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Il 2016 da non dimenticare

  • Pubblicato il: 15/01/2017 - 19:12
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Rubrica: 
NOTIZIE
Articolo a cura di: 
Francesca Sereno

La rubrica Post-it propone ogni settimana notizie brevi su quanto accade nel mondo della cultura e del sociale. La selezione di informazioni pone al centro dell’attenzione l’attività delle fondazioni, ma non solo. Politiche culturali, innovazione, forme di promozione alla partecipazione culturale sono i «motori di ricerca» per individuare ed evidenziare tutto ciò che sta accadendo in ambito socio-culturale e che sta influenzando l’evoluzione di questo settore. L’intento non è solo di «dare notizie», ma di cogliere segnali di sviluppo e trasformazione in atto attraverso le azioni dei soggetti operanti nel settore: le direzioni intraprese, le modalità e gli strumenti, gli attori, le risorse messe in campo. L’anno appena terminato è stato foriero di novità ed iniziative. Ne abbiamo individuate alcune che a nostro avviso rappresentano dei germogli di cambiamento, notizie da non perdere di vista, fatti che probabilmente dettano il passo a possibili evoluzioni. Ve le riproponiamo, augurandoci che traccino una rotta in ambito culturale e non solo


Migranti. Il 2016 ha confermato la portata in termini quantitativi e di impatto dei fenomeni migratori. L’emergenza migranti ha messo in moto azioni da parte di diversi soggetti operanti in ambito socio-culturale mirate a far fronte al fenomeno migratorio. L'attenzione è stata rivolta non soltanto all'accoglienza immediata, ma anche all'inclusione ed integrazione.
Partiamo dai dati di scenario. Il 17 marzo la Fondazione Ismu-Iniziative e Studi sulla Multietnicità, in collaborazione con l'Università degli Studi Roma Tre e Sapienza Università di Roma e con il patrocinio dell'Acri ha promosso il seminario «I minori stranieri non accompagnati: accoglienza e inclusione» in cui presenta il XXI Rapporto ISMU sulle migrazioni. Nel 2015 sono 12.360 i minori non accompagnati sbarcati sulle coste italiane, pari all'8% del totale degli arrivi. Sono soprattutto eritrei, egiziani, gambiani e somali i giovanissimi che hanno attraversato da soli il Mediterraneo per giungere in Italia, in assoluta prevalenza di genere maschile e di età tra i 16 e i 17 anni, di cui poco più di un terzo dei minori è ospitato in Sicilia, Calabria e Puglia.
Con questo scenario le fondazioni sentono di dovere intervenire in qualche misura. Assifero e Acri il 18 maggio a Roma danno luogo alla tavola rotonda «Migrazioni, Sviluppo, Solidarietà. Le Fondazioni tessono reti di collaborazione» e in quella sede presentano il bando Never Alone, promosso da otto Fondazioni (Fondazione CariploCompagnia di San PaoloFondazione con il SudEnel CuoreFondazione CRTFondazione Cassa di Risparmio di Cuneo,Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e RovigoFondazione Monte dei Paschi di Siena), nel quadro dell’iniziativa europea Epim-European Programme for Integration and Migration. Vengono destinati 3,5 milioni di euro per potenziare e innovare le modalità di presa in carico dei minori e giovani stranieri sul territorio italiano, una sfida di prioritaria importanza che ci coinvolge da vicino e che vede l’Italia in prima linea in Europa. Otto i progetti selezionati, avviati a partire da gennaio 2017, che propongono interventi in tutti gli ambiti indicati dal bando: accompagnamento all’autonomia nel passaggio alla maggiore età, rafforzamento e diffusione della pratica dell’affido e del sistema dei tutori volontari, accoglienza delle ragazze.
Il tema delle migrazioni assume anche una valenza culturale. Ne è convinto il Mibact che con il bando  MigrArti si è attivato nell’ottica di favorire la conoscenza delle culture dei nuovi italiani «per superare paure, diffidenze e pregiudizi». Il ministero ha destinato 800.000 euro ad iniziative nell'ambito del cinema e dello spettacolo dal vivo con al centro le tematiche di integrazione e la promozione di iniziative dedicate alla pluralità culturale. Quarantacinque sono state le proposte selezionate - 24 del Bando MigrArti Cinema e 21 del  Bando MigrArti Spettacolo. Dopo il successo dell’edizione del 2016, che ha visto coinvolte oltre 5.000 realtà istituzionali e associative, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo raddoppia quest’anno i fondi investendo un milione e mezzo di euro per finanziare «MigrArti 2017». I due bandi  - MigrArti Cinema (750mila euro) e MigrArti Spettacolo (750mila euro) - vedono la  collaborazione del Mibact e dell’UNAR, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziale. 
Vedremo come evolveranno le azioni di pubblico e privato nei confronti di un fenomeno che impone un ripensamento anche in chiave culturale delle strategie di intervento.

