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Fondazione ASEF: un ponte fra due Continenti, Asia e Europa, dove la cultura è il linguaggio della costruzione multi-laterale

  • Pubblicato il: 25/01/2013 - 21:41
Autore/i: 
Rubrica: 
OPINIONI E CONVERSAZIONI
Articolo a cura di: 
Neve Mazzoleni

Singapore.  La Fondazione ASEF opera da 15 anni per costruire progettualità fra due Continenti: l’Asia e l’Europa. Non solo si occupa di cultura, ma rivolge un’attenzione particolare anche alla politica, ai diritti umani, alla sostenibilità, all’educazione. La sua missione è quella di creare un link fra la società civile e i temi discussi durante l’ASEM, il cosiddetto Asia and Europe Meeting, ovvero l’appuntamento informale che si tiene ogni due anni, fra i Governi dei 49 Paesi membri fra le due aree geografiche, volto alla costruzione di una cooperazione più stretta su grandi temi sociali.
ASEF opera grazie a un budget che proviene  in parte dalla Commissione Europea e per il restante dai Paesi Membri di entrambi i continenti, che contribuiscono volontariamente.
I  principali indirizzi di intervento toccano tematiche come l’Educazione, i Diritti Umani, la Salute e la Cultura.
Ne abbiamo conversato con Valentina Riccardi, project manager di ASEF.

Che cos'è la Fondazione ASEF?
La Fondazione ASEF è nata nel1997, come fondazione inter- governativa.  Ne fanno parte i 49 Paesi degli Stati membri dell’Asia-Europe Meeting (ASEM)  più la Commissione Europea e l’ASEAN (Association of Southeast Asian Nations). L’ASEM e’ un processo politico detto di natura informale che nasce dalla conferenza di Bangkok nel 1996. Voluto in origine da Chirac e dal Primo Ministro di Singapore, è un appuntamento non sottoposto a protocollo, dove i Governi , rappresentati dai Capi di Stato, Primi Ministri, Ministri degli Esteri, del Commercio e della Cultura  etc, dialogano su tematiche sociali ed economiche, con cadenza biennale.
L’ ASEM stesso ha poi creato la Fondazione ASEF come piattaforma permanente di collegamento fra civil society and Governments.
In qualche modo ASEF rappresenta ASEM, senza però dipenderne completamente.
Infatti tutti i direttori dei dipartimenti della Fondazione sono diplomatici, dunque rappresentano le volontà politiche.  Ma le cariche ruotano ogni 3 anni, permettendo a tutti i Paesi di operare all’interno della Fondazione. 4 anni sono riservati alla carica di direttore esecutivo.
I Paesi che fanno parte di ASEF sono per definizione i membri dell'Unione Europea, compresi i nuovi che vi entrano automaticamente, benché’ dal 2012 siano entrati a farne parte anche la Norvegia, la Russia e la Svizzera . Mentre per l’ Asia la situazione è più fluida, perché dipende dall’adesione volontaria del Paese che si può candidare attraverso la partecipazione all’ASEM e in conseguenza automaticamente all’ASEF. Negli ultimi due anni, hanno aderito l’Australia, la Nuova Zelanda ed il Bangladesh.
Quest' anno siamo particolarmente emozionati perché abbiamo compiuto 15 anni di attività!

Quale la fonte dei finanziamenti?
Una parte è garantita su base triennale dalla Commissione Europea. Esiste infatti un capitolo dei fondi strutturali dedicato a realtà di cooperazione internazionale. Ogni tre anni la Commissione lancia un bando: siccome ASEF è una realtà unica nel suo genere, abbiamo sempre ottenuto il finanziamento, detenendo di fatto un monopolio. Siamo alla quarta fase. Questa fondo da solo rappresenta circa un terzo del nostro budget complessivo per quanto riguarda l’esecuzione dei progetti e i rimanenti due terzi, provengono dai Paesi membri e sono erogati su base annuale e a titolo volontario.  Ogni anno, nella riunione del Board of Governors, sottoponiamo la programmazione ai rappresentanti dei Paesi, per fare richiesta dei fondi.
Talvolta però i Paesi destinano fondi a progetti specifici, che ci chiedono di sviluppare per loro conto: è il caso del Giappone, che ha richiesto una ricerca sulla Salute, con un intenzione così determinata da chiederci di costruire un dipartimento dedicato in Fondazione.
Ovviamente, la flessibilità di questi fondi, ci impone un costante lavoro di programmazione.

Come è variata la situazione?
Registriamo un calo sensibile delle erogazioni provenienti dall’ Europa.
A titolo di esempio, solo il dipartimento culturale ha dimezzato il suo budget, normalmente di 2 milioni di dollari di Singapore.  Non sono cifre immense comparate ad altri settori, ma per noi sono fondamentali. Abbiamo dovuto ridimensionare le attività e non confermare – alcune collaborazioni esterne.
Anche la Commissione Europea ci ha imposto un ridimensionamento: siamo passati da tematiche di Patrimonio e Education, a progetti sulle Industrie Creative. Metà budget e su quattro progetti presentati, solo uno approvato.

