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Inseguendo Rajo Jack in una «pianura di luce»

  • Pubblicato il: 22/10/2012 - 14:27
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Articolo a cura di: 
Stefania Crobe
Salvatore Scarpitta (New York

Torino. La stagione autunnale della GAM, la galleria civica d’arte moderna e contemporanea della Fondazione Torino Musei, parte con i motori reboanti delle auto da corsa di Salvatore Scarpitta (New York 1919 – 2007), protagonista, negli spazi dell’Underground project e nelle sale del primo piano, della più grande retrospettiva a lui mai dedicata.
A presentare il grande evento, sono stati lo scorso venerdì, i membri dell’eccezionale –  per competenza e prestigio - comitato scientifico che ha curato la ricostruzione completa della carriera artistica di Scarpitta: Germano Celant, Danilo Eccher, Riccardo Passoni , Luigi Sansone e Fabrizio D’Amico (non presente però in conferenza stampa).
Una grande mostra che va ad affiancare le quattro esperienza già avviate in questo autunno alla Gam: «Surprise», un ciclo annuale di appuntamenti dedicati  ad aspetti specifici della ricerca artistica torinese tra anni Sessanta e Settanta il cui appuntamento inaugurale, curato da Maria Teresa Roberto, è dedicato a Ugo Nespolo; «Vitrine», lo spazio dedicato alla giovane ricerca artistica piemontese che vede ora protagonista l’artista Paola Anziché, «Nuovo video», la presentazione di Choir, opera video del 2011 di Elisabeth Price, acquisita dalla Fondazione CRT per l’Arte Moderna e Contemporanea ad Artissima 18; l’ormai consueto appuntamento con «Wunderkammer», che accoglie i disegni della GAM e che presenta un’inedita mostra dedicata ad una quindicina di bozzetti realizzati da Gigi Chessa per alcuni degli spettacoli che si svolsero nel Teatro di Torino.

In questo ricco quadro, allo sguardo sempre attento verso il territorio e i giovani si affianca l’omaggio all’artista italo-americano che tenne sempre vivo il legame con le sue origini e che a Torino trascorse anni significativi della sua vita, conseguendo anche – nel 2005 – la laurea honoris causa in Lettere e Letterature straniere presso l’Università degli Studi Torino.
A «Straight away»  del 1962 e «Rajo Jack spl» del 1964, custodite nella collezione permanente della Gam, si affianca una ricca selezione di opere degli anni Cinquanta e Sessanta, i lavori realizzati con fasce o bende e tecnica mista, slitte comprese, e le  opere realizzate negli Stati Uniti negli anni Ottanta. Un’intera sezione della mostra è dedicata poi alle autovetture da lui realizzate, una passione che porta l’arte in uno spazio inedito, nei circuiti della periferia americana e che alla Gam sono interamente esposte, salvo tre esemplari, di cui due in America e uno andato purtroppo distrutto.

Il direttore Eccher evidenzia che «così come per le mostre precedenti e per l’allestimento delle collezioni permanenti, anche la mostra su Scarpitta esula dall’essere esclusivamente filologica in favore di una lettura strutturalmente critica. Le opere in mostra partono dal 1958, dall’esperienza americana, dalle tele fasciate, trascurando la parte ‘pittorica’ di Scarpitta, ampiamente trattata negli studi di Francesco D’Amico, tra i massimi esperti di quel periodo e raccolti in catalogo» (Salvatore Scarpitta, a cura di Germano Celant, Danilo Eccher, Silvana editoriale).

«Un'altra lettura – aggiunge Germano Celant – può essere fatta intorno a questa mostra ed è ciò che abbiamo sperimentato quando abbiamo pensato a come potesse entrare un’antologica di Salvatore Scarpitta nei due spazi del museo, completamente diversi tra di loro e che io ho letto l’uno come un ‘garage’, l’altro come una ‘pianura di luce’. La natura di questo edificio, naturale e costruito al contempo, ha fatto sì che la lettura dell’opera di Scarpitta, con tutto il suo impatto emotivo, avesse una natura fortemente contestuale, legata all’architettura, la stessa attenzione verso il contesto utilizzata dall'artista nella sua ricerca, in cui le sue automobili avevano un ‘senso di marcia’. Così abbiamo reso lo spazio dell’underground project ‘agitato’ all’interno di un museo che non è a senso unico, mettendo le macchine in diverse posizioni e dando un senso vitale, oltre che espositivo, come se esse potessero potenzialmente essere in corsa».

Sconfinando fuori dalla superfice pittorica, le opere di Scarpitta, dal poverismo all’astrazione, attraverso le bendature e le fasce, trasfigurano il senso di un’arte che è vita, di una vita che è arte.
Uno sguardo altro che la Gam vuole condividere con il suo pubblico avvicinandolo alla poetica dell’artista e invitandolo ad approfondire le tematiche della mostra in maniera ‘smart’.
Attraverso un sistema QR code chiunque dotato di uno smartphone e di un’applicazione dedicata può infatti accedere a informazioni aggiuntive riguardanti le opere esposte. Ma non solo. Nell’Underground project, attraverso un’App per la realtà aumentata, posizionandosi in diversi punti, si possono scoprire nuovi contenuti e condividere l’esperienza sulle piattaforme di social networking.

Inoltre per comprendere e condividere con il pubblico il lavoro di Scarpitta a 360°, il Dipartimento Educazione della Gam ha ideato 10 nuove proposte per scoprire il lavoro dell’artista e per rendere la sua arte accessibile a tutti: insegnanti, studenti, persone diversamente abili, famiglie, visitatori adulti.
Un invito a riscoprire nel museo, in un periodo di grande incertezza per la cultura del nostro paese, i valori umani e civici capaci di rivoluzionare – come hanno fatto gli artisti - lo «stato dell’arte» per generare cambiamento.
«Passioni contagiose» - questo il titolo di una delle attività proposte – che hanno guidato l’intera vita di Scarpitta – per l’arte, le corse automobilistiche, i diritti umani - e che la Gam, un museo fortemente radicato nel territorio, vuole restituire alla sua città affinché diventi un «museo per tutti».

© Riproduzione riservata

SALVATORE SCARPITTA
dal 20 ottobre 2012 al 3 febbraio 2013
GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
Exhibition Area - Underground Project
Via Magenta 31 - Torino 
Orario
: martedì - domenica 10-18, chiuso lunedì
INFO: tel.011 4429518
www.gamtorino.it