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Filantropia: visioni e energie per il cambiamento

  • Pubblicato il: 16/05/2015 - 09:50
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Rubrica: 
EDITORIALI
Articolo a cura di: 
Redazione

 Anno d’oro per le Fondazioni d’origine bancaria. Grazie alla dinamica positiva dei mercati finanziari, il 2014 è stato un anno record per i bilanci delle fondazioni di origine bancaria, nonostante l’incremento della pressione fiscale.
In testa, per l’avanzo di gestione del patrimonio, le Fondazioni CRT (88 milioni di euro) e Cariplo (545 milioni di euro su un patrimonio di circa 8 miliardi) - che hanno più che raddoppiato il risultato - ma anche Compagnia di San Paolo (+35%, attestato a 239 milioni di euro su un patrimonio a prezzi di mercato di 6,7 miliardi), Cariparo (+33%), Cariverona (+10%), tra le altre, hanno segnato un incremento a due cifre.  
I risultati risentono significativamente del recupero delle quotazioni di borsa delle banche conferitarie, UniCredit per CRT, Intesa San Paolo per Fondazione Cariplo e Compagnia, realtà che da tempo si avvalgono di una gestione professionale esterna del portafoglio.
Cionostante, le erogazioni, segnate dall’esperienza degli anni della crisi, sono state prudenti. Nel 2010, le erogazioni delle 88 fondazioni aderenti all’Acri è stato di 1,366 miliardi annui, mentre nel 2013 (ultimo dato di bilancio disponibile) si è attestato a 880 milioni, di cui circa il 30,4 per cento su arte e cultura, settore sempre in testa negli investimenti, dagli esordi, ovvero da 23 anni.
Con tutta probabilità si leggerà nel 2015 un trend di crescita, che probabilmente sposterà l’asse di intervento istituzionale sul campo sociale, sostenendo il regime di sussidiarietà nei confronti delle politiche pubbliche di territorio, la sperimentazione di nuove strade di innovazione sociale per un Welfare comunitario - al quale fa continuamente riferimento il padre fondatore, Presidente di Acri e Cariplo, Giuseppe Guzzetti - verso le fasce più vulnerabili: giovani, famiglie, disabili e una popolazione che sta invecchiando. Importa «il quanto» investono, ma soprattutto «il come» che sta velocemente cambiando come la pelle di organismi.
 
A seguito del recente protocollo di intesa dell’Acri con il MEF per il processo di autoriforma al quale hanno aderito la totalità delle fondazioni di origine bancaria, sono iniziati i lavori per la revisione degli statuti. Entro un anno le Fob presenteranno al Tesoro un piano triennale-quinquennale (in relazioni a partecipazioni in società quotate o non) di diversificazione degli investimenti, le misure di innovazione nelle governance, indebitamento e incompatibilità. In relazione al percorso, virtuoso quanto ineluttabile, di riforma, si assisterà entro il 2016 al ricambio radicale dei vertici, invariati dall’origine in numerose realtà. Ricambio molto delicato in organizzazione complesse, che esigono competenze mirate in un contesto storico in cui tutti i riferimenti istituzionali locali sono in transizione.
 
L’uscita dalle banche conferitare non significa un’uscita dal sistema bancario. All’orizzonte si profila un impegno nelle Banche Popolari, in corso di trasformazione, ma senza autoriforma, mantenendo una funzione di stabilità in un mercato carente di investitori istituzionali.
Anche le Banche di Credito cooperativo, le BCC, radicate sui territori con uno spirito mutualistico, prima di una riforma autoritativa del Governo, hanno avviato un percorso di autoriforma dei profili istituzionali ed operativi, in merito al quale molte scelte sono ancora da compiere.
Questa settimana, dal 20 al 22 maggio a Milano, si terrà la 26ma conferenza internazionale dello EFC- European Foundation Center, l’organismo che riunisce le principali organizzazioni filantropiche (270 membri). 600 rappresentanti discuteranno sul futuro della filantropia . Al centro del dibattito la collaborazione tra Stato-Mercato e Filantropia, «come le fondazioni possono sostenere i protagonisti del cambiamento di domani e le comunità, affiancare i policy maker, le aziende per un futuro sostenibile», afferma Gerry Salole, Direttore dello EFC.[1]
A giugno, a Lucca, altro importante appuntamento per dibattere di un tema mantra, «sussidiarietà e innovazione sociale», al XXIII congresso dell’Acri, con le 88 fondazioni di origine bancaria schierate. Si cambia, nella consapevolezza del peso sociale. Riflettendo insieme su nuove strategie.
 
 
 
 
In questo numero.
 
L’Italia, che presenta 4 Regioni tra le più significative nella produzione culturale, sta affrontando la nuova programmazione comunitaria con iniziative innovative e di qualità, ma non si vede la forza di azione di sistema. La Lettonia approfitta del semestre di presidenza per segnare la strada sui cross-over culturali, sul valore della cultura come asse trasversale alle diverse politiche(P.L. Sacco). Il digitale non crea innovazione, incremento e partecipazione dei pubblici per automatismo. La centralità è l’acquisizione di nuove competenze di vertice e strategie di audience engagement che puntino sulla tecnologia come fattore abilitante (A. Bollo). Capacitazione dei territori, nuove narrazioni sono parole d’ordine che si leggono nel modello dei Distretti culturali, con i quali Cariplo ha fatto scuola nelle strategie di accompagnamento, come raccontano i protagonisti (N. Mazzoleni). Si è aperta la nuova stagione dei bandi per le imprese culturali e creative con Che Fare3 e con il secondo triennio di Funder35, che porta l’investimento annuo da 900 mila euro del primo triennio a 2,65 milioni con 18 fondazioni aderenti. Denari, ma soprattutto comunità di pratica per la sostenibilità e l’indipendenza dei progetti. L’attenzione è crescente al patrimonio diffuso (V. Falletti) e al paesaggio, ri-pensando la montagna protagonista di abbandoni devastanti (P. Castelnovi), ri-leggendo il secolo di cui siamo figli attraverso sinergie degli istituti che sono stati centrali nella costruzione della democrazia (R. Albano). Aumentano gli studi e le applicazioni delle valutazioni di impatto dei progetti culturali, evolve la definizione di valore aggiunto culturale (M. Martinoni) e si guarda alla sostenibilità anche oltre confine. Gli Stati Uniti sono vicini se sfatiamo i miti (M. Bacigalupi).

 

1.[1]Un appuntamento voluto e sostenuto dalle Fondazioni di origine bancaria Cariplo, Venezia,  CRCuneo, CRT, CR Padova e Rovigo e le fondazioni d’impresa, Enel nel cuore