e il 2016 si è chiuso con un giro d’affari di circa 45 miliardi di dollari (Tefaf, 2017). Il mercato USA nel 2016 (e in particolare il segmento Post War), dopo il grande exploit del 2014, proseguito anche nel 2015, ha continuato a rappresentare la quota principale di fatturato internazionale. Cataloghi selezionati e opere di grande qualità si sono confermate i cardini della domanda, inficiata tuttavia da un sempre più esteso uso delle garanzie. La piazza Europea ha confermato la propria difficoltà, nonostante abbia registrato un leggero incremento nella quota di fatturato rispetto alle altre piazze mondiali. In calo anche il mercato UK, che ha esteso negli ultimi anni i propri cataloghi all’arte dei mercati emergenti (Sud America, Sudafrica e India su tutti), dopo aver già consolidato il ruolo di capitale internazionale dell’arte russa e italiana, con le ben note Russian Art Week ed Italian Sales.
L’Asia ha continuato a deludere, amplificando la contrazione registrata negli ultimi due anni, a causa di un collezionismo locale sempre meno interessato all’arte contemporanea e ancora condizionato dall’introduzione di più stringenti norme fiscali. Hong Kong è rimasta la piazza di maggior importanza, seguita da Shanghai e Pechino.
Il rallentamento del mercato a livello internazionale è stato molto evidente anche nella classifica dei top lot, dove ha trionfato Claude Monet con Meule (1891), venduto da Christie’s il 16 novembre a oltre $ 81 Mln, seguito da Willem de Kooning con Untitled XXV (1977) battuto per $ 66,3 Mln e un Picasso con Femme Assise (1901), battuto per $ 63,6 Mln. Si posizionano al quarto posto un dipinto antico di Peter Paul Rubens (battuto a $ 59 Mln) e al quinto un diamante blu ($ 58 Mln). Confrontando i primi cinque top lot 2015 e 2016, appare evidente che laddove il 2015 può essere definito l’anno dei record, il 2016 è stato l’anno dell’inversione di marcia, con un mercato più cauto e molto meno liquido.






  ARTISTA OPERA RISULTATO D’ASTA CASA D’ASTA
1 PICASSO Pablo (1881-1973) Les Femmes d’Alger (1995) 179,365,000 $ Christie’s New York
2 MODIGLIANI Amedeo (1884-1920) Nu couché (1917-18) 170,405,000 $ Christie’s New York
3 GIACOMETTI Alberto (1901-1966) L’homme au doigt (1947) 141,285,000 $ Christie’s New York
4 LICHTENSTEIN Roy (1923-1997) Nurse (1964) 95,365,000 $ Christie’s New York
5 ROTHKO Mark (1903-1970) No.10 (1985) 81,925,000 $ Christie’s New York

Tabella: Top 5 delle opere battute in asta (2015). Fonte: elaborazione propria, basata sui dati delle case d’asta.

