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Fenomeni onirici e paranormali nelle opere di Susan Hiller

  • Pubblicato il: 15/07/2011 - 10:04
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Redazione
«PSI Girls»

Como. Nata nel 1985 dalla passione culturale e imprenditoriale di Antonio Ratti (1915-2002), annoverato tra i più importanti produttori al mondo di tessuti ad alto contenuto tecnologico e creativo, la Fondazione Antonio Ratti, Ente morale senza scopo di lucro, Onlus, opera attraverso la promozione d’iniziative, studi ed eventi nell’ambito dell’arte contemporanea e della produzione tessile. Studiosi, intellettuali, artisti affermati ed emergenti hanno avuto negli anni l’opportunità di condurre ricerche, realizzare nuovi progetti e raggiungere un pubblico sempre più vasto di appassionati e addetti ai lavori.
Nel solco di questa tradizione si collocano gli appuntamenti estivi che la fondazione organizza intorno alla figura di Susan Hiller, a incominciare dal XVII Corso Superiore di Arti Visive «The Dream Seminar II», nella sede di Villa Sucota fino al 26 luglio, di cui l’artista americana è visiting professor. A parteciparvi sono 20 giovani autori italiani e internazionali a cui è data l’opportunità di realizzare performance, installazioni e lavori collettivi legati alle tematiche del sogno e alla produzione d’immagini in culture diverse. Ai progetti più interessanti, il 21 luglio, sarà assegnato il Premio Epson FAR, giunto quest’anno alla VI edizione.
Fino all’8 settembre Susan Hiller è inoltre di scena nello Spazio Culturale Antonio Ratti (ex chiesa di San Francesco) con una personale che ne presenta, per la prima volta in Italia, la video-installazione multicanale «PSI Girls» del 1999. Cinque brevi sequenze proiettate in loop, tratte da altrettanti celebri film, hanno come protagoniste ragazze con poteri paranormali. Le immagini virate in monocromia scorrono sulle note di un coro gospel, dando luogo a un’atmosfera allucinata e a una percezione sospesa tra dimensione onirica e ipnosi. Illusione e magia caratterizzano anche l’altro lavoro esposto: «The Aura: Homage to Marcel Duchamp». Un’ installazione fotografica che l’artista ha messo a punto nel corso del seminario per indagare paure, credenze, fantasmi e antichi retaggi che alimentano l’immaginario collettivo.

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