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Expo 2015 per l’Italia

  • Pubblicato il: 27/12/2013 - 11:07
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Rubrica: 
OPINIONI E CONVERSAZIONI
Articolo a cura di: 
Redazione

Per individuare i contenuti di partecipazione a Expo 2015 di Regioni ed Enti territoriali, Padiglione Italia, d’intesa con la Cabina di Regia (coordinata da Governo e composta da Expo SpA, Conferenza delle Regioni e Anci) e con Censis e AASTER, ha organizzato sei seminari territoriali di progettazione partecipata dal titolo «Expo 2015 per l’Italia». Si tratta di sei seminari di approfondimento finalizzati all’ascolto dei territori e dei loro protagonisti per immaginare una rappresentazione organica e coinvolgente dell’Italia, che guardi al futuro a partire dalle ricchezze della nostra storia e della nostra identità.
L’incontro per tutto il Sud Italia (Campania, Calabria, Basilicata e Puglia) si è tenuto il 3 dicembre 2013 a Martina Franca (TA). L’incontro si è svolto di fronte a rappresentanti delle istituzioni ed enti territoriali interessati (per la Regione Puglia erano presenti, tra gli altri, gli assessori Barbanente, Godelli, Nardoni), che hanno ascoltato le relazioni di 10 relatori invitati.
Per tutto il Sud Italia, infatti, sono stati invitati solo 10 relatori, rappresentanti di confindustria, soggetti privati e del mondo culturale. Ad ogni relatore è stato chiesto di esprimersi, commentare e proporre idee a partire dalle relazioni teoriche e metodologiche sulla progettazione di Padiglione Italia scritte da due dei massimi sociologi italiani: Giuseppe De Rita, presidente del Censis, e Aldo Bonomi, direttore del Consorzio AASTER. A ogni relatore sono state fornite per tempo le relazioni di De Rita e Bonomi, così da poter meglio impostare i propri contributi teorici e pratici.
Tra i 10 relatori invitati Gian Maria Greco, invitato in qualità di Direttore di SoundMakers Festival, l’unico festival artistico multidisciplinare in Italia interamente incentrato sull’accessibilità, e presidente di POIESIS, una delle principali realtà in Italia nell’ambito dell’accessibilità, specialmente culturale, con all’attivo la produzione di linee guida per l’accessibilità, e la cura dell’accessibilità di mostre internazionali e convegni.

Di seguito una sintesi dell’intervento di Gian Maria Greco all’incontro di progettazione di Padiglione Italia per EXPO 2015.

