Italia Non Profit - Ti guida nel Terzo Settore

Così bravo da meritare una montagna

  • Pubblicato il: 09/09/2011 - 08:45
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI D'ORIGINE BANCARIA
Articolo a cura di: 
Stefano Luppi

Modena. Natura, spesso impervia e a volte ripresa nel tempo, resa attraverso stampe dal perfetto bianco e nero, sono i soggetti preferiti dallo statunitense Ansel Adams (1902-84), cui la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena dedica dal 16 settembre al 29 gennaio la più ampia retrospettiva mai realizzata in Italia. La rassegna, ordinata da Filippo Maggia, curatore di Fondazione Fotografia dell’ente Cassa di Risparmio, insieme all’Ansel Adams Trust, presenta nel complesso di Sant’Agostino 70 vintage del pilastro della fotografia di paesaggio made in Usa. «Ansel Adams. Nature is my Kingdom. La Natura è il mio Regno» s’inserisce nella programmazione culturale del Festivalfilosofia che dal 16 al 18 settembre porterà in scena il tema della natura. Adams non si limitò a riprodurre la natura, divenne presto un ambientalista. Il fotografo visse la maggior parte dell’esistenza a San Francisco e iniziò presto a ritrarre il parco nazionale Yosemite (nel 1982 gli fu dedicata dall’American Board of Geographic Names una montagna del parco), destinato a divenire il soggetto principale della sua lunga carriera.

La rassegna raccoglie alcune delle più celebri fotografie di Adams da musei e collezioni private: «Moon and Half Dome», «Moonrise», «Half Dome», «Merced River», «Monument Valley». In particolare «Monolith, The Face of Half Dome, Yosemite» del 1927, una ripresa con il banco ottico di una grande lastra di granito che sovrasta di centinaia di metri il Mirror Lake, è per il fotografo un’immagine particolarmente importante: «Posso considerarla, disse in un’intervista, la prima della mia carriera fotografica». In «Clearing Winter Storm, Yosemite» del 1938, una delle sue immagini più note, Adams dice di essere incappato in una condizione visiva mai più rivista in quel luogo. Nel corso della sua carriera Adams ha scritto molti manuali di tecnica fotografica, nei quali distingue il ruolo del mezzo da quello umano: «La macchina, scrive in Modern Photography del 1935, è in grado di registrare l’immagine dell’oggetto che ha di fronte. Il controllo della registrazione avviene nelle scelte effettuate dal fotografo, nella sua comprensione dei processi fotografici di cui dispone. Il fotografo visualizza la propria concezione del soggetto come si presenterà nella stampa finale. Ottiene l’espressione della propria visualizzazione attraverso la tecnica, estetica, intellettuale e meccanica». Dunque la fotografia per Adams non è mera riproduzione della realtà, quanto una visione artistica.

da Il Giornale dell'Arte, settembre 2011
© Riproduzione riservata