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Il museo per tutti

  • Pubblicato il: 07/10/2011 - 13:25
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Articolo a cura di: 
Stefania Crobe
Il tavolo "Cultura Accessibile" al Castello di Rivoli - Museo d'Arte Contemporanea partecipa all'opera di Goshka Machuga "The nature of the beast"

Si può ancora parlare di «esperienza estetica», intesa come esperienza percettiva nel senso più empirico del termine, quando si è sempre più orientati verso una estetizzazione anestetizzante della conoscenza? Si può ricondurre l’esperienza estetica nell’alveo di una dimensione percettiva e sensibile? Una dimensione che implica necessariamente un accesso al sapere diffuso e per tutti perché la conoscenza, non dimentichiamolo, è un diritto. Un diritto che si traduce in accessibilità alla cultura.

Ma come avviare un processo di «accessibilità della cultura», intesa come un’apertura alla grande società in vista di una cultura più partecipata e inclusiva, capace di radicare le proprie ragioni, il proprio senso nelle coscienze della società contemporanea?
Un passo importante verso questa direzione è «L’invasione degli altri corpi 2», seminario promosso dalla Fondazione Fitzcarraldo sull’accessibilità della cultura, avviato nel 2010 e che ha visto nell’edizione 2011 un ulteriore sviluppo. Nel 2010, in occasione di Artlab, era stata lanciata la discussione per la creazione di un manifesto per la cultura accessibile, subito accolta e coltivata dalla Consulta per le Persone in Difficoltà e dal Castello di Rivoli Museo d'arte contemporanea (che con il suo Dizionario di arte contemporanea in Lingua Italiana dei segni molto ha inciso per l’inclusione di diversi pubblici nel museo) e che ha visto l’adesione di istituzioni, associazioni e operatori culturali dando vita al Tavolo di confronto sul tema della cultura accessibile a tutti i pubblici. Fanno parte del tavolo Cittadellarte Fondazione Pistoletto Onlus (Biella), Città di Torino, Divisione Servizi Sociali e Rapporti con le Aziende Sanitarie, Settore Disabili e Redazione Città Aperta - Servizio Passepartout Servizi Integrati per la Disabilità Motoria, Fondazione Fitzcarraldo Onlus (To), Fondazione Paideia Onlus (To), Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (To), Fondazione Torino Musei, Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea, (To), Istituto Italiano per il Turismo per Tutti, (To), Istituto dei Sordi di Torino, La Venaria Reale, Venaria, Parco Arte Vivente, (To), Susa Culture Project, Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus.

Il confronto ha generato, attraverso l’impegno e la partecipazione costante di tutti i membri, il Manifesto dell'accesso alla cultura per tutti, un importante tassello per un’accessibilità diffusa e inclusiva della cultura, che a partire dall’elaborazione piemontese ha visto a Lecce, ad Artlab11, una definizione nazionale che ora verrà discussa in tutta Italia. A Lecce si sono confrontati sulla necessità di una maggiore sensibilità verso l'integrazione del cittadino disabile nella fruizione dei servizi e delle programmazioni culturali rappresentanti di buone pratiche e fautori di progetti innovativi - tra cui Eugenia Monzeglio, CPD Consulta per le Persone in Difficoltà, Torino; Francesco Fratta, Tavolo Cultura Accessibile del Piemonte; Luigi Mangia, Vicesegretario provinciale, Sindacato SFIDA, Nardò (LE); Brunella Manzardo, Dipartimento Educazione, Castello di Rivoli Museo d’arte contemporanea, Rivoli (TO); Barbara Marsala, Associazione Isiviù, (ME); Susanna Tornesello, Gruppo di progettazione Poiesis per il progetto "Parco Megalitico di Giurdignano: percorsi accessibili", Giurdignano (LE); Enzo Toma, Regista, Direttore artistico, Compagnia Maccabeteatro, Torre Guaceto (BR) - contribuendo con la loro esperienza alla definizione di una linea comune da seguire.
Tra gli interventi l’interessante contributo di Luigi Mangia, Vicesegretario provinciale del sindacato SFIDA di Nardò, da sempre impegnato a combattere i pregiudizi che portano all’isolamento dei diversamente abili nelle scuole speciali, a favore del diritto di tutti ad avere una istruzione nella scuola pubblica. Mangia sottolinea come la crisi dello stato sociale – con la conseguente decadenza della scuola pubblica, della sanità, della previdenza - stia portando ad un irreversibile impoverimento del lessico sociale, ad uno svuotamento dei valori legati al welfare.
«Il termine più defraudato è la parola libertà che, come recita Gaber in una celebre canzone, è soprattutto partecipazione.La lingua cambia, assecondando le trasformazioni sociali: spiega, racconta e rappresenta nelle parole nuove. Ultimamente siamo vittime di una vera “rapina semantica” dei termini che più raccontano il conflitto delle classi sociali, mentre le uniche parole che imperano sono spread e default. Un nuovo vocabolario racconta l’incapacità diffusa di uscire dal baratro della crisi lungo cui si muove la società e che rappresenta un pericolo per le classi più deboli».

