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Discover Palladio (ma il Cisa dov'è?)

  • Pubblicato il: 02/03/2012 - 11:41
Rubrica: 
NOTIZIE
Articolo a cura di: 
Veronica Rodenigo (ha collaborato Michele Tardivo), da Il Giornale dell'Arte

Vicenza. «Have you ever been in Palladio's territories?». Forse è da questo strategico interrogativo che si deve partire per tentare un approccio analitico a «Discover Palladio», l’applicazione per iPad e iPhone (gratuitamente scaricabile da qualche settimana dall’appstore Apple) tutta dedicata all’opera del celeberrimo architetto rinascimentale e -soprattutto- ai luoghi in cui essa maggiormente si concentra: Vicenza e il vicentino.
A chi è rivolto questo nuovo prodotto realizzato dal consorzio di promozione turistica Vicenzaè con il coordinamento di Agenzia del Contemporaneo («piattaforma internazionale per la progettazione culturale e strategica») e sviluppato dal team di creativi LOG607?
È per chi Andrea Palladio e lo «stare in villa» già li conosce e vuole meglio approfondire, magari senza privarsi d’una parentesi gourmande o per chi invece, digiuno di nozioni storico-artistico-architettoniche, si approccia per la prima volta a un rapido esercizio d’iconografia e riconoscimento per poi dedicarsi ad altri tipi di “eccellenze” locali, dall’enogastronomia all’industria del fashion e del design?
Nel caso in cui gli ideatori avessero pensato d’indirizzare l’applicativo a quest’ultimo target, il problema non si pone: «Discover Palladio» è, fuor di dubbio, un perfetto esempio di marketing territoriale utile, accattivante e dall’interfaccia molto intuitiva.
Se invece il progetto vuole presentarsi in un’accezione culturale, seppur divulgativa, la faccenda un po’ si complica anche perché tra i contributi non compare quello del Cisa, il Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio.
La schermata di apertura si suddivide in due sezioni macrotematiche: «Conosci Palladio» e «Visita Palladio». Scegliendo la prima, il percorso conduce a tre sottotemi: Vicenza + Palladio; America + Palladio; Mondo + Palladio mentre la veloce narrazione del video introduttivo parte dal neopalladianesimo in America per poi attraversare l’Oceano e giungere a Vicenza. Proseguendo con ordine, il sottotema Vicenza + Palladio offre immagini e schede informative della singole architetture intra ed extra moenia (come Palazzo Thiene, Villa Caldogno, Villa Trissino...).
Utilissima la localizzazione maps e le icone che rimandano a recapiti telefonici, siti dedicati, orari e condizioni di accesso (quando esistenti). La scelta dei contenuti però (già presenti nel sito per le celebrazioni del cinquecentenario palladiano del 2008) non risulta sempre felice, mescolando notizie storiche a cenni descrittivi che in alcuni casi, più che soffermarsi su peculiarità tipologiche, scivolano nel pittoresco, come accade per Villa Piovene la cui chiusa recita «Attorno alla villa si estende un suggestivo parco romantico che offre splendide vedute tutt’intorno (sic!)».
A lasciare perplessi sono anche le video-testimonianze a corredo di tutti i tre sottotemi: insieme a Lionello Puppi, unico eminente studioso chiamato in causa, l’imprenditore vinicolo Gianni Zonin, l’architetto Flavio Albanese (che dopo aver definito una «scorribanda piratesca» il «ridisegno dell’assetto urbano» vicentino per mano del Palladio invita a riscoprirne l’opera girando con I quattro libri dell’architettura sottobraccio a mo’ di «guida del Touring») e Luca Primavera, segretario generale delle Fondazione Zoè, filiazione della casa farmaceutica Zambon. Il messaggio è chiaro: muove dall’eredità palladiana la forza imprenditoriale e innovativa del vicentino. Nelle due rimanenti sottosezioni il viaggio prosegue con la consacrazione di un appeal internazionale (reiterato attraverso ben noti stilemi) tutto riassunto nei due titoli «Palladio is the Bible in America» e «Come palladianizzare un’epoca».
Protagonisti della seconda macroarea, introdotta dalla giornata-tipo di tre giovani alla scoperta del binomio villas/factories, numerosi itinerari di uno o più giorni che al «cosa vedere» affiancano ristoranti, alberghi, luoghi dello shopping e, naturalmente, la localizzazione delle realtà produttive più importanti: dall’oreficeria ai grandi marchi della moda. Niente però indicazioni su factory store dove compiere l’acquisto smart ed economicamente sostenibile. Con buona pace di tutti gli amici di Palladio aspiranti fashion victim.

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da Il Giornale dell'Arte, edizione online, 25 febbraio 2012