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Fondazioni: una risorsa da conoscere

  • Pubblicato il: 19/04/2013 - 20:27
Autore/i: 
Rubrica: 
OPINIONI E CONVERSAZIONI
Articolo a cura di: 
Giorgio Righetti
Giorgio Righetti

La forte instabilità e l’incertezza, che dall’ambito finanziario si sono propagate progressivamente al mondo politico e istituzionale, caratterizzano oramai da alcuni anni la situazione del nostro Paese; e gli esiti delle recenti elezioni politiche italiane ne sono una prova evidente.
La messa in discussione di tutto e di tutti «a prescindere», nella disperata ricerca di un capro espiatorio cui addebitare la responsabilità della situazione che stiamo vivendo, è oramai divenuta una consuetudine.
Da questa «trappola» non sono rimaste immuni banche e Fondazioni, nell’incapacità dei detrattori sia di cogliere quanto il nostro sistema creditizio abbia sin qui retto meglio rispetto a quello di altri paesi che venivano solitamente indicati come punti di riferimento da seguire, sia di isolare le patologie dalle situazioni fisiologiche, nonché infine, e soprattutto, di cogliere l’importante ruolo svolto dalle Fondazioni di origine bancaria. Queste, sostenendo e finanziando i progetti dei corpi sociali intermedi (associazioni di volontariato, terzo settore, cooperative, …), sostengono le comunità locali e contribuiscono a realizzare nei fatti quel pluralismo economico e sociale che allo stato e al mercato affianca un terzo, importante pilastro, fatto di quell’ampia molteplicità di soggetti del privato sociale che genera occupazione e civismo e ogni giorno aggiunge qualità alla vita di ognuno, soprattutto dei cittadini in maggiore difficoltà della cui assistenza il welfare state non è più in grado di farsi carico da solo.
Ciò che sorprende è che l’approccio critico, grossolano e dogmatico, coinvolga in alcuni casi personalità dalle quali, per curriculum, competenza e ruolo ci si attenderebbe un’analisi più approfondita e meno preconcetta. Mai come ora vi sarebbe invece bisogno di un atteggiamento più pacato, riflessivo e costruttivo.
È proprio da una riflessione lucida e costruttiva che, a metà dello scorso anno, in seno all’Acri è maturata l’esigenza di intraprendere un percorso volto a individuare orientamenti di riferimento, che si è completato con il varo della Carta delle Fondazioni. Questo documento fornisce chiare indicazioni sulla direzione verso cui le Fondazioni di origine bancaria possono e debbono muoversi, con riferimento: alla governance, verso il rafforzamento dell’autonomia e della responsabilità; all’attività istituzionale, verso una maggiore trasparenza, efficienza ed efficacia; alla gestione del patrimonio, verso la diversificazione e il contenimento del rischio.
La linea indicata dalla Carta, peraltro, prosegue lungo un solco che era già stato tracciato dal naturale processo evolutivo che ha interessato le Fondazioni sin dalla loro nascita. Processo che ha avuto un’accelerazione nel corso degli ultimi anni, frutto sì dell’esigenza di garantire, pur in un contesto di risorse erogative più contenute, i necessari impatti sui territori di competenza, ma anche del graduale e costante accumulo di esperienze, competenze e autorevolezza che le Fondazioni hanno maturato. Oggi le Fondazioni rappresentano, all’interno dei propri territori e, insieme, per l’intero Paese, un punto di riferimento importante per la loro competenza nella lettura dei bisogni, per la loro capacità di aggregare gli attori del territorio per il perseguimento di obiettivi comuni, per la loro naturale propensione a innovare e sperimentare nuovi percorsi. Favorire e stimolare l’evoluzione delle Fondazioni è interesse di tutti. Auspicarne prospettive nefaste soddisfa solamente l’ego di chi le ipotizza.

Giorgio Righetti è Direttore Generale Acri

Fonte: Fondazioni, Periodico delle Fondazioni di origine bancaria, Marzo - Aprile 2013 Anno XIV