Per questo occorre tracciare nuove piste da seguire e il Manifesto dell'accesso alla cultura per tutti, ridefinendo il profilo del cittadino-utente culturale e indicando il ruolo della cultura e il compito delle istituzioni, è il primo grande step.
«A Lecce ha avuto inizio – afferma Mangia – una grande battaglia di civiltà, quella della cultura accessibile. Un impegno per fare una società migliore per tutti dove il silenzio, la solitudine, l’emarginazione sono definitivamente cancellate. Musei, istituzioni, operatori culturali e sociali si sono impegnati a cercare nella cultura accessibile le vie del futuro e la nuova grammatica di come abitare lo spazio e vivere il tempo nei valori condivisi di tutti e di ciascuno nella cultura inclusiva».

Il Manifesto dell'accesso alla cultura per tutti costituisce il segno del cambiamento, reso possibile dall’impegno e dalla collaborazione di realtà diverse e lontane, unite da un obiettivo comune: la volontà di una cultura per tutti, l’open culture. Importanti istituzioni museali hanno dato il loro contributo, mutando il loro ruolo, non più solo ‘contenitore’ ma produttore, veicolatore, facilitatore di conoscenza. Una nuova frontiera in cui il museo - in particolare la sua dimensione educativa - si fa carico di una rinnovata responsabilità sociale fornendo strumenti e opportunità culturali a persone portatrici di identità e differenze, attese, bisogni, curiosità, abilità diverse, scrivendo nuovi paradigmi di riferimento, nei quali la diversità costituisce la vera ricchezza.

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Luigi Mangia
Ha condiviso l’esperienza di Gianfranco Basaglia relativa alla chiusura dei manicomi aderendo al modello di psichiatria democratica con esperienze di sostegno ai pazienti in manicomio. Ha avuto impegni di responsabilità nell’Unione Italiana dei Ciechi dove si è occupato di formazione, di riabilitazione, di scuola con l’intento di superare la segregazione delle scuole speciali a favore del diritto di tutti ad avere una istruzione nella scuola pubblica. Ha svolto incarichi in Legambiente occupandosi di educazione ambientale. Attualmente è vicesegretario provinciale nel sindacato SFIDA, che dà voce alla sofferenza delle famiglie con a carico disabili gravi.
 

Per un manifesto dell’accesso alla cultura per tutti - il contributo dei musei -
In attuazione dell’art. 30 della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità ratificata con Legge n. 18 del 24/02/2009

PREMESSA
Il ruolo del museo nella società contemporanea si connota in relazione al cambio di paradigma che attesta alla funzione educativa una valenza specifica: gli attuali orientamenti museologici e museografici assegnano centralità al lavoro per e con il pubblico, all’interno di un processo educativo e quindi culturale. Oggi Il museo è il pubblico, o meglio i diversi pubblici. La questione è fondamentalmente etica: musei e luoghi espositivi hanno una responsabilità sociale ben precisa, in quanto spazi pubblici, e attraverso il ruolo sempre più incisivo della dimensione educativa e formativa si ribadisce il diritto di accesso di tutti ai luoghi della cultura. La qualità dell’esperienza dei visitatori deve essere al centro delle politiche museali ed espositive, fornendo strumenti e opportunità culturali alle persone portatrici d’identità e differenze, attese, bisogni, curiosità, abilità varie e diverse.