L’EXPO 2015 sarà un grande momento di incontro globale. All’interno dell’EXPO, Padiglione Italia avrà il compito di rappresentare la nostra storia, il nostro presente e soprattutto le nostre direttive per il futuro, per il futuro di tutti. È cruciale quindi che la progettazione di Padiglione Italia si basi su una precisa visione sociale, su un nuovo modo di vedere l’uomo, il suo rapporto con la natura, e il suo rapporto con gli altri.
La nostra storia è per molti versi storia di resistenza al modello dell’homo oeconomicus. Si tratta di un modello che non ci appartiene. Appartiene in parte, se vogliamo, al nostro presente ma in modo fallimentare e non può appartenere al nostro futuro. La nostra è invece storia basata su un modello di homo poieticus, incentrato su creatività e proattività. La nostra storia è storia di una capacità poietica; capacità che implica molte proprietà, come la resilienza, che non è ancoraggio sterile al passato ma va sempre declinata con quella capacità poietica, divenendo così capacità di ricostruire equilibri in modo innovativo e creativo. Capacità di creare meccanismi di sviluppo sociale, economico, culturale anche quando lo Stato ha smesso di essere soggetto generale dello sviluppo ed è divenuto «regno inerme», come scriveva De Rita una decina di anni fa. Capacità di creare meccanismi poietici che non sono strumenti di una qualche anacronistica decrescita felice ma sono pratiche per un futuro di crescita consapevole. La nostra è storia passata e presente di creatività e non può che essere anche storia futura basata su creatività e proazione. Questa capacità ha storicamente sempre fatto i conti con un concetto ben preciso, quello di limite. È l’idea che non tutto è per tutti. Per una certa tradizione italiana, quello di limite più che un concetto astratto è sempre stato una realtà. Ci sono dei limiti. Ci sono dei limiti alle risorse. Ci sono dei limiti alle possibilità di uso delle risorse. Ci sono dei limiti di fruizione. Ci sono dei limiti nella natura. Bisogna riprendere questo senso di limite, emarginato e quasi cancellato da certi modelli economici, e riportarlo al centro. Bisogna capire che la natura, questo pianeta, non è res nullius, cosa di nessuno e che quindi ognuno può usare a suo piacimento, ma è bene comune, nel senso che è un bene la cui responsabilità deve essere coscientemente condivisa e distribuita tra tutti. Ci sono dei limiti con i quali noi - la popolazione mondiale tutta - dovremo fare sempre più i conti. L’EXPO 2015 è un’occasione da non perdere per poter proporre un modello poietico di sviluppo di società e di economia, in cui proazione e creatività si declinano con il concetto di cura, in cui ci si prende cura del pianeta, e così facendo ci si prende cura dell’altro. L’altro, che così è più un nemico, un concorrente, ma diviene il prossimo, un fratello. Molti sono i modi in cui questo modello generale può trasformarsi in contributi pratici per la realizzazione di Padiglione Italia. Uno su tutti esprime bene le grandi potenzialità pratiche e sociali di quel modello ed è sintetizzato chiaramente dal concetto di accessibilità. L’errore più comune quando si parla di accessibilità è pensare che si stia parlando solo di rendere quel servizio o quell’ambiente fruibile dalle persone con disabilità. Quanto di più sbagliato. L’accessibilità è il grado con cui un prodotto, un ambiente o un servizio è fruibile da quante più persone possibile, in particolare dalle persone con disabilità. Accessibilità vuol dire Universal Design; vuol dire pensare che il target a cui ci si rivolge non è una massa indistinta di individui, ma è composto da tanti target differenti, ognuno con esigenze specifiche. È quindi fondamentale sviluppare e realizzare quel prodotto, ambiente o servizio in modo tale che riesca a soddisfare quante più esigenze specifiche possibile. Padiglione Italia sarà un ambiente fisico che conterrà dei prodotti, nel senso più ampio del termine, e proporrà un’idea di servizi. Ma non sarà solo un ambiente fisico, proporrà anche la nostra idea di ambiente futuro, un’idea di luogo futuro in cui vivere. La proposta che lancio è di rendere Padiglione Italia il più accessibile possibile. Accessibile sia come ambiente stesso che nei suoi contenuti. A novembre 2013 l’ONU ha firmato il contratto per la partecipazione all’EXPO 2015 e ha istituito un Expo Team composto da rappresentanti di FAO, IFAD e Programma alimentare mondiale. È indicativa l’assenza dell’ITU, l’agenzia ONU che si occupa di sviluppo tecnologico e a cui è demandata anche l’accessibilità. L’ONU, forse il maggior promotore mondiale dell’accessibilità, in questa fase di progettazione iniziale non ha pensato a inserire anche l’accessibilità tra gli elementi di progettazione della propria partecipazione all’EXPO. Magari lo farà in un secondo momento, ma è dimostrato che, affinché sia efficace davvero, l’accessibilità deve essere uno dei fattori presenti fin dalla fase di ideazione. Interpretato come «essere poietico», l’uomo non è signore e padrone ma pastore e custode della natura e degli altri. Il rapporto tra l’uomo e la natura diviene un rapporto allargato e mediato con il rapporto con gli altri, che divengono soggetti di inclusione e cura. Se Padiglione Italia inizierà fin da ora a pensare a rendersi accessibile e riuscirà poi ad esserlo effettivamente, riuscirà a dare un senso di sviluppo futuro in cui nessuno è escluso e tutti sono partecipi, creando una società basata su un vero senso di comunità, in cui il territorio diviene luogo di vita comunitaria, e quindi energia per la vita.
La trascrizione completa dell’intervento di Gian Maria Greco è disponibile sul numero del 15/12/2013 di Spagine, disponibile a questo indirizzo: http://issuu.com/mmmotus/docs/spagine_della_domenica_08

Gian Maria Greco ha una laurea e un dottorato di ricerca in Filosofia, un Master in Counseling e un Master in Accessibility to Media, Arts and Culture. Ha svolto ricerca presso varie università italiane e dal 2003 al 2007 è stato Junior Research Associate presso l’Università di Oxford (UK). Ha pubblicato saggi su riviste scientifiche internazionali e voci in enciclopedie; la sua ultima pubblicazione è il libro Il fare come cura (2013), scritto insieme a D. Ruggieri. Da anni si occupa principalmente di accessibilità, in particolar modo accessibilità culturale. Dal 2009 è presidente di POIESIS, tra i principali soggetti in Italia nell’ambito dell’accessibilità culturale. Ha fatto parte del gruppo di lavoro che ha scritto il Manifesto Nazionale della Cultura Accessibile. Nel 2011 ha fondato SoundMakers Festival, l’unico festival multidisciplinare in Italia accessibile anche alle persone con disabilità sensoriali. È stato responsabile per l’accessibilità di ArtLab13 e collabora, sempre in ambito di accessibilità, con enti pubblici e privati. Nel giugno 2013 ha coordinato, insieme a L. Pedone, il Workshop Nazionale sulla Cultura Accessibile.