Il numero di transazioni è rimasto alto nel 2016, ma il mercato ha risentito di una mancanza di risultati spettacolari (come l’asta Looking Forward to The Past del 2015, prima asta a superare $ 1 Mld di fatturato con $ 1,3 Mld), di record d’artista (nel 2016, nessun “grande nome” almeno nel comparto Post War ha fatto battere il martello su nuovi top price e in generale di un minor attivismo da parte di consolidati buyers occidentali (in prevalenza americani).
La pittura si è confermata il segmento principale del mercato dell’arte, come già avvenuto nel 2015, ed ha generato l’82% del fatturato totale d’asta (76,4% nel 2015). Proseguendo il trend emerso nel 2015, si è imposta l’arte di inizio XX secolo e del primo dopoguerra rispetto al comparto del contemporaneo che aveva visto trionfare negli anni precedenti.
Le aste di New York si sono confermate leader del mercato della pittura anche nel 2016, con un fatturato annuo di oltre $ 2,54 Mld, un’aggiudicazione media di $ 55 Mln e un tasso di unsold per lotto del 20% . Il mutamento del mercato è evidente se si considera che l’aggiudicazione media per l’anno 2015 si attestava a $ 70 Mln: le aste hanno ridotto il proprio volume, e sono minori le quantità di opere top quality che hanno permesso i risultati degli anni passati.
Le aste londinesi, che primeggiano per numero rispetto al mercato americano, hanno realizzato un fatturato annuo di circa $ 1,4 Mld, un’aggiudicazione media di $ 19 Mln ed il tasso di unsold più elevato rispetto alla media globale, pari al 21% . Come per la piazza di New York, il calo dall’anno 2015 è molto accentuato: l’aggiudicazione media per il 2015 si attestava infatti a $27 Mln.
L’effetto Brexit tanto temuto non sembra aver aumentato il livello di sfiducia degli investimenti. I mercati dell’arte, infatti, hanno copertura globale, e risentono poco dei singoli squilibri valutari, politici e sociali. Le aste londinesi di arte contemporanea dei giorni dopo Brexit hanno rassicurato anche i più scettici. La prima da Phillips, il 27 giugno, ha totalizzato quasi £ 12 Mln con soli 10 unsold su 31 lotti offerti e un record d’artista; il 28 giugno Sotheby’s, con la Contemporary Art Evening Auction, ha realizzato un totale di vendite pari a £ 52,2 Mln, in linea con le stime e Christie’s ha chiuso il trittico con la Post War & Contemporary Evening Sale del 29 giugno, che ha realizzato un totale di £ 39,6 Mln. In linea con le aspettative anche le aste Old Masters di Sotheby’s e Christie’s hanno dimostrato una certa solidità, fugando i dubbi di shock di mercato post Brexit.
Grandi investimenti per le Concept Sales: Christie’s ha proposto quest’anno due innovative aste cross-category, che hanno riscosso grande successo ed interesse, sia di collezionisti affermati sia di nuovi clienti, soprattutto asiatici. La prima si è tenuta a New York, dal titolo Revolution, dedicata ad opere di diversi dipartimenti dell’800 e del 900, ed ha registrato un solo invenduto sui 34 lotti proposti, totalizzando $ 11,6 Mln; la seconda si è invece tenuta a Londra, Defining British Art, con l’accostamento di capolavori inglesi dall’antico al contemporaneo, ed ha realizzato $ 133,2 Mln, con soli 4 invenduti sui 31 lotti proposti.
In continua ascesa il mercato delle aste online, non tanto in termini assoluti, quanto per il numero di nuovi buyers coinvolti. L’Hiscox Online Art Trade Report 2016 ha ipotizzato che le vendite online raggiungeranno i $ 9,58 Mld entro il 2020, sulla base dei presenti trend. Sotheby’s ha registrato 155 milioni di dollari di fatturato per le vendite online del 2016, con una crescita del 20% sul 2015, con circa la metà dei bidders come nuovi acquirenti. Anche Christie’s ha avuto una forte crescita nelle vendite online durante il 2016, in particolar modo durante il primo semestre, in cui sono stati raggiunti i 28 milioni di dollari, con una crescita del 96% rispetto allo stesso periodo del 2015. Emblematica in questo senso la vendita di un quadro di Basquiat per $ 24 Mln grazie ad un post su Instagram di Brett Gorvy, realizzata durante il mese di novembre.
Nel prossimo futuro è lecito attendersi un rapido consolidamento del mercato online ed un ulteriore sviluppo del concetto di investimento in arte come nuova forma di diversificazione finanziaria. Inoltre, è possibile ipotizzare un’ulteriore forte crescita della popolazione che investe in arte e una sempre maggiore radicalizzazione delle nuove proposte provenienti da Paesi emergenti (India, Sud Africa, Area Pacifica, Medio Oriente, Sud America e Messico i principali). Anche l’industria museale potrebbe fungere da volano per il mercato dell’arte internazionale, alla luce dei 700 nuovi musei di valenza internazionale inaugurati ogni anno e alla luce del numero di nuovi musei aperti da inizio secolo, superiore a quello relativo alle nuove aperture registrate sia nel Diciannovesimo che nel Ventesimo Secolo.
Queste le principali tendenze emerse dallo studio “Investimenti in arte e in beni da collezione”, curato da Pietro Ripa e Alessia Zorloni, che verrà presentato giovedì 23 marzo 2017 presso la sede di Deloitte in Via Tortona, 25. All’evento parteciperanno, Barbara Tagliaferri, Art & Finance coordinator per Deloitte Italia, Ernesto Lanzillo, Partner Deloitte e Family Office Services Leader, Gianluigi Vignola, Direttore Automotive Data Evaluation Market Yield (Ademy) e Italo Carli, Direttore generale AXA Art.
La partecipazione è gratuita, fino a esaurimento posti; è necessario confermare la propria presenza entro il 21 marzo 2017 scrivendo a: eventi@axa-art.it

© Riproduzione riservata

ph | “Sotheby's auctioneer Adrian Biddell” by Financial Times is licensed under CC BY 2.0