Nuovi spazi. Milano è stata particolarmente feconda nel dare vita a nuovi spazi legati alla creatività e all’innovazione.
Ad aprile è stato inaugurato Cariplo Factory, il grande polo dell’innovazione promosso e sostenuto da Fondazione Cariplo in partnership con Microsoft, Fastweb, Terna e Novartis. L’incubatore, con una sede di 1500 mq negli spazi dell’ex Ansaldo di BASE Milano, in via Bergognone 34, nasce con l’obiettivo di realizzare numerose azioni - open innovation, attività di corporate social responsability e talent management – per contrastare gli attuali fattori negativi che caratterizzano il mercato del lavoro. Nei primi mesi di attività sono stati attivati: GrowITUp, un’iniziativa di Microsoft finalizzata a far crescere le startup italiane nei mercati internazionali. Next Energy, un progetto di open innovation sul tema dell’energia e del sistema elettrico, BioUpper, prima piattaforma italiana nata con l’obiettivo di valorizzare le eccellenze della ricerca nell’ambito delle scienze della vita, traducendole in iniziative imprenditoriali concrete. Inoltre è stata attivata la Fastweb Digital Academy per una formazione specialistica di nuove professioni digitali.
Altri due spazi milanesi di cui di è molto parlato, entrambi inaugurati a dicembre, sono l’Osservatorio Fondazione Prada, dedicato alla fotografia, e la nuova sede della Fondazione Feltrinelli.
Il primo si propone come «un luogo di esplorazione e indagine delle tendenze e delle espressioni della fotografia contemporanea, della costante evoluzione del medium e delle sue connessioni con altre discipline e realtà creative». 800 metri quadrati agli ultimi due piani della Galleria Vittorio Emanuele, il cuore commerciale e sociale della città, sormontato da capriate in ferro che sorreggono la copertura. Fa parte degli spazi che il Comune ha affittato a Prada nel 2013 con l’obbligo di destinarne una parte ad uso pubblico. Nel gennaio 2013 questi spazi assicuravano al Comune circa 300mila euro all’anno; ora più di 5 milioni.
La mostra inaugurale «Give Me Yesterday»1 offre un assaggio dello spirito di questo luogo, ossia porre al centro dell’attenzione le implicazioni culturali e sociali della produzione fotografica, ampliando la propria indagine sul contemporaneo.
Con l’Osservatorio della Fondazione Prada, Milano si candida a diventare anche il cuore dell’arte contemporanea e della cultura italiana, oltre che a valorizzare un luogo storico di Milano.
La Fondazione Feltrinelli, dal canto suo, ha aperto la sua nuova «casa»:  Fondazione Feltrinelli Porta Volta, in Via Pasubio 5, lungo il tracciato delle antiche Mura Spagnole, risalenti al XV secolo. L’edificio disegnato dagli architetti Herzog & De Meuron è l’ultimo in ordine di tempo delle architetture «d’autore» concentrate intorno al quadrante Garibaldi-Repubblica. 
12mila metri quadrati e cinque piani fuori terra per due corpi attaccati ma distinti, il più piccolo della Fondazione, l’altro destinato agli uffici di Microsoft. Tutt’intorno un’area verde aperta al pubblico dove saranno mantenuti visibili i resti delle antiche mura spagnole. La parte destinata a Feltrinelli è costituita da una grande libreria-caffetteria al piano terra, una bellissima sala di lettura all’ultimo e, nel mezzo, uffici e laboratori di ricerca, mentre l’immenso archivio è conservato nei due piani sotterranei. L’inaugurazione della struttura con l’evento Voices and Borders: cinque giornate di letture, proiezioni, spettacoli, incontri dedicati alla città che la Fondazione intende accogliere nei suoi percorsi culturali e di ricerca.
