Italia Non Profit - Ti guida nel Terzo Settore

IL FENOMENO «TERZO PARADISO»: QUANDO L’ARTE E’ (ANCHE) COMUNICAZIONE

  • Pubblicato il: 14/05/2015 - 16:28
Autore/i: 
Rubrica: 
NOTIZIE
Articolo a cura di: 
Francesco Moneta

«Il Terzo Paradiso è il nuovo mondo. Il simbolo del Terzo Paradiso unisce la comunità umana». Può apparire un enunciato ambizioso, di quelli tipici della politica, dove la parola raramente viene materializzata nella realtà. Oppure, il sogno di una nuova religione universale, che già porta in sé un richiamo comune alle spiritualità di ogni angolo del pianeta, il luogo dove ognuno vorrebbe un giorno arrivare, o possibilmente già essere.
Quello creato da Michelangelo Pistoletto è invece già nella realtà un fenomeno globale, dove arte, cultura, etica e comunicazione si integrano dando vita a un meccanismo che appare perfetto, invidiabile dai più esperti e sofisticati costruttori di Brand. Un benchmark non solo per gli Operatori della Cultura, ma anche per i Comunicatori d’Impresa

 
Questo ultimo mese, tra aprile e maggio 2015, è stato ricco di eventi mediatici di ogni sorta, tra cui l’ennesima edizione di successo del Salone del Mobile e naturalmente la partenza – insperatamente positiva – di Expo 2015.
Anche l’Arte ha fatto la sua parte, affermando il protagonismo crescente di uno dei suoi «generi» – quella che una volta si chiamava Land Art (ora non esistono più generi, come ‘la Fotografia’, ‘la Street Art’, ‘la Pittura’: l’Arte contemporanea è un mix di generi dove il gesto creativo è parte dell’opera, e la sua comunicazione è il fine, non solo un mezzo divulgativo).
 
 
Gli Eventi d’Arte nel Territorio
Gli ingredienti del cocktail possono variare, ma se ben scelti e gestiti assicurano il successo di operatori, committenti, istituzioni e sponsor, protagonisti di ‘veri eventi’ talvolta temporanei, ma destinati ugualmente a rimanere impressi nella memoria collettiva.
Un Territorio disponibile – che ha scelto di interpretare anche con la Cultura il proprio marketing - si offre come palcoscenico open air. Può anche essere una semplice ‘location’, ma più lo spazio pubblico è interpretato in modo inusuale, più è certo il successo di critica e mediatico.
L’Artista -  sostenuto usualmente da Fondazioni e Sponsor - progetta concept-evento la cui probabilità di successo è direttamente proporzionale alla celebrità dell’autore, ma dove le idee giuste al momento e nel posto giusto possono dare spazio anche agli outsider.
Il Contenuto deve essere universalmente condivisibile, politicamente corretto: progetti di rottura o realmente rivoluzionari potrebbero trovare poco disponibili i motori istituzionali ed economici. Ambiente, Interculturalità, e ora Alimentazione sostenibile, sono tra i territori valoriali più frequentati.
La Dinamica è fondamentale: l’Opera – o meglio l’Operazione - in sé non esiste se non è ben comunicata. Il programma prevede quindi lo svelamento della installazione - o talvolta il suo annuncio, se si tratta di un progetto complesso, composto da diverse stazioni temporali – accompagnato da un ‘evento mediatico’: una Performance collettiva, di cui possibilmente sia partecipe il pubblico.
 
Il Pubblico non deve essere necessariamente numeroso – l’Arte contemporanea raramente attira le folle - bensì qualificato, e sempre ‘in favore di telecamere e di scatti digitali’, che verranno affidati alla Rete.
I Protagonisti – Istituzioni e Sponsor – non devono presentare il progetto da palchi e allestimenti istituzionali, ma devono sapersi adeguare al luogo giocando la carta della informalità (anche la formalità, come i classici generi delle Arti e la cravatta, attualmente sono ‘out’): tetti, campi, piazze, porzioni usualmente inarrivabili di monumenti sono tra gli scenari più frequentati.
 
 
Simboli e Fotonotizie
Last but not least, è necessario prevedere l’immagine totemica, la fotonotizia, perché la buona comunicazione è sintesi concettuale: può essere una immagine dello stesso evento, ma è meglio creare e pianificare prima il Simbolo che lo connoterà, capace di resistere al tempo e alla temporalità effimera.
Se questi elementi sono ben congegnati, e se il contenuto e il concept sono forti ed emozionali, il successo è assicurato, anche in caso di pioggia, contrariamente ai classici ‘Eventi di comunicazione’, che devono prevedere sempre sofisticate soluzioni di back-up in caso di avversità atmosferiche: negli ‘Eventi culturali’ la pioggia può un po’ guastare la festa, ma il contenuto e il momento storico-irripetibile, e la consapevolezza di esserci, prevalgono sul fastidio causato dal temporale.
 
Di un interessante progetto di Land Art abbiamo parlato nel precedente servizio di CULTURA + IMPRESA, rendendo omaggio alla installazione «Wheatfield», un progetto seriale di arte urbana partecipata, concepito nel 1982 da Agnes Denes a New York, che grazie alla Fondazione Riccardo Catella e alla Fondazione Trussardi ha portato un campo di grano di cinque ettari nel cuore di Milano, risolvendo temporalmente un serio problema di arredo urbano.
 
 
Michelangelo Pistoletto e la Cittadellarte
Ma anche la creatività italiana sa essere protagonista internazionale di questa particolare forma d’Arte, e sicuramente Michelangelo Pistoletto ne è il nostro guru.
Siamo stati non casualmente testimoni di due ‘azioni’ create recentemente da Pistoletto insieme alla sua Fondazione Cittadellarte, il cui sito www.cittadellarte.it è un buon (e raro) esempio di come dovrebbe essere la comunicazione web di un progetto artistico e culturale.
Cittadellarte-Fondazione Pistoletto è stata istituita nel 1998 per porre l'arte e l’artista in diretta interazione con tutti gli ambiti dell'attività umana che formano la società. Ne è nato un grande laboratorio, generatore di energia creativa, che sviluppa processi di trasformazione responsabile nei diversi settori del tessuto sociale.
Cittadellarte è strutturata secondo un sistema cellulare, con un nucleo primario che si suddivide in altri nuclei, gli Uffizi. Ogni Uffizio conduce una propria attività rivolta ad un'area specifica del sistema sociale. Gli Uffizi attualmente attivi si occupano di Arte, Educazione, Ecologia, Economia, Politica, Spiritualità, Produzione, Lavoro, Comunicazione, Architettura, Moda e Nutrimento.
 
 
Il Progetto Terzo Paradiso
Nel 2005, solo 10 anni fa, alla Biennale d’Arte di Venezia è stato presentato per la prima volta il progetto Terzo Paradiso, di cui lasciamo la descrizione allo stesso Pistoletto, in un box a parte. Da allora il Terzo Paradiso è diventato una grande oper-azione collettiva, grazie alla collaborazione tra il Dipartimento Educazione Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea e Cittadellarte: il tema è stato declinato in happening a cui hanno partecipato migliaia di persone, bambini e adulti, in molte città del mondo, per proporre un messaggio di rispetto verso la natura e gli spazi urbani, attraverso un coinvolgimento creativo che pone l’arte al centro della trasformazione sociale responsabile. La forma simbolica del Terzo Paradiso – due cerchi ricongiunti da un terzo centrale - è stata tracciata con vari materiali di scarto e riciclati, come reti da cantiere, stracci, alluminio, balle di paglia, per sollecitare l'assunzione della responsabilità sociale collettiva e la riflessione sulle tematiche della sostenibilità ambientale.
 
 
Il Giardino delle Lavande a Exilles
Nei nostri due casi il solido impianto concettuale e artistico del Terzo Paradiso è stato declinato trovando soluzioni e ambienti tra loro assai diversi, capaci di generare attenzione, coinvolgimento, qualità per il Territorio
A Exilles, il 18 aprile è stato presentato ‘Il Giardino delle Lavande’ in forma di Terzo Paradiso, progetto che ha visto come co-promotori il Castello di Rivoli e il Comune di Exilles - un piccolo borgo della Val di Susa, vicino alle origini dell’Artista – con il prezioso coordinamento di Catterina Seia di Susaculture.
Qui l’ormai celebre segno dei tre cerchi è stato concepito come terreno di semina di un giardino di 11.000 piante di lavanda montana, sul giasset alle pendici del Forte di Exilles, piante scelte perché caratterizzanti, fino a cinquant’anni fa, il paesaggio e la sua microeconomia artigianale con distillerie e prodotti derivati.
L’obiettivo è affidare la cura del giardino ad un’impresa sociale: una vera e propria coltivazione che produrrà economia attraverso l’arte.
«Il grande giardino guarderà l'Europa dal terrapieno del Forte e rifiorirà tutte le estati inondando di profumo e colore la vallata alpina. Ogni lavanda sarà idealmente dedicata a un nascituro/a del territorio: ogni anno tra Rivoli e la Valle di Susa nascono circa 1400 bambini».
La piazza di Exilles, il 18 aprile, era un concentrato di energia positiva, dove si palpava tangibilmente l’orgoglio di ogni partecipante-coprotagonista in una terra oggi prevalentemente nota per le divisioni provocate dal cantiere dell’Alta Velocità. Il miracolo del Terzo Paradiso, questa volta, era di aver messo insieme i Sindaci del Territorio e l’Assessore alla Cultura e Turismo della Regione Piemonte, gli studenti dei Licei cittadini e i Rotariani della Valle, gli imprenditori biologici ‘antagonisti’ e i volontari culturali del territorio. «Oggi vedo ancora una volta che questo segno funziona perché mette insieme le persone e le loro necessità», ha constatato compiaciuto Michelangelo Pistoletto, cui ha fatto eco l’efficace Sindaco di Exilles, palesemente invidiato dai colleghi della Valle, schierati con le loro bande tricolori, affermando che «I politici talvolta non riescono ad essere così efficaci come gli Artisti, il discorso di Michelangelo può essere la Carta degli Intenti non solo di Exilles, ma di tutta la Valle di Susa».
 
 
La Mela reintegrata in Piazza Duomo
Il Terzo Paradiso sa essere anche ubiquo: nello stesso periodo, per la Design Week milanese tra il 14 e il 19 aprile, albergava con il suo segno in forma di risaia sul tetto del Superstudio Più di Via Tortona, dando vita al progetto «Coltivare la Città»: un campo agricolo urbano di 750 metri quadri, con una risaia di 7 varietà di riso, un orto e un modello di casa in legno e in paglia di riso, simbolo di un’architettura integrata nel ciclo naturale.
Il progetto è stato realizzato da novacitivas, lo studio di architettura sostenibile fondato da Cittadellarte, che ha prodotto anche «La Mela reintegrata», presentata pochi giorni dopo in Piazza Duomo, il 3 maggio, come momento conclusivo del Progetto Via Lattea del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano.
In questo caso, il simbolo del Terzo Paradiso è stato tracciato da 150 balle di paglia provenienti dal Parco Agricolo Sud di Milano, collocate con una performance collettiva dai volontari del FAI e del territorio piemontese. Piazza Duomo era già stato il teatro di un’altra performance similare, nel 2012, per presentare il Manifesto della Moda Sostenibile insieme alla Camera della Moda Milano. Questa volta il ‘totem’ è una enorme mela di 8 metri di altezza e 7 metri di diametro, avvolta da un tappeto erboso, che campeggerà in Piazza Duomo prima di essere definitivamente collocata in Piazza Duca d’Aosta.
Perché la Mela? Così spiega Michelangelo Pistoletto: «l simbolo della mela attraversa tutta la storia che abbiamo alle spalle, partendo dal morso, che rappresenta il distacco del genere umano dalla Natura e l'origine del mondo artificiale che si è sviluppato fino a raggiungere le dimensioni totalizzanti di oggi. La mela reintegrata rappresenta l'entrata in una nuova era nella quale mondo artificiale e mondo naturale si ricongiungono producendo un nuovo equilibrio planetario».
 
La peculiarità del geniale progetto Terzo Paradiso sta proprio qui: rappresentare un concept semplice, forte e chiaro, universale, capace di materializzare e aggregare energie e interessi diversi, i più disparati, pubblici e privati, in ogni angolo del mondo. Il Terzo Paradiso è stato collocato, ad esempio, a Istanbul e nell’Artico finlandese, nei Caraibi e in Ecuador, ogni volta con una forma e in un contesto differenti, ma sempre portando il medesimo messaggio. E’ la dimostrazione di come anche l’Arte possa essere un potente contenuto e strumento di comunicazione.
 
© Riproduzione riservata
 
 
 
 
IL TERZO PARADISO

Che cos'è il Terzo Paradiso?

È la fusione tra il primo e il secondo paradiso.
Il primo è il paradiso in cui gli esseri umani erano totalmente integrati nella natura. Il secondo è il paradiso artificiale, sviluppato dall’intelligenza umana attraverso un processo che ha raggiunto oggi proporzioni globalizzanti. Questo paradiso è fatto di bisogni artificiali, di prodotti artificiali, di comodità artificiali, di piaceri artificiali e di ogni altra forma di artificio. Si è formato un vero e proprio mondo artificiale che, con progressione esponenziale, ingenera, parallelamente agli effetti benefici, processi irreversibili di degrado a dimensione planetaria. Il pericolo di una tragica collisione tra la sfera naturale e quella artificiale è ormai annunciato in ogni modo¹. 
Il progetto del Terzo Paradiso consiste nel condurre l’artificio, cioè la scienza, la tecnologia, l’arte, la cultura e la politica a restituire vita alla Terra, congiuntamente all'impegno di rifondare i comuni principi e comportamenti etici, in quanto da questi dipende l'effettiva riuscita di tale obiettivo.
Terzo Paradiso significa il passaggio ad un nuovo livello di civiltà planetaria, indispensabile per assicurare al genere umano la propria sopravvivenza. 

Il Terzo Paradiso è il nuovo mito che porta ognuno ad assumere una personale responsabilità in questo frangente epocale. 
Il Terzo Paradiso è raffigurato simbolicamente da una riconfigurazione del segno matematico dell'infinito. Con il “Nuovo Segno d’Infinito” si disegnano tre cerchi: i due cerchi opposti significano natura e artificio, quello centrale è la congiunzione dei due e rappresenta il grembo generativo del Terzo Paradiso. 

Michelangelo Pistoletto
 1. Il termine artificio ha come radice la parola arte, perciò l'arte assume oggi essenziali responsabilità riguardo all'intero mondo artificiale.