1. Il fruitore di una struttura museale e di un evento culturale deve essere considerato nella sua accezione più ampia e completa, a favore di un approccio inclusivo che sappia tenere conto delle differenti esigenze fisiche, sensoriali, comunicative, relazionali, intellettive, psichiche di tutte le persone.
2. Una struttura museale e un evento culturale devono poter garantire a tutti, indipendentemente dalle specifiche esigenze e abilità, la possibilità di realizzare, anche tramite accorgimenti e servizi dedicati, una visita e un’esperienza complete, appagante e soddisfacente in condizioni di comfort e sicurezza.
3. E’ necessario promuovere e realizzare un’accessibilità a tutto campo risultato del rapporto equilibrato tra:
- accessibilità strutturale: possibilità per tutti e ciascuno di accedere e muoversi in autonomia negli spazi espositivi e collaterali;
- accesso all’esperienza: possibilità per tutti e ciascuno di partecipare, godere, comunicare e vivere al meglio l’esperienza culturale proposta;
- accesso all’informazione: possibilità per tutti e ciascuno di reperire informazioni chiare, affidabili e aggiornate circa l’accessibilità e i servizi/accorgimenti disponibili attraverso strumenti di comunicazione fruibili da persone con disabilità e non.
4. L’accessibilità dell’offerta culturale si compone di elementi statici e dinamici, è dunque fondamentale valorizzare gli aspetti di relazione con i vari pubblici, con particolare riferimento ai servizi di accoglienza, accompagnamento ed educativi. Occorre incentivare un cambiamento culturale che generi profondi mutamenti dei modelli organizzativi e gestionali, ancor prima che strutturali, in un’ottica volta a garantire la piena inclusione e partecipazione alle attività culturali proposte di tutti e ciascuno, indipendentemente dalle specifiche esigenze e abilità.
5. In una visione di fruibilità, interazione e partecipazione attiva dei diversi pubblici all’evento culturale è importante promuovere attività e percorsi espositivi ed educativi basati sulle diverse forme di comunicazione che facciano ricorso alla multisensorialità, all’interattività, ad ausili e anche a supporti tecnologici, integrati in modo equilibrato. Tali soluzioni devono essere fruibili e utilizzabili dai diversi pubblici garantendo a ciascuno, senza discriminazioni di sorta, il diritto ad una concreta e reale inclusione e partecipazione sociale, nel rispetto dei desideri e delle aspettative.
6. L’informazione sull’accessibilità non si esaurisce con l’uso del simbolo convenzionale solitamente connesso solo all’accessibilità degli spazi ma deve essere oggettiva, dettagliata, aggiornata, affidabile, garantita, declinata e specificata rispetto alle diverse esigenze al fine di permettere a ognuno di conoscere e valutare in autonomia l’offerta culturale.
7. Vanno utilizzate e incoraggiate strategie di comunicazione efficaci ed esaustive, fondate sull’utilizzo di un linguaggio corretto e di strumenti di comunicazione appropriati, utili a prevenire ogni forma di discriminazione.
8. E’ necessario integrare le tematiche dell’accessibilità e dell’accoglienza di tutti nella formazione professionale di quanti intervengono, a vario titolo, nella realizzazione di un evento culturale in senso lato. Si riconoscono come categorie prioritarie rispetto alle quali pianificare percorsi formativi specifici: i progettisti delle strutture, i direttori, i curatori delle mostre e degli eventi, i responsabili degli allestimenti, gli educatori e i mediatori, gli addetti al servizio di accoglienza.
9. Si invitano gli artisti a tener conto delle istanze della cultura accessibile nelle loro ricerche e nella loro progettualità.
10. In un’ottica di cultura per tutti si ritiene importante incentivare e sostenere la produzione e la diffusione dell’espressione artistica di mostre e iniziative volte alla valorizzazione degli artisti con disabilità che possano costituire anche strumenti di sensibilizzazione del vasto pubblico circa una nuova visione della persona con disabilità come cittadino attivo.

CONSIDERAZIONI FINALI
I principi esposti non intendono essere circoscritti all'interno del solo ambito museale; benché frutto di riflessioni ed esperienze con i differenti pubblici sviluppate in questi anni dai musei e dai propri dipartimenti educativi, essi esprimono l'impegno verso una cultura sempre più accessibile a tutti – quindi anche alle persone con disabilità - che ogni operatore culturale, artista, operatore teatrale e dello spettacolo dal vivo, musicista, amministratore pubblico e chiunque sostenga e finanzi, a vario titolo, il settore culturale, deve cominciare a prendersi. Auspichiamo che il documento non solo venga sottoscritto da altri soggetti, ma ampliato nei suoi punti per una maggiore estensione e diffusione a tutto il settore culturale e alle diverse professionalità che ne fanno parte.

Promosso dal TAVOLO CULTURA ACCESSIBILE nel dicembre 2010, per iniziativa della Consulta per le Persone in Difficoltà di Torino e del Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli - Museo d’Arte Contemporanea, è stato costituito un “Tavolo di confronto sul tema della cultura accessibile”, dove istituzioni, associazioni, operatori culturali si confrontano sulle tematiche dell’accessibilità della cultura a tutti i pubblici. I partecipanti al tavolo sono: - Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea, Rivoli - Consulta per le Persone in Difficoltà Onlus, Torino - Cittadellarte Fondazione Pistoletto Onlus, Biella - Città di Torino, Divisione Servizi Sociali e Rapporti con le Aziende Sanitarie, Settore
Disabili e Redazione Città Aperta - Servizio Passepartout Servizi Integrati per la Disabilità
Motoria - Fondazione Fitzcarraldo Onlus, Torino - Fondazione Paideia Onlus, Torino - Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino - Fondazione Torino Musei - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino - Istituto Italiano per il Turismo per Tutti, Torino - Istituto dei Sordi di Torino - La Venaria Reale, Venaria - Parco Arte Vivente, Torino - Susa Culture Project - Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus.