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Il fenomenale Escher

  • Pubblicato il: 07/09/2013 - 18:39
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Stefano Luppi
Il «Nastro di Moebius (Formiche rosse)» di Escher

La Fondazione Palazzo Magnani dal 19 ottobre al 23 febbraio 2014 allestisce la rassegna «L’enigma Escher. Paradossi grafici tra arte e geometria». Un appuntamento, dedicato all’artista e grafico olandese scomparso nel 1972, curato dal noto matematico Piergiorgio Odifreddi, con lo storico dell’arte Marco Bussagli, il collezionista Federico Giudiceandrea e Luigi Grasselli, docente e prorettore dell’Università di Modena e Reggio. Dire Escher vuole dire immagini enigmatiche e ricerca sull’infinito e l’impossibile. Non si può che usare questi termini per definire le composizioni più note di Maurits Cornelis Escher, venuto alla luce il 17 giugno 1898 a Leeuwarden. Quelle costruzioni visive impossibili, esplorazioni dell’infinito che tanto devono agli arabeschi dell’Alhambra trecentesca di Granada o alle stampe di Piranesi, da decenni «stregano» molti studiosi e ancor più appassionati. L’immagine «Nastro di Mobius» (1963), insieme a «Mani che disegnano» (1948) sono senz’altro che le due produzioni più note e entrambe saranno visibili ai visitatori di Palazzo Magnani. Qui saranno esposte 130 opere provenienti da prestigiosi musei, biblioteche e istituzioni nazionali tra cui la Galleria d’arte moderna di Roma e la Fondazione Wolfsoniana di Genova oltre che da importanti collezioni private. L’esposizione indaga l’intera produzione del maestro, a partire dalle prime ricerche testimoniate da opere come «Ex libris» (1922), «Scarabei» (1935) e le grafiche di paesaggio italiano come Tropea e Santa Severina (1931). Poi il percorso propone «Metamorfosi II» (1940) una delle più lunghe xilografie a quattro colori mai realizzate e opere con le figure impossibili: «Su e giù» (1947) e «Belvedere».
Si arriva alle straordinarie tensioni dinamiche tra figura e sfondo nei fogli come «Pesce» (1963) e i capolavori «Tre sfere I» (1945), «Mani che disegnano» (1948), «Relatività» (1953), «Convesso e concavo» (1955), «Nastro di Möbius II» (1963). Non mancano lungo il percorso numerosi disegni, documenti, filmati e interviste all’artista, materiali che mirano a sottolineare il ruolo di primo piano che egli ha svolto nel panorama storico artistico sia del suo tempo che successivo. Una sezione di mostra, infine, sarà dedicata al confronto della produzione di Escher con opere di altri importanti autori a lui collegabili: Dürer, Piranesi, gli autori del Liberty, del Cubismo, del Futurismo e del Surrealismo. Per approfondire l’autore la Fondazione Palazzo Magnani, in collaborazione con l’Università di Modena e Reggio promuove un ciclo di conferenze condotte da esperti. Venerdì 11 ottobre alle ore 17.30 l’aula Magna dell’ateneo in via Allegri 9 si svolge «La forma della simmetria: dai mosaici dell’Alhambra ai
mondi di Escher» con i relatori Luigi Grasselli, prorettore e Antonio F. Costa Gonzáles, matematico. Venerdì 8 novembre alle 17.30 l’aula ospiterà «Escher: le due facce del genio, fra matematica e storia dell’arte». Si tratta di una conversazione sul rapporto tra arte-scienza con Piergiorgio Odifreddi, del comitato scientifico e collaboratore di Repubblica, e Marco Bussagli, storico dell’arte. Seguirà un terzo incontro in corso di definizione su «Escher visto da vicino. L’uomo e l’artista nel racconto di un appassionato collezionista». RelatoreFederico Giudiceandrea insieme ad altri ospiti.

Per informazioni, Fondazione Palazzo Magnani, corso Garibaldi 29, Reggio 
www.palazzomagnani.it

da Vedere in Emilia romagna e nella repubblica di San Marino, n. 1 sett. /ott. 2013, Umberto Allemandi & C.