Milano, ad oggi, anche grazie a queste nuove presenze si rivela una città dinamica. Sarà da vedere se questi spazi, in cui si intrecciano creatività ed innovazione, genereranno negli anni futuri un vero e proprio cambiamento culturale nella città.
Nel 2016 vi abbiamo segnalato l'apertura (avvenuta o imminente nel nuovo anno) di altri centri culturali nel nostro Paese. Luoghi da «tenere d'occhio», luoghi che in qualche misura posseggono le potenzialità per avere ripercussioni nel rilancio del territorio in cui hanno sede.
In ottobre ha riaperto il Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, dopo il completamento del nuovo edificio iniziato nel 2007 e la riqualificazione della struttura già esistente, progettata da Italo Gamberini, e degli spazi circostanti al museo, nuova porta ideale alla città, per un totale di quasi 3.000 metri quadri espositivi. Per la gestione del Centro Pecci è stata costituita la Fondazione Per le Arti Contemporanee in Toscana, di cui i partner principali sono di nuovo il Comune e la Regione, affidata alla presidente Irene Sanesi.
Il museo, nato dall’iniziata di un privato, l ’imprenditore Enrico Pecci che fondò il museo in onore del figlio Luigi scomparso prematuramente, diventa così l’unica istituzione pubblica dedicata all’arte contemporanea in Italia, e una tra le poche in Europa a inaugurare un nuovo edificio nel decennio 2010-2020. 
Roma non è stata alla ribalta in merito alla nascita di nuovi spazi culturali. Eppure abbiamo segnalato due realtà da non perdere di vista. La Fondazione Baruchello ha inaugurato una nuova sede in via del Vascello 35, a Monteverde Vecchio, con il progetto «Start up. Quattro Agenzie per la produzione del possibile», che proseguendo la ricerca incentrata sulle relazioni tra arte, natura, economia, storia, è strutturato come un ufficio per la promozione e diffusione di proposte che intendono innescare dinamiche economiche e di relazione e ridefinire il rapporto tra valore d’uso e valore di scambio in una prospettiva interdisciplinare.
Inoltre sempre a Roma stanno per essere completati i lavori per il recupero degli spazi dell’ex Ufficio d’Igiene di Via Merulana da destinare alla collezione del Novecento di Elena e Claudio Cerasi. Due corpi di cui uno destinato ad uffici che vuole proporsi come hub culturale; un altro invece che sarà la sede della Fondazione Elena e Claudio Cerasi in cui i due capostipiti di una famiglia di costruttori (noti per la realizzazione del Maxxi di Zaha Hadid, del Teatro dell’Opera di Firenze di ABDR e dell’Agenzia Spaziale Italiana dei 5+1AA), collocheranno la loro collezione di grandi lavori della Scuola Romana e del Novecento.
Infine un'altra apertura degna di nota, di cui si è parlato nel 2016 e che avverrà nel prossimo mese di marzo. Dopo dopo 10 anni di lavori e a 3 anni dall’incendio della Città della Scienza, Fondazione Idis presenta Corporea, l’edificio che su una superficie di 5mila mq ospiterà il primo museo interattivo in Europa interamente dedicato al tema della salute, delle scienze e tecnologie biomedicali e della prevenzione, basato sulla sperimentazione diretta dei fenomeni da parte dei visitatori. Corporea, che avrebbe dovuto essere l’ultimo tassello del «parco dell’innovazione» napoletano, avvia di fatto il rilancio delle attività espositive e della ricostruzione del Science Center di Città della Scienza.