Di cosa si occupa ASEF, gli assi portanti sui quali opera?
Le tematiche dipendono dai contenuti discussi in seno ad ASEM, nel senso che noi ci riferiamo alla visione e tendenze generali che i Governi esprimono nei colloqui informali.
Contribuiamo anche nell’organizzare tavole rotonde di esperti che supportino ASEM.
Negli ultimi anni c’è stato sicuramente un cambio di rotta: da che l’attenzione era posta sull’Heritage, siamo passati alle Creative Industries. Ovviamente ne dobbiamo tenere conto nei nostri programmi, per trasferire questi contenuti alla società civile attraverso le nostre azioni.
Non eroghiamo mai fondi diretti, ma costruiamo partnerships e co-produzione. La nostra è una filosofia venture-philantrophy.
Cerchiamo direttamente i partner in base alle caratteristiche del progetto: se lavoriamo con un Paese specifico, chiamiamo associazioni locali che ci possano supportare a livello di logistica e contatti.
Alcune volte scriviamo progetti a quattro mani, come con UNESCO; che tipicamente contribuisce alla produzione di idee, ma non a supporto economico.
Il format generale che seguono i nostri dipartimenti è quello della produzione di round table e convegni, ai quali seguono la pubblicazione di raccomandazioni e paper. Nel caso dell’Education, creiamo appuntamenti formativi.
Per la Cultura invece, c’è più flessibilità: raramente lavoriamo a Singapore. Quest'anno è speciale per i 15 anni. Ora siamo coinvolti in Myanmar e Vietnam.  Questo perchè siamo l’unico team con competenze tecniche specifiche, dunque scriviamo e produciamo progetti da soli.
Il solo progetto culturale ricorrente è Creative Encounters, che ha il format di una residenza di scambio multi-culturale fra artisti e operatori.
Il dipartimento di Comunicazione invece fornisce supporto agli altri dipartimenti con attività promozionali.

Che ragione c'è per cui siete in Asia invece che in Europa?
Opportunità: lo stato di Singapore ci ha donato terreno e sede.  Anche se una sede in Europa sarebbe utilissima per monitorare meglio i cambiamenti in quell’area.

Prevalgono  progetti in Asia o Europa?
Per questo aspetto, il Board of Governors presiede l'equilibrio, sebbene negli ultimi due anni prevalga la progettazione in Asia, più che in Europa. ASEF rappresenta l’unica porta verso l'Occidente per i paesi asiatici, che hanno interesse a relazionarsi . Mentre in EU siamo meno visibili e conosciuti, anche perché le agenzie o associazioni che si occupano di progettualità internazionale sono molte, sebbene operando in ottica bilaterale, mentre noi siamo multilaterali.

Quanti siete?
Siamo circa 40 dipendenti. La dirigenza interna è complessa perchè è in costante turnazione: molti direttori fanno parte dei corpi diplomatici dei paesi membri e cambiano ogni 3 anni. Lo staff invece e costituito dai tecnici che hanno le competenze necessarie per lo sviluppo dei progetti.
Dunque la nostra strategia si orienta su posizioni politiche in base agli avvicendamenti di vertici. Talvolta è faticoso.

Qual'e il contributo del governo italiano?
Dal 2009 il MAE  ha messo a disposizione una risorsa; Sabina Santarossa, responsabile del dipartimento culturale, è stata appositamente inviata dal Governo italiano  quattro anni fa come contributo alla causa di ASEF.
Inoltre nel 2012, un preciso finanziamento di 30.000 Euro è stato stanziato per un progetto in Myanmar, che riguarda il Patrimonio artistico nazionale. Abbiamo coinvolto anche il FAI per condividere dei contenuti.

Come si possono approviate altre realtà piccole verso di voi?
Il format più adatto è quello del bando aperto, che è Creative encounters.
Mettiamo a disposizione un finanziamento al massimo del 50% del budget totale del progetto presentato: non vogliamo che la realizzazione dipenda interamente da noi. In qualche modo completiamo-
Il Bando, alla sua terza edizione, è rivolto a tutte le organizzazioni culturali, purché si presentino con già almeno un altro partner confermato . Ovviamente deve rientrare un contenuto che leghi Europa e Asia. I soldi sono destinati a una voce specifica del business plan.   Quest’anno abbiamo ricevuto 370 application, dalle quali abbiamo selezionato 6 progetti. Diverse realtà italiane si sono candidate.
Fra la rosa dei sei c’è Ramdom di Lecce, che ha studiato un format di workshop e conferenze sui temi dell’arte contemporanea in collaborazione con il cinese Art Hub da declinare in Italia.
Per queste iniziative destiniamo al massimo  150.000 Dollari di Singapore (circa 90.000 Euro) che vanno divise fra tutti i progetti selezionati. Il nuovo Bando aprirà in Aprile  2013.

Culture360: di cosa si tratta?
Richiesto dall'ASEM nel 2003, è lo strumento strategico di comunicazione permanente interamente sviluppato dalla Fondazione ASEF. É nato dopo una survey sottoposta alle associazioni con le quali la Fondazione ha lavorato in questi anni, che ne hanno confermato la necessità.
È il modo per diffondere i contenuti di ASEM e promuovere le iniziative di ASEF nell’ambito della
‘arte e della cultura.
Con il tempo però si è articolato in un Magazine, redatto da noi; in un Portale di informazione culturale; in una Community dove bloggers e altri operatori possono contribuire con le loro segnalazioni e gruppi di discussione.
Col tempo ha aumentato la sua visibilità, e qui in Asia è diventato un portale di riferimento del settore culturale. Stiamo ricevendo moltissimi apprezzamenti. É l’unico progetto che ha ottenuto i Fondi EU della quarta fase.

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