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Cultura 4.0? Punti di vista tra internazionalizzazione e legame con il territorio

  • Pubblicato il: 15/09/2017 - 10:14
Rubrica: 
OPINIONI E CONVERSAZIONI
Articolo a cura di: 
Francesca Panzarin

Il 12-13 ottobre apre a Lucca la XIII edizione di LuBeC sul tema della Cultura 4.0. Tra le specificità dell’edizione 2017 il concetto di cultura come leva della rigenerazione urbana, la presenza delle riflessioni UNESCO sui vari programmi e azioni, la presenza della Commissione Europea per aprire la discussione “verso l’Anno del Patrimonio”, la collaborazione con ENEA che rafforza il tema sostenibilità ambientale del patrimonio
 


  
Ai nastri di partenza la XIII edizione di LuBeC, che ogni anno richiama a Lucca circa 2000 operatori della filiera dei beni culturali/tecnologia/turismo e oltre 170 speaker che si confronteranno sui diversi aspetti del tema “Cultura 4.0”. Partendo dall’approfondimento che abbiamo realizzato in occasione dell’edizione 2016 sulla governance, sulla vision e sulla strategia della Fondazione Promo PA, promotrice dell’evento, riprendiamo la conversazione con Gaetano Scognamiglio, Presidente della fondazione e Francesca Velani, Direttrice di LuBeC.
                                                                        
Il legame con il territorio è uno degli elementi della mission della fondazione: possiamo considerare la collaborazione con gli enti sostenitori dell’evento un esempio virtuoso di relazione pubblico/privato?
(GS). Il rapporto col territorio è cresciuto in questi anni nella misura in cui LuBeC si è progressivamente affermata, passando da una rilevanza locale a  una dimensione nazionale e internazionale con la partecipazione quest’anno della DG cultura della Commissione europea. Oggi molti contenuti sono definiti con il confronto con la Regione, con il Comune e anche con la Camera di Commercio, il che è significativo in vista delle competenze acquisite recentemente nel settore dal sistema camerale. Le colonne portanti rimangono comunque la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca per il sostegno finanziario e il Mibact per la definizione dei contenuti e per la presenza dei suoi rappresentanti più autorevoli.   
 
LuBeC è arrivato alla XXIII edizione: quali sono gli input raccolti dalle precedenti edizioni e le novità di quest'anno?
(FV) L’esperienza delle precedenti edizioni ci ha fornito molti spunti di riflessione: la necessità di una maggiore internazionalizzazione per i partecipanti, ma anche di portare sui tavoli temi di visione che aiutino a comprendere come la cultura sia pilastro per la costruzione della cittadinanza contemporanea, veicolo di inclusione, trampolino per la crescita degli individui, delle comunità, del sistema imprenditoriale (cultura e democrazia si inserisce nel 2017 con questa volontà, ma anche gli incontri sulla rigenerazione urbana).
Tra le specificità dell’edizione 2017 vorrei segnalare il concetto di cultura come leva della rigenerazione urbana, la presenza delle riflessioni UNESCO sui vari programmi e azioni, la presenza della Commissione Europea per aprire la discussione “verso l’Anno del Patrimonio”,  la collaborazione con ENEA che rafforza il tema sostenibilità ambientale del patrimonio, tutta la sezione dedicata ai “musei 4.0”, che focalizza l’attenzione sull’infrastrutturazione culturale e gestionale dei musei in senso tecnologico.
E sicuramente memory of the word che dà la possibilità ai gestori di  incontrarsi per la prima volta e parlare di “fare rete” e individuare una strategia di valorizzazione comune. 
 
Quale è il significato del tema 2017, Cultura 4.0?
(FV) Cultura 4.0 si inserisce nel solco del rinnovamento delle competenza conseguente al programma nazionale Industria 4.0. La cultura è un’industria culturale e creativa che dialoga con il mercato, con lo Stato, con il sistema sociale. In ogni caso deve evolversi per poter essere trasmessa, tutelata, valorizzata e creata. Noi creiamo oggi la cultura di domani facendo sintesi tra la tradizione ossia l’identità (memoria) e il nostro presente, il contemporaneo in cui viviamo, rinnovando e usando l’innovazione come mezzo di comunicazione, strumento per arrivare a pubblici sempre più ampi. Se la cultura è un diritto, allora tutti hanno diritto di accedervi.
Cultura 4.0 è un sistema di trasmissione e partecipazione ampio, accessibile, in cui i musei ritrovano nel loro quotidiano il ruolo di “trasmettitori”. Ma per farlo devono farsi capire da un pubblico che guarda, pensa e mangia in modo completamente differente da quello che succedeva solo 20 anni fa. Insomma: la cultura deve governare la rivoluzione digitale per quello che è di sua competenza, non farsene travolgere.  In molti lo stanno già facendo. 
 
Quali sono gli obiettivi di LubeC 2017 alla luce del recente G7 della Cultura e del prossimo Anno Europeo del Patrimonio?
(RS) Lubec si pone in posizione centrale rispetto a questi due grandi eventi, anticipando alcuni temi che saranno al centro del dibattito del 2018, come quello della democrazia culturale, collegato anche alla presenza del Paese ospite di quest’anno.  
 
In tema di internazionalizzazione, perché il paese ospite di quest’anno è la Tunisia?
(RS) La scelta della Tunisia risponde a un duplice criterio. Il primo di carattere generale, di grande attenzione ai Paesi del sud del Mediterraneo e in particolare a quelli dove vi è stata un’evoluzione positiva della cosiddetta primavera araba. L’altro connesso agli scambi culturali in atto, con particolare riguardo ai progetti in corso con la Regione Toscana, all’accesso della Tunisia a alcuni programmi europei e alla presenza di una consistente presenza italiana a Tunisi dove si continua a stampare in lingua il Giornale di Tunisi
 
Nel ricco programma di LuBec2017, ci sono eventi particolari da segnalare?
(FV) Anche quest’anno si ripete l’incontro con i direttori dei grandi musei, con la presenza anche dei ultimi nominati. Ricordiamo poi il lancio di siti UNESCO in classe A e di un programma di formazione sulla rigenerazione urbana destinata alla PA che faremo con Avanzi. Ci sarà poi l’incontro della Rete delle Città della Cultura sulla sostenibilità del carico turistico, ma anche la presenza delle città che hanno partecipato a Capitale Italiana e – pur non avendo vinto – stanno lavorando per mettere in opera la programmazione che hanno definito nel dossier. 
 
 
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