Spazio alle donne. Gli Stati Uniti non sono riusciti ad avere una donna come presidente, ma si sono registrati segnali di un aumento di presenze femminili ai vertici delle istituzioni culturali.
La notizia di fine anno è che per la prima volta una donna è alla guida dei Musei Vaticani, la quarta istituzione museale più visitata al mondo dopo Louvre, British Museum e Metropolitan Museum of Art di New York.  Il nuovo direttore dei Musei Vaticani, con decorrenza dal 1° gennaio 2017, è Barbara Jatta, finora vice-direttore degli stessi Musei. Entrata presso la Biblioteca Apostolica Vaticana nel 1996, Barbara Jatta è stata Responsabile del Gabinetto delle Stampe fino alla nomina, avvenuta nel 2010, a Curatore della Grafica del Dipartimento degli Stampati.
Due donne anche al vertice della Fondazione Musei Civici Veneziani: a Gabriella Belli, riconfermata alla direzione scientifica dell’istituzione, si affianca alla presidenza  Mariacristina Gribaudi, imprenditrice di origine torinese che a Conegliano gestisce Keyline, azienda che produce chiavi e macchine duplicatrici. Gabriella Belli dal sondaggio annuale di Art Tribune è risultata il miglior direttore di museo italiano nel 2015.
E ancora: tre giovani imprenditrici gestiranno in via sperimentale per quattro anni il Museo di Arte Contemporanea di Villa Croce: Paola Inconis (genovese, 36 anni) per le Relazioni istituzionali e sponsor, Elena Piazza (palermitana, 31 anni) per Organizzazione eventi e Alessia Moraglia (imperiese, 31 anni) in amministrazione. Il loro progetto OpenYourArt, la prima «start up innovativa a vocazione sociale» operativa in Liguria, ha vinto il master in Management dei Beni Museali, promosso da Comune di Genova, Fondazione Edoardo Garrone e Fondazione per la Cultura Palazzo Ducale. L’obiettivo del progetto è trasformare Villa Croce in un centro di attrazione e produzione culturale sulla contemporaneità, capace anche di dialogare con le eccellenze culturali del territorio genovese, nazionale e internazionale. La direttrice del Museo di Villa Croce Ilaria Bonacossa, dal canto suo, è diventata il nuovo direttore di Artissima, pur rimanendo curatrice del museo genovese.
E, come indicato già indicato sopra, segnaliamo che il presidente della neo-costituita Fondazione Per le Arti Contemporanee in Toscana è Irene Sanesi, dottore commercialista, esperta in economia gestione e fiscalità della cultura, vice-presidente della Fondazione Datini Istituto Internazionale di Storia Economica, presidente dell’Opera di Santa Croce di Firenze
Le donne sono state protagoniste anche di alcune mostre, tra cui abbiamo segnalato In prima linea. Donne fotoreporter in luoghi di guerra dal 7 ottobre al 13 novembre 2016, a Torino, nella Corte medievale di Palazzo Madama.  70 immagini scattate da 14 giovani donne fotoreporter che lavorano per le maggiori testate internazionali e che provengono da diverse nazioni. Con questa mostra Palazzo Madama ha voluto proseguire quella declinazione al femminile nella programmazione di mostre ed eventi, lanciata con l'hashtag #gopink in omaggio alle Madame Reali che hanno contribuito con il loro lascito illuminato alla vita culturale della città.
Infine è nata una banca dati online per la parità delle donne nella scienza: «100 donne contro gli stereotipi», che raccoglie nomi e CV di esperte nell’area STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics), un settore storicamente sottorappresentato dalle donne e al contempo strategico per il nostro Paese. Un sito che si propone anzitutto come strumento di ricerca di fonti femminili competenti per giornaliste e giornalisti, ma anche come risorsa di voci prestigiose e autorevoli che possono contribuire al dibattito pubblico fuori da media, in sedi istituzionali o altro. «100 donne contro gli stereotipi», presentata il 3 novembre al Festival della Scienza di Genova, è un progetto dell’Osservatorio di Pavia Media Research, dell’associazione Gi.U.Li.A. (Giornaliste Unite Libere Autonome) con la partnership tecnica del Centro Genders (Gender & Equality in Research and Science) dell’Università degli Studi di Milano, e di Wikimedia Italia, in collaborazione con la Fondazione Bracco e con il sostegno della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea. 

Queste e molte altre tracce ha lasciato il 2016, per citarne alcune: il Cipe che ha assegnato 1 miliardo di euro ai Beni Culturali, l'avvio della Riforma del Terzo Settore, il ponte di Christo sul Lago di Iseo che ha fatto registrare il tutto esaurito. Nel futuro prossimo si vedrà se costituiranno germogli di trasformazione.

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